Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Influenza aviaria, preoccupa il primo caso umano in Canada: giovane in condizioni critiche. Ignota la fonte del contagio. “Tragico sviluppo”

La malattia è progredita fino a diventare sindrome da distress respiratorio acuto. L'epidemiologa e funzionaria sanitaria della British Columbia, Bonnie Henry: “Si tratta di un evento sentinella, è importante svolgere un'indagine approfondita”. In Francia alzata l’allerta al massimo livello della scala

Il recupero di un uccello morto per influenza aviaria in Israele (foto Ansa)

Il recupero di un uccello morto per influenza aviaria in Israele (foto Ansa)

Milano, 13 novembre 2024 – Un caso di influenza aviaria in Canada, del quale, al momento, non si conosce, l’origine. La notizia del contagio nella provincia canadese della British Columbia è stata ufficializzata dai vertici sanitari sabato 9 novembre, ma ieri si è saputo che il paziente, un adolescente ricoverato al BC Children's Hospital di Vancouver, è in condizioni critiche. Il test risultato positivo all'influenza H5 è ora in fase di conferma in un grande laboratorio governativo. Si tratta del primo contagio umano noto nel Paese nordamericano. C'era stato un caso nel 2014, ma correlato a viaggi.

I sintomi e le cure

L'epidemiologa e funzionaria sanitaria della provincia Bonnie Henry ha però spiegato che si presume che il virus sia H5N1 perché nella provincia circola. Per il giovane paziente i primi sintomi, che si sono manifestati una settimana prima del ricovero, sono stati congiuntivite, febbre e tosse, ha elencato l'esperta. "Prima di questo", prima cioè di contrarre il virus, "si trattava di un adolescente sano, che non presentava patologie pregresse", ha evidenziato l'esperta in conferenza stampa. La malattia è progredita fino a diventare sindrome da distress respiratorio acuto (Ards). Il paziente sta ricevendo farmaci antivirali.

Monitorati i contatti del paziente

Non si sa ancora come l'adolescente si sia infettato con il patogeno che in Nord America circola ampiamente tra gli uccelli selvatici, il pollame e alcuni mammiferi, tra cui i bovini. Il teenager si è sentito male il 2 novembre, è andato in pronto soccorso, è stato dimesso e riportato in ospedale qualche giorno dopo, quando le sue condizioni sono peggiorate. Le autorità canadesi, riporta la 'Cnn', stanno monitorando più di 40 persone entrate in contatto col paziente durante la fase contagiosa. "Sono in corso molti altri test su diverse persone in tutta la provincia per cercare di capire davvero cosa sta succedendo", ha spiegato Henry. Mentre è stato precisato che al momento non ci sono evidenze che qualcun altro si sia ammalato dopo il contatto con l'adolescente. Per ora "non riteniamo che ci sia il rischio che molte persone si ammalino".

A caccia della fonte del contagio

Intanto proseguono anche le indagini per identificare la fonte di contagio: "Stiamo esaminando molto, molto attentamente tutte le potenziali esposizioni ad animali, a uccelli. C'erano altri animali domestici in casa e c'è stato contatto con animali domestici in altre case", ha detto Henry. L'adolescente ha avuto contatti con cani, gatti e rettili, ma nessuno è risultato positivo all'H5N1. Non è stato invece identificato alcun contatto tra l'adolescente e gli uccelli. "Poiché si tratta di un evento così raro e di un evento sentinella, è importante per noi svolgere un'indagine il più approfondita possibile e ci impegniamo a farlo", ha concluso Henry.

I casi negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti nell'ambito dell'epidemia in corso quest'anno ci sono state 46 infezioni umane confermate, ma si tratta perlopiù di lavoratori agricoli che si prendevano cura degli animali infetti. Tutti casi sono stati lievi e risolti con guarigione dopo il trattamento con antivirali.

Sviluppo tragico, minaccia seria per la salute pubblica

Cosa aggiunge a questo scenario il caso del teenager canadese? "Questo è uno sviluppo tragico", ma "purtroppo non sorprendente", ha commentato Jennifer Nuzzo, che dirige il Pandemic Center alla Brown University School of Public Health. "L'H5N1 - ha ammonito - è una minaccia molto seria per la salute pubblica e dobbiamo fare di più per anticiparla, per impedire che più persone si ammalino gravemente o muoiano".

La Francia alza l’allerta

Il livello di rischio legato all'influenza aviaria in Francia è astato elevato il 9 novembre scorso da "moderato" a "alto", il livello maggiore della scala: lo stabilisce un decreto pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale. La decisione è stata presa "considerando la forte e persistente dinamica dell'infezione nei corridoi migratori e la diffusione del virus da parte di questi uccelli migratori, in transito sul territorio francese continentale" e "mira a rafforzare la sorveglianza e il monitoraggio delle misure di prevenzione".

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