Bologna, 11 gennaio 2025 – Los Angeles brucia ancora. Uno "scenario di guerra”, secondo Joe Biden. Oltre 10.000 case distrutte, 14.000 ettari in fumo, 10 morti e danni stimati fino a 150 miliardi di dollari. Biden denuncia i «demagoghi» che strumentalizzano la tragedia, mentre squadre cerca-persone e la Guardia Nazionale lavorano nelle aree evacuate. Imposto il coprifuoco notturno per prevenire saccheggi e facilitare l’evacuazione di 153.000 persone. Indagini puntano sulla rete elettrica come causa degli incendi, mentre l’arresto di un piromane non conferma l’ipotesi dolosa. Trump attacca il governatore Newsom e i dem per la gestione del rischio clima. Newsom ha invitato il presidente eletto in California. Cominciano poi a montare altre polemiche: si discute sulle squadre di pompieri privati impiegati dai ricchi.
I listelli di legno candidi. Il box per il pick-up e un affaccio mozzafiato sull’oceano, a due passi da Malibù. Dentro, una vita che non c’è più. “Ho perso tutti i ricordi”. Umberto Ferri, chef e imprenditore bolognese, fondatore della catena di locali ‘Transilvania’, vive a Los Angeles da vent’anni, dove gestisce un ristorante e si occupa dell’import dei tartufi. Fino a due giorni fa abitava a Pacific Palisades, quartiere di sole e palme, dove il fuoco, alimentato da un vento a 100 chilometri all’ora, non ha lasciato che macerie.
Ferri, tra queste macerie si intravede la sagoma della sua casa.
“Non abbiamo avuto il tempo di portare via nulla. Fino a qualche giorno fa eravamo tranquilli. Poi il vento è cambiato. L’allarme è scattato solo un’ora prima del finimondo: suonava tutto, abbiamo avuto solo il tempo di salvarci”.
E adesso?
“Adesso sto cercando di andare a vedere cosa è rimasto. Ma la città è blindata: la guardia nazionale è ovunque (in ritardo). Ieri (giovedì, ndr) un mio vicino è riuscito ad arrivare nel nostro quartiere a piedi: ha fatto un video, si intravede casa mia. Si riconosce dallo scheletro del mio pick-up, con i fusti di birra sopra. Non si è salvato nulla: ho perso i ricordi di una vita, le foto dei miei genitori, di Bologna negli anni ’60... Avrei voluto tramandarli alle mie figlie, che vivono qui, per far scoprire loro le nostre radici. E invece non c’è altro che cenere”.
Come è adesso la situazione?
“È ancora molto grave. Nel mio quartiere i roghi sono quasi spenti, ma nella parte nord della città è ancora un inferno. Dall’altra parte di Los Angeles, invece, sembra che non sia successo nulla. E un altro problema sono gli sciacalli: è pieno di gente che fruga tra le macerie delle case in cerca di qualcosa di valore da rubare. Molti homeless stanno occupando le abitazioni evacuate rimaste in piedi. È una situazione molto difficile”.
Lei come se la sta cavando in questi giorni?
“Temporaneamente sono ospite della mia ex, dove per fotuna erano anche i miei cani, due lagotti, quando è scattato l’allarme. Sono sani e salvi. Ho avuto moltissime chiamate da amici che mi hanno offerto aiuto, tra poco ho anche appuntamento al Consolato. Mi rialzerò, ora dovrò investire tutte le mie forze qui”.
Voleva tornare in Italia?
“Ho aperto a Pian del Voglio il primo hotel Transilvania e ho un altro locale a Misano. Stavo progettando di tornare, ma adesso dovrò ripensare la mia vita”.