Tel Aviv, 21 ottobre 2023 - Israele prepara l’operazione di terra a Gaza, mentre Usa e parte dell’Ue lavorano affinché Tel Aviv tiri il freno su questo fronte.
L'esercito israeliano sta continuando i suoi preparativi per la “prossima fase della guerra, inclusa l'operazione di terra”, ha detto il portavoce militare aggiungendo che in questi giorni “sono stati approvati piani per espandere le attività operazionali”.
"Le truppe, sia quelle in servizio sia i riservisti, sono schierati sul campo e si stanno addestrando in accordo con i piani operativi approvati”.
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La pressione per un rinvio
Gli Stati Uniti e diversi governi europei stanno però “discretamente” premendo su Israele affinché rinvii l'invasione, dopo il rilascio di due americane ieri sera da parte di Hamas, nel timore che l'operazione possa vanificare gli sforzi per la liberazione di altri ostaggi in un prossimo futuro. A riferirlo è stato un alto funzionario diplomatico israeliano a Times of Israel. I governi occidentali in questione, ha aggiunto la fonte, hanno tutti dei propri cittadini tra i dispersi nell'attacco del 7 ottobre e temono che, più tempo passa, più sarà difficile garantirne il rilascio.
L'alto funzionario diplomatico ha inoltre precisato che questi Paesi non stanno chiedendo a Israele di non lanciare affatto l'invasione di terra, ma di aspettare per vedere se ulteriori sforzi diplomatici per gli ostaggi possano avere successo.
Fuga dal Nord della Striscia
Intanto 700mila palestinesi hanno lasciato il nord della Striscia di Gaza, in seguito alla richiesta di evacuazione della zona chiesto da Israele, hanno reso noto le forze militari ribadendo che chi ancora, a città di Gaza o più a nord, non si è messo in movimento deve farlo per raggiungere la riserva naturale di Wadi Gaza più a sud per la sua sicurezza. Israele intensificherà gli attacchi contro gli obiettivi militari di Hamas e del governo.
"Continueremo a prendere di mira obiettivi che possono porre una minaccia alle forze di terra nella prossima fase della guerra", si precisa. Più di 544mila sfollati hanno trovato spazio nei rifugi allestiti dall'Unrwa. Altri presso loro familiari o amici.