Giovedì 31 Ottobre 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Esteri

In 8 ore la pioggia di un anno. Oltre 90 morti a Valencia: "Intrappolati come topi"

Fenomeno Dana: decine di dispersi, strade come fiumi, auto travolte dal fango. Polemiche per l’allerta in ritardo. Il meteorologo: stessa alluvione di Bologna .

In 8 ore la pioggia di un anno. Oltre 90 morti a Valencia: "Intrappolati come topi"

Fenomeno Dana: decine di dispersi, strade come fiumi, auto travolte dal fango. Polemiche per l’allerta in ritardo. Il meteorologo: stessa alluvione di Bologna .

VALENCIA (Spagna)

Da oltre ventiquattro ore Maria si aggrappa impotente al cellulare nell’attesa febbrile che il fratello le mandi un segnale di vita. Che sia da qualche parte, che sia vivo. L’operaio è una delle decine di persone disperse nella tremenda alluvione che, tra martedì pomeriggio e ieri mattina, ha messo in ginocchio la comunità autonoma Valenciana e altre zone nella parte orientale della Spagna, trasformando le strade in fiumi, travolgendo auto e camion, spezzando vite. Novantacinque, stando alle stime provvisorie del governo socialista di Pedro Sánchez che ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. La Farnesina precisa che al momento nessun italiano figura tra i morti, mentre le autorità spagnole non sono in grado di fornire un dato puntuale sul numero di coloro che mancano ancora all’appello.

Maria aspetta il fratello. "Ho ricevuto il suo ultimo messaggio alle 00:25 di martedì, ma da allora non ho più avuto notizie – è il racconto della donna ai microfoni della radio Cadena Ser –. Lui e i suoi compagni di lavoro si sono rifugiati su un tetto, poi si sono spostati in un capannone. Pensavano che sarebbe stato un posto più sicuro". Anche decine e decine di automobilisti sono stati sorpresi da Dana, questo il nome del fenomeno meteorologico che ha colpito Valencia con una forza che, per la sua tipologia, non si è mai vista in un secolo. Uomini e donne intrappolati nelle vetture come topi, per dirla con le parole di chi si è salvato dopo "aver spaccato con un pugno il finestrino per poter scappare dalla macchina" prima che fosse trascinata via.

"La priorità è trovare i dispersi", detta la linea Sanchez che in queste ore ha ricevuto la solidarietà anche della premier italiana, Giorgia Meloni. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, invece, ha scritto al re spagnolo, Filippo VI, esprimendo "profonda preoccupazione e grande dolore".

In otto ore su Valencia è scesa la pioggia che cade in un anno. L’Agenzia meteorologica statale alle sette circa di martedì aveva innalzato da arancione a rosso l’allerta per la costa sud della città. Si pensava che le piogge avrebbero potuto essere dai 150 ai 180 litri per metro quadrati: si è arrivati a 445. Quanto successo in Spagna è lo stesso fenomeno che si è abbattutto una decina di giorni fa a Bologna. "Si tratta di una circolazione depressionaria che abbiamo già vissuto sul nostro territorio – chiarisce Gianni Messeri, meteorologo del Consorzio LaMMA –. In pratica, l’aria fredda presente in quota rimane isolata, formando una depressione chiusa. Resta nello stesso luogo per lunghi periodi".

Insomma, qualcosa di devastante come mostra un video che circola in Rete nel quale si vedono camion e auto letteralmente ribaltati in autostrada. Le piogge hanno causato blackout che hanno isolato 115mila persone, l’alta velocità è stata sospesa tra Madrid e la Comunità Valenciana. Qui il panico ha spinto la gente a fare scorta di riso, acqua e latte nei supermercati per paura di restare bloccati in casa per giorni. Massima allerta a Barcellona per il rischio di temporali estremi. Ma in queste ore a stingere i denti è l’Andalusia dove si è spostata la perturbazione. Già più di mille gli incidenti in auto.

Stessa alluvione, diverse polemiche. Se a Bologna il sindaco Pd, Matteo Lepore, è stato accusato tra l’altro di allarmismo per aver chiuso scuole e stadi, nella regione di Valencia il governatore Carlos Mazón, del Partito popolare, è finito sulla graticola per aver sottovalutato il fenomeno. Solo 11 ore dopo l’allerta rossa avrebbe dato l’allarme con un messaggio della Protezione civile sui telefonini dei residenti. Proprio quei cellulari che per tanti adesso sono l’unica fonte di speranza per ricevere una chiamata dai loro cari dispersi. In un’angoscia straziante.