Tel Aviv, 10 aprile 2024 – "Rischio di escalation tra Libano e Israele è reale”. A dirlo è il comandante della missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in Libano, Aroldo Lazaro. Dopo l'attacco a Damasco, la tensione è continuata a salire. L'ayatollah Ali Khamenei ha minacciato Tel Aviv – “Israele deve essere punito e lo sarà”, ha detto parlando al popolo – immediata la risposta del ministro Katz: “Se l’Iran ci attacca, li colpiremo”.
Il presidente Usa Joe Biden è chiaro con il premier Netanyahu: “Tel Aviv accetti un cessate il fuoco a Gaza, consentendo per le prossime sei, otto settimane che tutto il cibo e le medicine entrino nel Paese".
La Cnn ha riferito che Hamas non è in grado di identificare e rintracciare i 40 ostaggi israeliani necessari per la prima fase dell'accordo di cessate il fuoco. Intanto in un raid a Gaza sono stati uccisi tre figli del capo dell'ufficio politico Hamas, Isamil Haniyeh.
Le notizie di oggi in breve
- Uccisi tre figli del leader di Hamas Haniyeh
- Unifil: rischio di escalation tra Israele e Libano
- Cnn: Hamas non riesce a trovare 40 ostaggi
La diretta
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La compagni aerea tedesca ha annunciato di aver sospeso momentaneamente i voli da e per Teheran in Iran. Un portavoce dell'azienda ha citato come motivo "l'attuale situazione in Medio Oriente", come riportato da VOA News.
Gli Stati Uniti e i loro alleati ritengono che un attacco con missili o droni da parte dell'Iran o da gruppi filo-iraniani a Israele sia 'imminente'. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali il potenziale attacco - possibilmente usando missili ad alta precisione - potrebbe avvenire nei prossimi giorni. I target israeliani che potrebbero essere colpiti sono militari o governativi.
Il gabinetto di guerra israeliano non ha discusso di un piano per uccidere i figli di Ismail Haniyeh e il premier Benjamin Netanyahu non ne era stato messo al corrente in anticipo. Lo hanno riferito l'emittente Kan ed il sito Walla, dopo il raid a Gaza nel quale sono stati uccisi tre dei figli del leader di Hamas e tre nipoti.
L'Idf ha confermato di aver ucciso i 3 figli del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Gaza. Lo ha detto il portavoce dell'esercito spiegando che tutti e 3 "erano operativi militari" di Hamas."Amir Haniyeh - ha aggiunto - era un comandante di cellula delle Brigate Qassam, ala militare di Hamas; Mohammad Haniyeh era un operativo militare di Hamas come Hazem Haniyeh".
Il capo dell'ufficio politico Hamas, Isamil Haniyeh, ha confermato l'uccisione di tre dei suoi figli in un raid israeliano a Gaza. Con loro sono morti anche tre suoi nipoti. "Attraverso il sangue dei martiri e il dolore dei feriti, creiamo speranza, creiamo il futuro, creiamo indipendenza e libertà per il nostro popolo e la nostra nazione", ha detto Haniyeh. La notizia era stata anticipata da Haaretz. Secondo altri media si tratta di un attacco su un'auto che avrebbe coinvolto anche i nipoti del capo di Hamas.
Hamas ha affermato che al momento non è in grado di identificare e rintracciare i 40 ostaggi israeliani necessari per la prima fase dell'accordo di cessate il fuoco. Lo riporta la Cnn che cita un funzionario israeliano e una fonte vicina ai negoziati, sollevando il timore che possano essere morti più ostaggi di quanti siano pubblicamente noti. L'accordo prevedrebbe che durante una prima pausa di sei settimane nei combattimenti, Hamas dovrebbe rilasciare 40 degli ostaggi rimanenti, comprese tutte le donne, nonché uomini malati e anziani. In cambio, centinaia di prigionieri palestinesi sarebbero rilasciati dalle carceri israeliane.
L'esercito israeliano sta attualmente stabilendo un nuovo valico di frontiera a nord di Gaza per agevolare la consegna degli aiuti umanitari nella Striscia. Lo riporta la radio dell'Idf, secondo cui lo Stato ebraico "in questa fase rinuncia ad aprire il valico di Erez, temendo che venga bloccato dai manifestanti israeliani".
L'esercito, secondo l'emittente, spera che l'ubicazione del nuovo valico, che sarà costruito nel nord di Gaza, ma in una posizione meno centrale, renderà difficile per i manifestanti bloccare l'ingresso degli aiuti nell'enclave palestinese.
Il comandante della missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in Libano (Unifil), Aroldo Lazaro, ha affermato che il pericolo di un'escalation al confine tra Libano e Israele è reale. “L'Unifil chiede un ritorno alla cessazione delle ostilità, un passo verso un cessate il fuoco permanente e una soluzione a lungo termine del conflitto”, ha affermato Lazaro in una nota, ripresa dai media internazionali.
Il ritiro da Khan Younis dei militari delle Forze di difesa israeliane e l'ingresso di maggiori aiuti nella Striscia di Gaza sarebbero, secondo Israele, le ragioni che hanno portato al fallimento dell'accordo con Hamas per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Lo scrive il sito di Ynet citando funzionari israeliani, secondo i quali ora Hamas non scenderà a compromessi e queste concessioni “hanno realmente danneggiato i negoziati”.
“Abbiamo rinunciato alla nostra forte merce di scambio per niente” e ora la posizione di Hamas è ancora più difficile da decifrare, scrive Ynet citando fonti israeliane. “Hamas insiste con le sue richieste per la fine della guerra e il ritiro delle truppe, ed è determinato a giocare brutti scherzi con i mediatori”, aggiungono le stesse fonti.
“Se l’Iran ci attacca, li colpiremo”. È la dichiarazione rilasciata oggi da Israel Katz, il ministro degli Esteri israeliano. Si temono ritorsioni, infatti, contro l'attacco al consolato iraniano di Damasco. “Un attacco iraniano a Israele dal suo stesso territorio, piuttosto che tramite gruppi per procura, inviterebbe una ritorsione israeliana”, minaccia Katz in un messaggio pubblicato sulla piattaforma X.
“Se l'Iran attacca dal proprio territorio, Israele risponderà e attaccherà in Iran", twitta Katz in ebraico e persiano, taggando il leader supremo iraniano Ali Khamenei. La minaccia arriva pochi istanti dopo che Khamenei ha detto alla folla a Teheran che "il regime malvagio ha commesso un errore e deve essere punito e lo sarà", riferendosi all'attacco del 1° aprile al consolato iraniano a Damasco, presumibilmente compiuto da Israele.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano di "aver colpito infrastrutture militari che secondo precise informazioni di intelligence venivano utilizzate da Hezbollah" in Siria. In un comunicato pubblicato ieri sera sul loro account X, le Idf dichiarano di "ritenere il regime di Damasco responsabile di tutte le attività che si svolgono sul suo territorio" e che "non consentiranno alcun tentativo di azione che possa portare al radicamento di Hezbollah sul fronte siriano".
L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno 14 persone sono morte in un bombardamento delle forze di Israele che ha colpito una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre è di almeno 33.360 morti e 75.993 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha detto in una telefonata con il suo omologo americano Lloyd Austin che Israele non ha fissato una data per il lancio di un'offensiva di terra a Rafah, contraddicendo il primo ministro Benjamin Netanyahu: lo afferma una fonte del Times of Israel. Gallant ha detto che lo Stato ebraico sta ancora finalizzando i suoi piani per evacuare i circa 1,5 milioni di palestinesi che attualmente si rifugiano nella città meridionale della Striscia di Gaza dopo essere fuggiti dalle aree di combattimento a nord, ha dichiarato la fonte del quotidiano israeliano.