Roma, 31 luglio 2024 - Nato in un campo profughi di Gaza, Ismail Haniyeh ha scalato tutti i ranghi di Hamas fino a diventare stretto collaboratore del co-fondatore, lo sceicco Ahmed Yassin, e dal 2017 ricopriva il ruolo di capo politico di Hamas. Ismail con i suoi genitori, come tante famiglie palestinesi, era fuggito dalla città di Asqalan dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948.
Fin da giovane aveva studiato all'istituto al-Azhar, laureandosi in letteratura araba all'Università islamica di Gaza. Il suo impegno politico iniziò nel 1983 quando aderì al movimento precursore di Hamas, il Blocco Studentesco Islamico.
Considerato da sempre alla guida dell'ala "pragmatica" di Hamas, è stato arrestato in Israele a seguito delle manifestazioni di protesta nel 1987 e nel 1988. Nel 1992 è stato deportato assieme ad altri nel sud del Libano, ma è sempre tornato a Gaza: nel 1993 è diventato preside nell'Università Islamica della città palestinese. Sfuggito a vari attentati, e non solo architettati dal Mossad, dal 2006 al 2007 è stato primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese, ma a causa di forti tensioni tra il presidente Abu Mazen e Hamas, il suo incarico di costituire un governo di unità nazionale ebbe vita breve. A quel punto Hamas mise definitivamente le mani sulla Striscia di Gaza, tagliando fuori l'Anp.
E' morto oggi a 62 anni ucciso da un missile guidato contro la palazzina dove si trovava a Teheran, era sposato e aveva avuto 13 figli, tre dei quali sono stati uccisi durante un raid israeliano all'inizio dell'anno. Dal 2019 viveva e operava da Doha in Qatar.
Israele da tempo prende di mira i leader nemici, soprattutto se legati all'Iran. Tra i vari omicidi mirati, commessi in territorio iraniano il più importante fu quello di Mohsen Fakhrizadeh, uno dei massimi scienziati del nucleare iraniano ucciso da un'arma telecomandata nel 2021. Seguì nel maggio 2022 l'eliminazione del comandante dei Guardiani della Rivoluzione, il colonnello Sayad Khodai. Inoltre dopo il 7 ottobre la rappresaglia israeliana, nella Striscia di Gaza e fuori, si è fatta più intensa. Nel mirino soprattutto i militanti e i leader di Hamas come Saleh al-Arouri, vice capo politico, Marwan Issa, vicecomandante dell'ala militare dell'organizzazione, fino all'uccisione in aprile di tre figli e quattro nipoti di Haniyeh. Nel mirino di Israele anche gli Hezbollah, specie dopo la strage di bambini sulle Alture del Golan, così poche ore prima dell'uccisione Israele aveva eliminato Fuad Shukr, uno dei leader di Hezbollah e responsabile secondo gli israeliani dell'attacco in cui un razzo ha ucciso sabato 12 ragazzini in un campo da calcio.