Tel Aviv, 8 agosto 2024 - “Gli Hezbollah hanno puntato missili su Tel Aviv, e così pure gli iraniani? Sarà, ma noi non annulliamo certo la ‘Fiera in piazza’ che abbiamo organizzato per venerdì (domani, ndr )".
Gli anziani del rione Shapira, nel settore sud di Tel Aviv, erano appena nati quando, nella seconda guerra mondiale, la aviazione italiana bombardò il centro di Tel Aviv. Erano divenuti uomini maturi quando la città fu poi bersagliata dai missili Scud di Saddam Hussein. Shapira è un rione modesto, le case sono basse e spesso con piccoli cortiletti. Qua e là si vedono girovagare galline. Fra gli abitanti ci sono comunque le cose che contano: in primo luogo, la coesione sociale. Se suoneranno le sirene, correranno in uno dei rifugi pubblici allestiti nella zona. Ma per ora i progetti non cambiano. "Quella di venerdì sarà la ‘Fiera degli artisti’. Chi sa suonare uno strumento, è invitato ad esibirsi. Così pure chi vuole mostrare le proprie capacità artistiche. Ci saranno bancarelle di abiti. Stenderemo i tappeti. Sarà un evento gradevole’’.
Al momento, precisa il municipio di Tel Aviv, non ci sono allarmi in vista. Al suono delle sirene, ci sono a disposizione 90 secondi per raggiungere un’area protetta: nel proprio appartamento, nelle rampe delle scale, o in un rifugio. Consigli pratici di sicurezza possono essere visionati nel sito. Ma nel frattempo, perché preoccuparsi? In questi giorni in città i musei sono aperti. Offrono 30 mostre: si va da Van Gogh al celebre pittore locale Nahum Gutman, e c’è anche una ricostruzione della architettura Bauhaus tipica di Tel Aviv.
Le serate sono miti: chi ama la musica non ha che raggiungere la vicina Jaffa dove ogni sera ci sono concerti gratuiti. Si può scegliere fra artisti di ‘oud’ (il liuto arabo), musica rap, blues o anche rock. Ed allora il drone degli Houti che tre settimane fa è clamorosamente esploso proprio nel centro di Tel Aviv ? "Dimenticato in poche ore – assicura Uri, il cuoco di un ristorante nel mercato popolare ‘Levinsky’. – I locali sono affollati come sempre. Nel centro Sarona, a ridosso del Ministero della Difesa ha-Kirya, bere una birra di sera è un’impresa. Non si trova un tavolo libero".
"In realtà una linea di apprensione esiste – ammette Mira Maylor, una scultrice che ha esposto in vari Paesi (fra cui l’Italia), il cui studio è nel rione Shapira -. L’altra sera cenavo con amici sulla terrazza all’ultimo piano di una casa un po’ fatiscente, senza rifugio. Mentre si faceva notte, in cielo abbiamo visto passare alcuni aerei. Li abbiamo seguiti a lungo con lo sguardo, finché ci siamo convinti che non rappresentavano alcun pericolo". Ma su un’artista, come si riflettono queste tensioni militari ?. "In due modi opposti: c’è chi si sente del tutto paralizzato e chi invece, come me del resto, crea molto di più, senza concedersi un attimo di respiro".
Chi cerca nervosismo a Tel Aviv, in questi giorni, lo trova senza difficoltà. Non c’entra affatto con l’integralismo islamico-sciita, bensì con quello ebraico. Il sindaco laburista Ron Huldai ha appena vietato che negli spazi pubblici municipali si svolgano preghiere ebraiche, con la segregazione per sesso. Gli ambienti religiosi, vicini al governo Netanyahu, sono adirati. Nei luoghi pubblici se ne discute animatamente. Altri ancora cercano di esorcizzare la minaccia Hezbollah-Iran con la storica arma segreta del popolo ebraico: l’umorismo nero. "Un’alta fonte di sicurezza – confida un signore – mi ha appena anticipato che l’attacco dell’Iran avverrà entro 24 ore". "E se poi non ci fosse ?". "L’avvertimento – precisa il primo – è valido anche il giorno dopo".