Monza – Non si arrestano le polemiche sul caso di Ilaria Salis, la 39enne insegnante di Monza, per la quale è iniziato il processo a Budapest. La giovane brianzola nelle scorse ore è entrata in aula con le manette ai polsi e i ceppi ai piedi, mentre una guardia la trascinava per una catena. Salis è accusata di aver aggredito a febbraio nella capitale magiara due neonazisti, dicono le accuse, cagionando ferite guaribili in 7 giorni, durante la commemorazione del Giorno dell’Onore.
Nel processo, apertosi ieri e subito aggiornato al 24 maggio, la donna rischia fino a 24 anni di reclusione. La Procura ne ha chiesti 11, Salis ha già trascorso quasi un anno dietro le sbarre ungheresi. Attraverso una traduttrice, la 39enne ha continuato a proclamarsi innocente. Alla sbarra c’erano anche due coimputati, un uomo e una donna tedeschi, pure loro accusati di aggressioni compiute nel febbraio scorso nelle strade di Budapest ai danni di estremisti di destra.
Ilaria Salis è cresciuta in Brianza. Diplomatasi col massimo dei voti proprio nel liceo classico della città (lo Zucchi), è detenuta in condizioni che i familiari hanno definito disumane da 11 mesi.
Amante delle scalate in montagna e del teatro, dopo il liceo aveva cominciato a frequentare il nuovo centro sociale Boccaccio, creato 20 anni fa anche da alcuni ex compagni di scuola. Chi l’ha conosciuta durante l’adolescenza la descrive come “una ragazza intelligente, sensibile, timida, molto attenta alle esigenze degli altri. Sensibilissima". Al teatro ribattezzato “La Scala Pericolante“ nel centro sociale, aveva interpretato , forte dei suoi studi classici, “Le Troiane“ di Euripide. Una tragedia antimilitarista. Si è formato un comitato per chiederne la liberazione. "Ilaria è una di quelle persone che quando le incontri non te le dimentichi più – raccontava un’amica -. Era la migliore della classe. Sensibile alle ingiustizie e paladina dei più fragili”.
Da Morgan all’ex parlamentare Pd, Pippo Civati. E poi medici, ricercatori universitari, scienziati, psicologi, attori, docenti, magistrati, avvocati. La comunità del liceo classico Zucchi, cuore della città di Monza, ha deciso di mobilitarsi per Ilaria, Gli ex studenti hanno firmato un appello in favore della 39enne. "Un gruppo eterogeneo di persone accomunate dall'appartenenza, in tempi diversi, alla comunità didattica, educativa e "politica" del Liceo Zucchi di Monza. Con Ilaria abbiamo condiviso spazi, pensieri, timori e slanci dell'età liceale, e come Ilaria tutti abbiamo mosso i primi passi di una consapevolezza di cittadinanza attiva, di partecipazione e responsabilità civile, nelle aule di quella scuola. Ilaria è una di noi. Come ex studentə del liceo Zucchi esprimiamo la nostra preoccupazione per le condizioni detentive cui si trova sottoposta, auspichiamo un suo pronto ritorno in Italia dove le garanzie dello stato di diritto saranno applicate giustamente anche a lei, e ci stringiamo solidarmente intorno alla famiglia Salis". Pochi giorni fa, in piazza Missori a Milano, si è svolta una mobilitazione per chiedere che Ilaria possa tornare in Italia.