Roma, 1 maggio 2024 – Il premier Benyamin Netanyahu insiste per l'irruzione armata dell'esercito a Rafah, ma gli Stati Uniti continuano a lavorare per un accordo tra Hamas e Israele. E proprio per scongiurare l’operazione di terra nel sud della Striscia di Gaza, che secondo l’Onu sarebbe una “tragedia indicibile”, oggi a Gerusalemme è arrivato il segretario di Stato americano Antony Blinken che ha incontrato il premier israeliano. “Ci sono altri modi – e a nostro giudizio modi migliori – per affrontare la sfida posta da Hamas che non richiedono una grande operazione militare”, ha detto. E poi rivolgendosi alle milizie palestinesi: “Accettate l’accordo sulla tregua e scambio ostaggi-prigionieri per porre fine alle sofferenze se avete a cuore la popolazione palestinese”.
Intanto, secondo l'ultimo bollettino del ministero della Sanità di Hamas, sono almeno 34.568 i palestinesi uccisi a Gaza dal 7 ottobre, mentre i feriti sono saliti a 77.765.
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Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, considera la proposta di intesa per una tregua come «una trappola». Lo riferisce la tv israeliana Channel 12 che cita una fonte vicina a Sinwar, secondo quanto riferisce il Times of Israel. Secondo Sinwar, "la proposta sul tavolo non è una proposta egiziana, ma una proposta israeliana sotto mentite spoglie". La fonte ha riferito a Channel 12 che Sinwar sarebbe riluttante in quanto l'accordo non garantisce la fine della guerra e afferma anche che i recenti commenti a favore dell'intesa da parte dei leader di Hamas in esilio sono privi di significato in quanto non parlano a nome del gruppo.
La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha dichiarato che "nessuna risposta è arrivata ancora da Hamas" sulla proposta di accordo per la tregua a Gaza. "Crediamo che tutti gli sforzi debbano essere compiuti per convincere Hamas ad accettare immediatamente l'accordo", ha aggiunto la portavoce, citata da Haaretz. Fonti israeliane ieri avevano affermato che lo Stato ebraico aspettava una risposta della fazione palestinese sulla bozza d'intesa entro stasera.
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, in visita in Israele, ha suggerito allo Stato ebraico "altre soluzioni" piuttosto che attaccare Rafah, l'ultima cittadina nel sud della Striscia di Gaza dove ci sono un milione e mezzo di sfollati, e allo stesso tempo ha esortato Hamas ad accettare l'intesa, perché in caso contrario mostrerebbe che non gli importa nulla del destino dei palestinesi.
"L'operazione a Rafah non dipende da nulla". Lo ha detto, in riferimento all'incontro con il segretario di stato Usa Antony Blinken, l'ufficio di Benyamin Netanyahu al Times of Israel confermando che l'azione "avverrà". "Il premier - ha aggiunto - lo ha detto chiaramente al segretario di stato Usa Antony Blinken". Un'altra fonte israeliana, riferita sempre da Times of Israel, ha fatto sapere che Netanyahu ha chiarito a Blinken che Israele "è interessato ad un accordo e al tempo stesso a rovesciare Hamas".
Il presidente palestinese Abu Mazen avrebbe rifiutato di incontrare il segretario di stato Usa Antony Blinken perché «è arrabbiato con lui». Lo ha riferito - citata dal sito Ynet - una fonte dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) secondo cui «ogni volta che Blinken visita Ramallah, promette cose che non fa mai». «Per questo - ha continuato - Abu Mazen ha chiesto di non coordinare nessun incontro con lui e ha voluto esprimere la sua protesta per il mancato rispetto delle promesse del passato, soprattutto in questo momento». La fonte ha tuttavia sottolineato che «i rapporti con gli americani non sono in crisi».
Circa 300 manifestanti sono stati arrestati ieri sera a seguito delle proteste alla Columbia University. Lo ha detto in una conferenza stampa il sindaco di New York, Eric Adams. Adams ha parlato di "pervasivo antisemitismo e atteggiamenti anti-israeliani".
Il premier Benyamin Netanyahu ha detto al segretario di stato Usa Antony Blinken che non accetterà un accordo con Hamas che includa la fine della guerra. Lo ha riferito il giornalista Barak Ravid su Axios che cita fonti Usa e israeliane. Secondo Netanyahu - ha continuato - se Hamas non abbassa le sue richieste non ci sarà accordo e Israele entrerà a Gaza.
È terminato a Gerusalemme il lungo incontro tra il premier Benyamin Netanyahu e il segretario di stato Usa Antony Blinken. Lo ha fatto sapere l'ufficio di Netanyahu. Secondo alcuni fonti Usa citate dai media, nel faccia a faccia Blinken ha ribadito l'opposizione dell'amministrazione di Joe Biden ad una operazione militare a Rafah, nel sud della Striscia.
Il segretario di Stato Antony Blinken ha ribadito a Gerusalemme al primo ministro Benjamin Netanyahu l'opposizione degli Stati Uniti ad un assalto israeliano alla città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, secondo quanto riferito dal portavoce del Dipartimento di Stato. Durante l'incontro con Netanyahu, Blinken ha "ribadito la chiara posizione degli Stati Uniti su Rafah", ha dichiarato Matthew Miller, in merito all'assalto di terra alla città, che il Primo Ministro si rifiuta di abbandonare nonostante l'opposizione delle Nazioni Unite e di molte capitali, che temono una carneficina tra i circa 1,5 milioni di civili che vi sono ammassati, la maggior parte dei quali sono sfollati.
"Sono momenti difficili ma anche di speranza perché nel negoziato in corso forse qualcosa si muove, speriamo, non bisogna mai demordere. Comunque la situazione resta in ogni caso molto drammatica, pesante, difficile. Al di là delle questioni militari che comunque esistono e sono gravi, c'è la questione umanitaria a Gaza". Lo ha detto il cardinale di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, al termine della cerimonia per la presa di possesso del titolo di Sant'Onofrio a Roma.
La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha dichiarato che le crescenti proteste a favore di Gaza, nelle università americane come anche in Europa, dimostrano che quella palestinese è una questione "prioritaria" per il mondo. "I sionisti e i loro sostenitori americani ed europei non possono rimuovere questo problema dall'agenda dell'opinione pubblica mondiale", ha poi ammonito il leader iraniano che ha invitato ad aumentare la pressione su Israele. Khamenei ha poi aggiunto che la risposta delle autorita' statunitensi a "semplici" proteste contro la guerra a Gaza dimostra che "l'Iran aveva ragione a essere pessimista sugli Usa".
Scontri e violenze si sono registrati poche ore fa nell'accampamento di protesta contro la guerra a Gaza, allestito dagli studenti all'Università della California, a Los Angeles. Gli scontri sono iniziati dopo che manifestanti filo-israeliani si sono presentati nel campus e hanno iniziato ad attaccare il presidio dei filo-palestinesi allestito una settimana fa.
Una possibile incriminazione da parte della Corte penale internazionale (CPI) di leader israeliani per la loro condotta nella guerra di Gaza rappresenta "un pericolo per le democrazie", ha dichiarato il presidente israeliano Isaac Herzog, invitando i suoi alleati a "opporsi". Funzionari israeliani hanno dichiarato al New York Times che si aspettano che la Corte penale internazionale emetta mandati di arresto per i membri del governo israeliano - che potrebbero includere il primo ministro Benjamin Netanyahu - con accuse relative alle devastanti operazioni militari condotte da Israele a Gaza in risposta a un attacco senza precedenti da parte di Hamas palestinese sul territorio israeliano il 7 ottobre. Secondo il quotidiano americano, la CPI starebbe valutando anche la possibilita' di incriminare i leader del movimento islamista Hamas.
Le sirene di allarme anti razzi dal Libano hanno risuonato al nord di Israele al confine con il Libano. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che durante la notte scorsa, caccia israeliani "hanno colpito obiettivi terroristici degli Hezbollah nell'area di Khiam e Kfarkela" nel sud del Libano, inclusi "posti di osservazione e infrastrutture terroristiche". Centrati anche - secondo la stessa fonte - "infrastrutture militari" degli Hezbollah nella zona Blida e di Odaisseh e Meiss El Jabal.