Roma, 18 dicembre 2024 – La guerra è una sfida senza quartiere, il nemico si colpisce ovunque, dove si può e dove è più opportuno. Dentro questa logica è da inquadrare l’attentato con il monopattino - bomba che ha ucciso il generale russo, un ufficiale che nel proprio vocabolario non contemplava la parola pietà e ordinava attacchi biologici e chimici. Nulla di anomalo, dunque, dal punto di vista bellico, anche secondo Andrea Margelletti, principe degli analisti militari e presidente del Cesi, Centro studi internazionali.
Gli ucraini che hanno eliminato il generale Igor Kirillov a Mosca hanno avuto aiuti esterni?
“Non ne hanno bisogno. Dispongono di una rete informativa e operativa fatta di agenti segreti e commandos consolidata in Russia, come i russi ce l’hanno in Ucraina. La guerra si combatte anche così”.
Kiev ha usufruito dell’appoggio di partigiani russi?
“Non credo, è un lavoro fatto esclusivamente dall’intelligence di Kiev, attrezzata e ben preparata per operazioni speciali, perché dispone di grandi professionisti”.
L’attentato fa parte di una strategia che comprende anche altri blitz: a Mosca l’uccisione dell’ingegnere Mikhail Shatski, il regista dell’ammodernamento del sistema missilistico, a Donetsk del direttore della prigione di Olenivka, della scrittrice Daria Dugina e altri?
“Certamente, si cerca di neutralizzare elementi di spicco nei vari settori. È una cosa che in guerra si è sempre fatta. Tutto normale, hanno colpito nello stesso tempo un simbolo e un obiettivo importante”.
L’attentato può avere conseguenze su un possibile piano di cessate il fuoco ipotizzato anche da Donald Trump?
“C’è una guerra e si eliminano i nemici. Le trattative per la pace viaggiano su un altro binario e sono indipendenti”.
Questo episodio può influenzare il vertice Nato di Bruxelles previsto per domani (oggi ndr)?
“Assolutamente no, il vertice Nato si occupa di altri aspetti. L’intelligence ucraina ha individuato delle vulnerabilità nell’apparato russo per poter eliminare un alto ufficiale e l’ ha fatto”.
Gli americani sono stati avvisati preventivamente del blitz?
“E perché mai? Gli Stati Uniti, la Cia, la Nato mica devono essere messi al corrente ogni volta che si spara al nemico. Se l’obiettivo è un capo di Stato allora ci si confronta con l’alleato di riferimento, altrimenti ognuno agisce autonomamente”.
L’Italia fa bene ad inviare altre armi all’Ucraina?
“Non è una questione di bene o male. L’Ucraina è una nazione invasa, non aiutare Kiev non significherebbe essere neutrali, ma stare con la Russia”.
Chi sta vincendo la guerra?
“Lentissimamente la Russia con costi umani altissimi. Ci sono territori ucraini annessi, ma Kiev resiste nel Kursk. È un conflitto modernissimo in un ambiente antichissimo, si combatte con i droni nelle trincee”.
Quando si potrà arrivare ad una cessazione del conflitto?
“Per ora non lo sa nessuno, è una questione politica. Ci sono diversi interrogativi di cui tenere conto. Cessazione del conflitto cosa vuol dire? Che i russi si tengono i territori occupati? Ciò significherebbe la disintegrazione del diritto internazionale. Cosa significa interruzione delle ostilità? Smettono di sparare, bene. Ma quali sono le condizioni? Ci sono ancora troppi interrogativi sul campo”.