Tel Aviv, 7 aprile 2023 - Israele: la tensione in Medio Oriente torna a salire ai livelli di guardia. E l’esercito richiama i riservisti. Due sorelle sono rimaste uccise e la madre risulta gravemente ferita dopo un attacco con armi da fuoco avvenuto vicino alla colonia di Hamra, nel Nord della Cisgiordania. Lo hanno riferito l’esercito e i servizi di emergenza israeliani, citati dai media locali. Le forze di sicurezza hanno fatto sapere che i soldati sono alla ricerca dei sospetti aggressori che che hanno aperto il fuoco contro l’auto, facendola sbandare.
Ma l’episodio è solo l’ultimo. Nella notte l’esercito di Netanyahu ha bombardato con violente esplosioni il sud del Libano, dal quale nella giornata di ieri erano stati lanciati dei razzi, ritenuti palestinesi, nei confronti dello stato ebraico.
Il raid aereo nella notte
Un massiccio raid aereo è iniziato intorno alle ore 3 italiane, a cominciare dalla regione di Tiro, territorio sud-libanese, fino alla striscia di Gaza. Sono oltre dieci i siti di Hamas colpiti secondo quanto riporta l’aviazione israeliana. Le Forze di difesa israeliane hanno fatto sapere di aver colpito obiettivi militari, gallerie e depositi di armi di Hamas nel territorio di Gaza. Un portavoce militare ha inoltre aggiunto che il sistema di difesa aereo ha intercettato all’alba altri razzi di Hamas, ricordando che “lo Stato del Libano è responsabile di ogni aggressione proveniente dal suo territorio”.
“Colpiremo i nostri nemici”
Il premier Netanyahu aveva subito minacciato una pronta risposta agli attacchi di ieri in Galilea: “Colpiremo i nostri nemici e pagheranno un prezzo per ogni loro azione”, ritenendo Hamas responsabile dei 34 missili lanciati dal Libano e dei cinque razzi piovuti dalla striscia di Gaza verso Israele nel giorno di apertura della Pasqua ebraica. Netanyahu ha anche avvertito che non consentirà ad Hamas di “operare dall’interno del Libano”.
L’attacco più grave dal 2006
Un attacco massiccio che Israele ha considerato il più grave fin dal 2006, e per il quale
Netanyahu aveva prontamente convocato il gabinetto di sicurezza e il ministro della Difesa Yoav Gallant in una riunione con gli alti ufficiali dell’esercito, che non escludono inoltre un coinvolgimento dell’Iran. Cresce così inevitabilmente la tensione. Unifil, la Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite, però, rassicura dopo aver sentito le parti: “Israele e Libano non vogliono una guerra”.
Il ministro Crosetto in Libano
In Libano, intanto, è giunto ieri il ministro della Difesa, Guido Crosetto, per una serie di impegni istituzionali in un momento delicato per il sud del paese. Dopo aver incontrato il primo ministro della Repubblica libanese Najib Mikati, rimarcando “il forte legame di amicizia” tra Italia e Libano, Crosetto ha ribadito che “l’impegno italiano per la stabilità regionale proseguirà”. Questa mattina, il ministro ha incontrato a Beirut il Generale Aoun, Comandante delle Forze Armate libanesi: “Le Forze armate libanesi sono fondamentali per stabilità e sicurezza - ha dichiarato - L’Italia continuerà a fornire il proprio supporto nei rapporti bilaterali e in ambito Unifil”.