Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Iran, choc nella città di Qom: "Qualcuno avvelena le bambine per far chiudere le scuole"

I genitori di una delle principali città sante iraniane accusano il governo di negligenza, e c'è chi non manda più i figli a scuola

Iran, scuola elementare (Ansa)

Iran, scuola elementare (Ansa)

Teheran, 26 febbraio 2023 - Le bambine vengono avvelenate da mesi a Qom, è questo l'incubo dei genitori di una delle principali città sante iraniane: qualcuno ha preso di mira centinaia di alunne nel tentativo di far chiudere le scuole femminili.

E se all'inizio della vicenda, sembrava solo una paura di madre un po' apprensive, con l'aumentare dei casi è aumentata anche la rabbia dei genitori. Alcuni si sono rifiutati di mandare le figlie a scuola, altri hanno accusato il governo di negligenza. Il 14 febbraio i genitori hanno manifestato davanti al governatorato della città chiedendo spiegazioni alle autorità. 

Le autorità dopo i primi casi avevano avviato un'indagine sulla misteriosa ondata di malattie, ma no trovarono prove di avvelenamento. Invece ora iI viceministro della Salute, Youness Panahi, ha implicitamente confermato che "l'avvelenamento è stato intenzionale". 

Sebbene non ci siano vittime, molte ragazze sono ancora ricoverate in ospedale. Si ritiene che i primi casi siano stati a novembre quando furono avvelenate almeno 18 studentesse, tutte portate in ospedale con sintomi come nausea, mal di testa, tosse, difficoltà respiratorie, palpitazioni cardiache e intorpidimento e dolore alle mani o alle gambe. L'ultimo avvelenamento ha colpito 15 studentesse, trasferite in un ospedale di Qom il 22 febbraio in condizioni stabili.

Ali Bahadori Jahromi, portavoce del governo, ha affermato che i ministeri dell'intelligence e dell'istruzione stanno collaborando per scoprire la fonte dell'avvelenamento. "È emerso che alcuni individui volevano che tutte le scuole, soprattutto quelle femminili, fossero chiuse", ha reso noto Panahi, ma non sono stati annunciati arresti. Intanto le analisi sulle vittime hanno svelato che si tratta di un avvelenamento causato da "composti chimici disponibili non per uso militare, e non è né contagioso né trasmissibile", ha aggiunto Panahi.