Roma, 11 gennaio 2024 - L'Iran ha catturato una "petroliera americana" nel Golfo dell'Oman “su ordine del tribunale". La Ukmto, l'Agenzia britannica per la sicurezza marittima, e la compagnia privata Ambrey, hanno confermato l'abbordaggio della nave, petroliera "St Nikolas", da parte di uomini in uniforme. I media statali iraniani hanno rilanciato la notizia: "La Marina della Repubblica Islamica dell'Iran ha sequestrato una petroliera americana nelle acque del Golfo di Oman in conformità con un ordine del tribunale", afferma l'Irna.
Militari iraniani saliti a bordo
La petroliera, battente bandiera delle Isole Marshall e appartenente alla compagnia di navigazione greca Empire Navigation, con 19 greci e 18 filippini a bordo secondo l'agenzia statale greca Amna, è stata assaltata 50 km a est della città costiera di Sahar, in Oman, e dirottata verso la città portuale iraniana di Bandar-e Jask.
Perché l’Iran ha sequestrato la petroliera
L'agenzia di stampa iraniana Fars ha riportato una dichiarazione dei Pasdaran: "Dopo il furto di petrolio iraniano da parte degli Stati Uniti lo scorso anno, la petroliera St Nikolas è stata sequestrata dalla marina iraniana". Il riferimento è quanto accaduto quando un anno fa quando la St Nikolas si chiamava Suez Rajan e fu accusata da Washington di aver trasportato petrolio iraniano sotto sanzione. Di conseguenza il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ne fece sequestrare un milione di barili di greggio di Teheran trovato a bordo, scatenando le proteste iraniane.
Usa: "Rilasciate immediatamente nave e equipaggio"
Washington ha subito condannato l'atto di sequestro e ha chiesto a Teheran di rilasciare "immediatamente" la petroliera e il suo equipaggio. "Il governo iraniano deve immediatamente liberare la nave e il suo equipaggio. Questo sequestro illegale di una nave commerciale è solo l'ultimo comportamento iraniano o consentito dall'Iran volto a interrompere il commercio internazionale", ha affermato Vedant Patel, portavoce del dipartimento di Stato americano.
Houthi: "Determinati ad attaccare i cargo legati a Israele"
L'incidente odierno nel Golfo di Oman è arrivato dopo settimane di pericolosa tensione nel Mar Rosso per colpa degli Houthi filo-iraniani che hanno giurato di attaccare i mercantili dei Paesi alleati di Israele. Minaccia rilanciata anche oggi dal leader del movimento che da anni ha le mani su parte dello Yemen, inclusa la capitale Sanaa. Abdelmalek Badr ad Din al Houthi è apparso in tv: "Siamo pronti a fare tutto il necessario e combatteremo con tutto il nostro coraggio per sostenere il popolo palestinese", ed ha avvertito "siamo più determinati che mai nel continuare su questa strada e a prendere di mira le navi che hanno legami con Israele".
La Prosperity Guardian
A rischio una via marittima da cui passa il 12% dei trasporti commerciali. Così gli Stati Uniti hanno dovuto intensificare le difese per i cargo occidentali. Martedì scorso i mezzi navali della Gran Bretagna hanno abbattuto 18 droni e tre missili lanciati dagli Houthi. Washington ha lanciato a dicembre una coalizione internazionale, la 'Prosperity Guardian', che ha inviato in zona a pattugliare alcune navi USS e un cacciatorpediniere britannico. L'Italia, che presiede il G7, ha aderito inviando nel Mar Rosso la fregata ‘Virginio Fasan’, raggiunta da poco da una seconda fregata la 'Federico Martinengo', che resterà in pattuglia con l’altra nave il tempo necessario per un 'passaggio di consegne' tra i due equipaggi. Al termine del pattugliamento congiunto la 'Virginio Fasan' farà ritorno in Italia.