Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Gerusalemme, 3 estremisti confessano uccisione del giovane palestinese. Pioggia di razzi su Israele, Hamas: "Rappresaglia"

Sempre altissima la tensione dopo la crisi scoppiata in seguito all'uccisione dei tre studenti rabbinici in Cisgiordania e il rogo - opera di estremisti ebrei - di un ragazzo musulmano a Gerusalemme Est. Tre dei sei indiziati confessano

Sderot, 7 luglio 2014: israeliano osserva i danni alla sua casa colpita da un razzo palestinese (AP)

Gerusalemme, 7 luglio 2014 - Sette membri del gruppo militante palestinese Hamas sono stati uccisi da un attacco aereo di Israele sulla Striscia di Gaza. Lo fa sapere l'organizzazione in una nota, precisando che in tutto sono nove i militanti uccisi dai raid della notte. Gli altri due miliziani palestinesi morti, appartenenti a un'altra fazione jihadista, sono stati colpiti a est del capo profughi di Al-Burej, alla frontiera tra la Striscia e Israele (nell'attacco un altro combattente è rimasto ferito). 

BILANCIO - Almeno 14 "siti terroristici" sono stati colpiti nella notte dagli attacchi aerei israeliani (anche con droni) lanciati contro la Striscia di Gaza per rispondere al continuo lancio di razzi verso il territorio israeliano. Il dato è fornito dall'esercito dello Stato ebraico. I militanti hanno lanciato più di 150 razzi nel territorio di Israele nelle ultime settimane: almeno 23 solo tra ieri e stanotte (un razzo ha ferito un soldato israeliano).

 REAZIONE - "Il nemico pagherà un prezzo enorme" ha fatto sapere Hamas - via media - in risposta ai nove morti della notte: sette militanti uccisi quando un attacco ha colpito un tunnel, altri due in un succesivo raid. Ai confini di Gaza la tensione è alta da settimane. In queste ore il governo Netanyahu lavora quindi a una de-escalation nella Striscia. E per evitare lo soppio di un secondo fronte in Cisgiordania (proprio mentre l'ultradestra di Avidgor Lieberman si aggiunge a lasciare l'esecutivo) mette sul piatto della propria credibilità la soluzione - a tempo di record - dell'omicidio del 16enne palestinese Mohammed Abu Khdeir, arso vivo mercoledì scorso da tre ultrà ebrei di Gerusalemme Est in risposta all'uccisione degli studenti rabbinici rapiti il 12 giugno scorso a Gush Etzion, vicino Hebron. Secondo il quotidiano Haaretz, tre dei sei sospetti arrestati ieri in relazione all'omicidio hanno confessato. Non sono disponibili particolari dell'interrogatorio perché lo Shin Bet, il servizio segreto militare che ha in custodia gli indagati, ha imposto l'obbligo del silenzio.

LA TELEFONATA - Non è tutto. Mostrando vero coraggio politico, Netanyahu ha voluto chiamare in mattinata Hussein Abu Khder, padre di Mohammed, per offrirgli le proprie condoglianze ed "esprimergli l'indignazione mia personale e quella dei cittadini d'Israele per il riprovevole omicidio". E' stato lo stesso Netanyahu a riferire in un comunicato il contenuto della conversazione. "Abbiamo agito immediatamente per catturare gli assassini", rivendica nella nota il premier. "Li porteremo a processo, e saranno giudicati con il massimo rigore previsto dalla legge. Noi -  ha sottolineato il premier - denunciamo ogni comportamento brutale. L'omicidio di suo figlio e' ripugnante e non può essere tollerato da alcun essere umano". I funerali del giovane arso vivo saranno celebrati venerdì a Shufat, nell'area di Gerusalemme Est, teatro della tragica vicenda.

HAMAS: TREGUA IN CAMBIO DI 800 PALESTINESI - Se Israele vuole ripristinare le tregua ('hudna') ai bordi di Gaza Israele deve liberare ''gli 800 palestinesi arrestati in Cisgiordania'' a partire dal 12 giugno, in seguito cioè al rapimento dei tre ragazzi ebrei. Lo ha detto all'ANSA una fonte di Hamas. Secondo fonti israeliane la loro cifra sarebbe invece di 400-500. Fra questi sono inclusi 50 membri di Hamas rilasciati due anni fa, nel contesto di uno scambio di prigionieri fra Israele e Hamas.
 
PIOGGIA DI RAZZI SU ISRAELE, LE BRIGATE EZZEDIN AL-QASSAM: RAPPRESAGLIA - Hamas ha sparato una raffica di razzi contro Israele. Lo ha riferito l'esercito israeliano. Poco dopo le Brigate Ezzedin al-Qassam, l'ala armata del movimento islamista al potere nella Striscia, ha rivendicato le azioni, come rappresaglia per "l'aggressione sionista".