Roma, 8 aprile 2024 – Impegnato da sei mesi ad affrontare i sostenitori dell’Iran, Israele non esclude adesso che la continua escalation su terreno lo conduca suo malgrado ad un confronto diretto con Teheran. "Questa guerra – ha detto ieri il premier Benjamin Netanyahu al governo – ha svelato quanto era noto da sempre. Dal 7 ottobre siamo attaccati su più fronti dai fiancheggiatori dell’Iran: Hamas, Hezbollah, Huthi, milizie sciite in Iraq ed in Siria". "Chi ci colpisce o progetta di colpirci – ha aggiunto, riferendosi adesso a precise minacce giunte dall’Iran – sarà colpito a sua volta. Israele è pronto, in difesa e all’attacco". Potrebbe reagire, ha avvertito, "nell’area a noi più vicina o anche più lontano".
All’origine di questa rischiosa escalation vi sono stati all’inizio di aprile due episodi legati fra loro. L’esplosione in una base militare di Eliat (mar Rosso) di un drone di fabbricazione iraniana proveniente dall’Iraq e, poche ore dopo, un attacco attribuito all’aviazione israeliana contro un edificio collegato all’ambasciata dell’Iran nel rione Almaza di Damasco. Si è trattato dell’eliminazione mirata di Mohammed Reza Zahedi, il comandante supremo delle Forze Quds dell’Iran in Siria, responsabile secondo l’intelligence di Israele del loro coordinamento con gli Hezbollah e con le milizie sciite delle attività offensive di sostegno a Hamas a Gaza. Con lui sono rimasti uccisi nel palazzo di Damasco altri sei membri dei Guardiani della rivoluzione dell’Iran.
Durante le loro solenni esequie a Teheran i dirigenti iraniani hanno preannunciato una reazione tale da "far pentire Israele" di quell’attacco. Le minacce sono state prese molto sul serio. Lo stato di allerta nella aviazione è stato elevato al massimo e le licenze nelle unità combattenti sono annullate. Il ministro della difesa Yoav Gallant ha assicurato che sono stati completati i preparativi "per far fronte ad ogni evenienza di fronte all’Iran". Al confine nord di Israele i magazzini militari di emergenza sono stati aperti e secondo l’esercito sono in grado di armare in poche ore un gran numero di riservisti. Intanto l ’aviazione israeliana ha lanciato un altro segnale indiretto all’Iran colpendo a Baalbek, nel Libano nord, tre installazioni della difesa aerea degli Hezbollah. In caso di necessità immediata, l’aviazione intende disporre di maggior spazio di manovra anche nei cieli del Libano. Sulla natura delle possibili minacce provenienti dall’Iran gli analisti locali menzionano – oltre ad attacchi terroristici contro ambasciate israeliane – il lancio di nugoli di droni o di missili balistici, nonché infiltrazioni di terroristi, attacchi cibernetici in grande stile, o anche attacchi simultanei di vario genere.
“Per ciascuna di queste minacce – secondo Yossi Yehoshua, un analista militare di Yediot Ahronot – i responsabili israeliani alla difesa hanno già approntato risposte adeguate". In passato sono state attribuite ad Israele diverse operazioni di sabotaggio in stabilimenti in Iran, attacchi cibernetici ed esecuzioni mirate di scienziati legati ai suoi progetti nucleari. Ma secondo Yehoshua la sensazione ai vertici delle forze armate è che in questo caso la reazione iraniana all’eliminazione di Zahedi dovrebbe essere calibrata in modo tale da non innescare necessariamente una guerra aperta fra i due Paesi.