Venerdì 27 Settembre 2024

Isis, pubblicata intervista alla vedova di Coulibaly. Jihadisti verso base con 320 soldati Usa

Lo Stato Islamico ha pubblicato un'intervista alla vedova di Coulibaly, ucciso a Parigi dopo aver preso in ostaggio delle persone in un supermarket. Preoccupazione al Pentagono per l'avanzata dei miliziani dell'Isis verso la base aerea Ayn al-Asad, dove si trovano gli addestratori americani

Le foto sono del 32enne Amedy Coulibaly e la 25enne Hayat Boumeddiene (AFP)

Le foto sono del 32enne Amedy Coulibaly e la 25enne Hayat Boumeddiene (AFP)

Beirut, 13 febbraio 2015  - I militanti del gruppo Stato islamico hanno pubblicato una presunta intervista con Hayat Boumedienne(FOTO), la vedova del terrorista Amedy Coulibaly ucciso dalla polizia a Parigi il 9 gennaio dopo avere preso degli ostaggi in un supermercato. Se venisse confermata l'autenticità dell'intervista, si tratterebbe della conferma che la donna si trova nel cosiddetto 'califfato'. Non è stato infatti possibile confermare se il testo sia autentico. 

Nell'intervista, Boumedienne afferma che la sua "emigrazione" verso il califfato è stata semplice: "Non ho incontrato alcuna difficoltà. Vivere nella terra in cui si applica la legge di Allah è fantastico, mi sento sollevata ora che ho onorato i miei obblighi". La donne dichiara inoltre che suo marito era stato molto felice per la proclamazione del califfato lo scorso giugno e che non voleva guardare filmati dello Stato islamico perché lo tentavano di emigrare in Siria o Iraq e lo distraevano "dal compiere operazioni in Francia".

L'ISIS IN MARCIA SU BASE MILITARE CON 320 SOLDATI USA  - L'Isis ha conquistato parte di una città della provincia occidentale irachena di Anbar dove si trova una base militare che ospita 320 soldati americani. Lo rivela il Washington Post, spiegando che la battaglia tra jihadisti e militari iracacheni. La base aerea Ayn al-Asad, dove si trovano gli addestratori americani delle truppe locali e dei combattenti tribali, si trova a 7,5 chilometri dalla città di al-Baghdadi. L'assalto jihadista è cominciato all'alba con un doppio attacco kamikaze contro un commissariato, e questo, osserva il quotidiano, dimostra che le capacità dell'isis sono ancora attive malgrado i raid aerei della coalizione internazionale. L'esercito americano ha diffuso un comunicato in cui ha confermato "i pesanti combattimenti", precisando che non c'è stato al momento un attacco diretto alla base militare, ma avvertendo che ci sono "notizie di fuco indiretto nelle vicinanze". Secondo il leader tribale Omar Alwani, gli jihadisti erano riusciti ad arrivare a tre chilometri dalla base ma sono stati poi respinti dalla forze di sicurezza irachene e dai combattenti tribali, aiutati dai bombardamenti aerei della coalizione. 

DE MISTURA: ASSAD PARTE DELLA SOLUZIONE - Il presidente Bashar al Assad "fa parte della soluzione" in Siria: lo ha detto oggi il mediatore dell'Onu Staffan de Mistura, dopo quattro anni di combattimenti di cui ha approfittato soprattutto l'Isis. "Il presidente Assad fa parte della soluzione" e "continuerò ad avere delle discussioni importanti con lui", ha sottolineato l'emissario dell'Onu per la Siria che ha appena effettuato una visita di 48 ore a Damasco. Staffan de Mistura, che è intervenuto al termine di un incontro a Vienna con il capo della diplomazia austriaca, Sebastian Kurz, presenterà il 17 febbraio al Consiglio di sicurezza un rapporto per fermare la guerra in Siria. De Mistura ha ribadito la sua convinzione che "l'unica soluzione è una soluzione politica" e che in assenza di un accordo "l'unico che approfitterà della situazione" è l'Isis, che è "come un mostro che attende che il conflitto continui per ottenere dei vantaggi". Il ministro Kurz, da parte sua ha sottolineato che "nella lotta contro l'Isis, può essere necessario combattere dalla stessa parte" di Damasco, anche se "Assad non è e non sarà mai un amico né un partner". Secondo un sondaggio pubblicato ieri, la maggioranza degli abitanti dei quartieri ribelli di Aleppo, nel Nord della Siria, sono favorevoli al congelamento delle ostilità proposto da de Mistura. Ieri, l'esercito siriano ha ancora bombardato delle località ribelli sulle Alture del Golan, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani. In quattro anni, la guerra in Siria ha provocato 220.000 morti, un milione di feriti e quattro milioni di sfollati, ha ricordato de Mistura. 

20 MILITANTI ISIS UCCISI IN RAID - Almeno 20 militanti dello Stato islamico sono stati uccisi nei raid aerei della coalizione internazionale nella provincia di Al Hasaka, nel nordest della Siria. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che gli aerei della coalizione hanno lanciato complessivamente 19 attacchi contro le posizioni degli estremisti nella cittadina di Al Shadadi. Almeno un civile, ha fatto sapere l'ong, è morto a causa delle ferite riportate in questi raid. Le forze del regime siriano hanno bombardato con artiglieria zone controllate dai jihadisti nel sud della provincia di Al Hasaka. Intanto nel nord della stessa regione, nella città di Tal Tamr, membri dell'Isis si sono scontrati con le forze curde delle Unità di protezione popolare. Secondo l'Osservatorio, ci sono state vittime da entrambe le parti.

ISIS: PRESO PALESTINESE SPIA DEL MOSSAD - Una famiglia palestinese di Gerusalemme est vive nell'angoscia dopo che ieri una rivista legata allo Stato Islamico, Dabiq, ha rivelato di aver catturato un suo congiunto - Muhammad Saìd Ismail Musallam, 19 anni - che avrebbe confessato di essere un informatore del Mossad. Il padre del ragazzo ha confermato alla stampa locale che Muhammad è partito di nascosto tre mesi fa per la Turchia, per arruolarsi poi nelle fila dello Stato islamico. Ma ha negato che egli abbia alcun rapporto con i servizi segreti di Israele. Secondo Dabiq, Musallam ha invece ammesso di essere stato arruolato da due agenti israeliani; di essersi addestrato alla periferia di Gerusalemme; e di aver percepito una cifra equivalente a mille euro. A tradirlo, secondo la rivista, è stato il suo atteggiamento "sospetto". Il padre ha replicato che Muhammad, dopo una breve esperienza militare con l'Isis in Siria, voleva tornare a casa e aveva chiesto alla famiglia di finanziargli il viaggio di ritorno. È possibile che sia stato arrestato, ha aggiunto, mentre cercava di fare defezione. Il Jerusalem Post precisa che secondo le stime dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno israeliano) sono alcune decine gli arabi israeliani che combattono con l'Isis in Siria e in Iraq.

IDENTIFICATO KAMIKAZE FRANCESE - Potrebbe essere stato identificato il francese che figurava fra i tre jihadisti che hanno compiuto attacchi suicidi contro le forze governative e delle milizie alleate in Iraq. Lo si è appreso da fonti vicine alle indagini. Si tratta di un giovane di una ventina d'anni originario dell'Est della Francia, partito fra i 15 e i 18 mesi fa per la Siria e poi passato in Iraq, nelle regioni controllate dall'Isis. Le sue posizioni si erano radicalizzate prima della partenza ma non era noto per aver commesso in Francia degli atti legati al suo estremismo, hanno precisato le stesse fonti. Su una fotografia postata due giorni fa su un account di twitter dell'Isis, un giovane sorridente solleva il pollice davanti alla bandiera nera del gruppo jihadista e si presenta con il nome di "Abu Talha al Faransi" ("il francese"). Il messaggio dell'Isis annuncia la sua morte in un attacco compiuto con un camion-bomba contro una caserma di miliziani sciiti nei pressi della base militare di Speicher, nella provincia centrale di Salaheddin. Altre tre foto del jihadista francese sono state postate, di cui una scattata di notte "alcuni minuti prima della partenza" per i luoghi dell'attacco. Il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha parlato a gennaio della morte di almeno 73 francesi "sul teatro delle operazioni terroriste" in Siria e in Iraq.

LIBIA, JIHADISTI PRENDONO RADIO NELLA CITTA' DI SIRTE  - I Jihadisti della filiale libica dello Stato Islamico (Isis) hanno in rivendicato oggi di aver preso sotto il loro controllo una stazione radio locale nella città di Sirte, 500 chilometri a Est di Tripoli, dove ha installato anche il suo quartier generale, secondo quanto riferiscono in rete alcuni siti jihadisti, diffondendo fotografie che mostrano degli uomini armati davanti ai microfoni dell'emittente brandendo i loro kalashnikov. "Hanno preso ieri la radio. Da allora, si diffondono versi del Corano e discorsi di al-Baghdadi (Abu Bakr, il "Califfo" dell'Isis), ha detto a AFP un residente locale che ha parlato a condizione di anonimato. Un ex funzionario locale, confermando che un gruppo armato ha preso il controllo della radio e installato il suo quartier generale, ha espresso la preoccupazione che il gruppo sfrutti "l'assenza di autorità statale per trasformarla in un emirato islamico" come Derna, una città nella parte orientale della Libia sotto l'influenza dei gruppi radicali, compreso l'Isis. "Finora, non li abbiamo visti girare per la città. Sembra che vogliano utilizzare questo mezzo per comunicare con la popolazione", ha affermato ancora l'ex funzionario, prima di aggiungere che la situazione "è molto complessa" in città dove sono presenti diversi gruppi. Città natale di Muammar Gheddafi, Sirte è diventata dopo la caduta del regime nel 2011, una roccaforte dei gruppi radicali, tra cui Ansar al Sharia ("Partigiani della Legge di Dio") che mantiene legami l'Isis. La Libia, nelle ultime settimane, è teatro di una serie di attacchi rivendicati o attribuiti all'Isis: il più spettacolare è avvenuto lo scorso 27 gennaio quando venne assaltato l'albergo di lusso Corinthia nel centro della capitale Tripoli. Un attacco che ha provocato la morte di nove persone, tra cui cinque stranieri.