SANAA (Yemen)C’era anche il numero uno dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus (foto), all’aeroporto di Sanaa, la capitale dello Yemen, al momento dei raid condotti da Israele. Se nel mirino dell’Idf – l’esercito di Tel Aviv –, c’erano gli Houthi, sotto le bombe è finito più di un innocente. È lo stesso vertice dell’Oms a fugare ogni dubbio. "Mentre stavamo per imbarcarci sul nostro volo da Sanaa, l’aeroporto è stato bombardato – racconta illeso Ghebreyesus, in queste ore in missione in Yemen per negoziare il rilascio di alcuni rappresentanti del personale Onu e per valutare la situazione sanitaria e umanitaria nel Paese –. Uno dei membri dell’equipaggio del nostro aereo è rimasto ferito. La torre di controllo del traffico aereo, la sala partenze, a pochi metri da dove ci trovavamo e la pista sono state danneggiate".
Il bilancio finale del raid racconta di quattro persone uccise e 14 ferite o disperse, stando a fonti vicine ai ribelli Houthi, quinta colonna della teocrazia sciita di Teheran in terra yemenita. Ferma la condanna dell’attacco da parte proprio del regime iraniano. "Queste aggressioni costituiscono una violazione chiara della pace e della sicurezza internazionali e un crimine contro il popolo eroico dello Yemen", è stato l’affondo del portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baqaei. Ma il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, vuole andare fino in fondo con i ribelli Houthi: "Continueremio finché non avremo completato il lavoro".
Giovanni Panettiere