Martedì 16 Luglio 2024

L’Aviaria arriva in Antartide per la prima volta: minacciati pinguini, skua e anche mammiferi

Una spedizione guidata dalla Federation University Australia ha rilevato una mortalità elevata per diverse specie di uccelli del continente

Pinguini (Ansa)

Pinguini (Ansa)

Bologna, 10 aprile 2024 – Neanche l’Antartide scampa all’influenza aviaria: a febbraio per la prima volta il virus è stato rilevato nel continente. Cresce quindi la preoccupazione per la fauna locale: pinguini e altri uccelli – alcuni dei quali già minacciati – potrebbero essere pesantemente colpiti dall’epidemia, e l’elevata mortalità potrebbe passare inosservata vista la mancanza di regolari monitoraggi.

Ad essere maggiormente colpiti sono gli skua, dei volatili simili ai gabbiani: a Beak Island 46 esemplari sono stati trovati morti e tutti gli altri 10 testati sono risultati positivi al virus. Molte morti anche tra i pinguini di Adelia di Heroina Island, ben 550 di cui 170 adulti, che di solito hanno una resistenza migliore ai virus e alle malattie.

La ricerca è stata guidata dalla Federation University Australia, con la collaborazione di otto ricercatori internazionali tra cui l’italiano Matteo Iervolino, del Centro Medico Erasmus di Rotterdam. Durante una spedizione nella zona nord-occidentale dell’Antartide capitanata da Meagan Dewar, i ricercatori hanno analizzato animali sani e malati, dopo aver ricevuto segnalazioni su un aumento della mortalità. Sono stati raccolti campioni di feci, carcasse, ma anche di acqua e aria in modo da valutare la diffusione dell’aviaria nell’ambiente. 

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Per l’analisi dei campioni è stato allestito un laboratorio compatto sulla nave, così da non rendere necessario l’invio a ricercatori a migliaia di chilometri di distanza. “Un punto di forza della spedizione è stato proprio il fatto di poter testare in breve tempo i campioni raccolti – ha dichiarato Iervolino all’Ansa – Da quello che sappiamo, è la prima volta che questo è stato possibile in Antartide, e credo che sia un grande vantaggio, anche per monitoraggi futuri, per ottenere risultati più velocemente e rendere anche il campionamento stesso più efficiente”. Eppure, arriva la doccia fredda: “L'identificazione del virus sul campo in questi campioni si è rivelata inconcludente – ha spiegato il ricercatore – bisognerà effettuare studi più approfonditi in laboratorio”. Non solo: “Sono a rischio anche altre specie di pinguini che sono già risultate positive, ma anche mammiferi e altri animali del continente”.

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