Giovedì 19 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Israele, il generale Chiapperini: “L’intervento di terra a Gaza sarà vasto, l’obiettivo è sradicare Hamas”

L’analisi sui prossimi scenari della guerra in corso in Medio Oriente: “Difficile pensare a una trattativa per liberare gli ostaggi”

Roma, 12 ottobre 2023 – "Un intervento di terra ci sarà a sarà vasto: l’obiettivo di Israele è sradicare Hamas”. Così il generale di corpo d’armata dei Lagunari Luigi Chiapperini, già comandante dei contingenti nazionali Nato in Kosovo e in Libano e della brigata multinazionale a base Garibaldi in Afghanistan, attualmente membro del centro studi dell’Esercito. 

Generale, che farà Israele con gli ostaggi? Attenderà l’esito dei tentativi di trattativa per liberarli o tenterà un blitz, con i rischi che comporta?

“Una trattativa la ritengo al momento poco probabile ancorché possibile. Anche un blitz in un ambiente così articolato come Gaza porterebbe quanto meno a perdite elevatissime tra gli israeliani e gli stessi prigionieri”.

Israele: distribuzione di armi agli abitanti del kibbutz Ayyelet HaShahar (Ansa)
Israele: distribuzione di armi agli abitanti del kibbutz Ayyelet HaShahar (Ansa)

Quindi la scelta di Hamas rischia di essere pagante.

"Tra le azioni condotte da Hamas in territorio israeliano, quella di portare ostaggi militari e civili, israeliani e stranieri, risulta probabilmente la più redditizia per lo sviluppo del confronto con Israele. Molti di essi saranno probabilmente usati come scudi su obiettivi militari, altri saranno tenuti nascosti nei bunker e nei tunnel per essere utilizzati come merce di scambio in futuro. Certamente per gli israeliani si tratta di un ostacolo molto pericoloso in termini di ritorno di immagine sia interno sia esterno, e mi riferisco all’impatto che potrà avere sull’opinione pubblica internazionale. Fatto sta che nel caso Tel Aviv dovesse decidere di penetrare all’interno della Striscia di Gaza, la sorte degli ostaggi e di molti civili palestinesi sarebbe appesa ad un filo. Ed è proprio ciò che Hamas ha tentato di fare: far ricadere su Israele il biasimo del mondo”.

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Israele vuole un intervento di terra, ma i punto è: quale intervento? Limitato o vasto?

"Credo che un intervento di terra, stante i pregressi, ci sarà e molto verosimilmente non potrà essere limitato. A questo punto l’obiettivo di Israele non può essere altro che quello di sradicare Hamas da Gaza. Pertanto ritengo che, salvo novità che al momento non intravedo, Tel Aviv procederà entrando in forze per eliminare i terroristi e distruggere le loro basi”.

Quanto alto è il rischio per Israele di impantanarsi come già con Hezbollah in Libano?

"L’esercito israeliano ha imparato molto dalle guerre precedenti, in particolare durante quella nel sud del Libano contro Hezbollah. La prima lezione appresa riguarda l’impiego dei carri armati e degli altri mezzi che specialmente nelle aree abitate hanno delle limitazioni quando colpiti sulla parte superiore, inferiore e posteriore degli scafi. Al riguardo hanno provveduto ad apportare delle migliorie in termini di protezione a tutti i loro veicoli da combattimento che però subiranno inevitabilmente parecchie perdite. Ciò anche perché Hamas, con la verosimile compiacenza di alcune nazioni amiche, si è dotato di nuovi mezzi di offesa come armi controcarro, droni e mine. Inoltre i miliziani palestinesi hanno realizzato un vero e proprio labirinto di tunnel su due livelli, il primo per proteggere i civili, il secondo per scopi militari. Pertanto gli israeliani, una volta penetrati a Gaza, dovranno affrontare minacce provenienti dal cielo, da terra e da sottoterra. Per loro potrebbe diventare un incubo, ma credo che dopo ciò che è avvenuto siano determinati a raggiungere i loro obiettivi”.

Luigi Chiapperini, generale di corpo d’armata dei Lagunari
Luigi Chiapperini, generale di corpo d’armata dei Lagunari

Che farà Hamas? E Hezbollah? Si limiterà ad un "appoggio esterno" o aprirà un secondo fronte?

“Se l’obiettivo operativo per Hamas era quello di affermare con la violenza più inaudita la propria centralità nella disputa con Israele, l’obiettivo strategico è verosimilmente quello di rompere gli equilibri e la normalizzazione dei rapporti che si cercavano di raggiungere diplomaticamente nell’area mediorientale”. 

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Quindi non cercherà una tregua?

“L’obiettivo di Hamas è quello noto: Israele deve essere distrutto, a dispetto della risoluzione n. 181 del 1947 e successive dell’ONU che ne riconosce l’esistenza al pari di uno Stato arabo. Il rifiuto della coalizione araba di questa soluzione ha prodotto, direttamente ed indirettamente, decine di anni di violenze non solo in Israele. Pertanto il gruppo terroristico probabilmente ha tra gli obiettivi strategici quello di allargare il conflitto per coinvolgere altri attori in una disputa che da solo non può vincere. In particolare a nord, nella fascia confinante con il Libano, operano gruppi armati di Hezbollah facenti parte dell’omonimo partito politico libanese che, non dimentichiamolo, è al governo insieme ad altri. Ha forti legami sia con il governo siriano che con l’Iran ed è fortemente ostile a Tel Aviv con cui, lo abbiamo ricordato, si è già scontrato in passato. In tale quadro ci sono già stati degli scambi di artiglieria e razzi a ridosso della Blu Line, cioè il confine a sud del Libano dove nell’ambito della missione UNIFIL operano i contingenti, compreso quello italiano, dei caschi blu dell’ONU. In tale quadro, i nostri soldati si troverebbero tra due fuochi. Ma la situazione potrebbe degenerare non solo qui ma anche sulle alture del Golan, strappate alla Siria da Israele nelle guerre dei Sei Giorni del 1967 e dello Yom Kippur del 1973”.

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