New York, 11 dicembre 2024 – I detective lo hanno avvicinato da McDonald nella cittadina di Altoona in Pennsylvania mentre stava mangiando. Non ha opposto resistenza. Un cameriere lo ha riconosciuto e ha incassato i 50.000 dollari di taglia. A quel punto, l’italo-americano Luigi Mangione, 26 anni, ha subito capito che era finita. La sua vita in libertà, ma anche la sua rivoluzione contro i colossi delle assicurazioni mediche che lo hanno portato ad assassinare il super manager della United Healthcare Brian Thompson davanti all’Hilton di Manhattan. Il volto sorridente del killer apparso nelle prime immagini fatte circolare dalla polizia, ha fatto però spazio a uno sguardo rabbioso e inquietante del giovane che in tuta arancione inveiva contro il magistrato che doveva valutare i termini della sua estradizione dalla Pennsylvania a New York. Sembrava una belva nel divincolarsi dai poliziotti. Un cane rabbioso.
Dalla sua storia personale spuntano episodi importanti. Rampollo di una prestigiosa e ricca famiglia di Baltimora, nato e cresciuto in Maryland, a liceo era il primo della classe e poi nel 2020 si era laureato con lode in informatica all’università della Pennsylvania. Sembrava avviato ad una carriera piena di successi.
Secondo alcuni documenti Mangione dal 2022 si era trasferito alle Hawaii e i genitori, che si dicono “devastati” e che non lo sentivano più da mesi al punto da denunciarne la scomparsa, negli ultimi tempi soffriva di forti dolori alla schiena dovuti a un incidente di surf. L’intervento chirurgico che ne era seguito aveva addirittura peggiorato la situazione causandogli importanti problemi di salute. Con l’estate, inoltre, aveva annullato ogni contatto con gli amici. Il 18 novembre, due settimane prima del delitto, la madre Kathleen ne aveva denunciato la scomparsa alla polizia di San Francisco, una delle tappe recenti dell’accusato. Italo-americano di quarta generazione, Luigi veniva da un clan di origine siciliana. Un Nicola Mangione, emigrato da Castrogiovanni (la moderna Enna) era arrivato con vari parenti a Ellis Island nel 1920 per raggiungere a Baltimora il fratello Luigi, già insediato con la mamma e la moglie. Nicholas, il nonno del sospetto assassino, aveva fatto fortuna nelle costruzioni, la moglie Mary era attiva nel settore delle arti. Nino, uno dei 30 cugini di Luigi, è un deputato statale del Maryland, repubblicano e conservatore in linea col resto della famiglia che possiede una radio privata su cui girano talk show di destra (Sean Hannity o Mark Levin ad esempio).
Nei suoi ultimi messaggi social Luigi Mangione diceva “Mi scuso ma andava fatto….” riferendosi all’eliminazione di chi manipolava le assicurazioni mediche. La polizia gli ha trovato una sorta di decalogo in cui Mangione si definisce un erore, un giustiziere e nel quale dichiara simpatie per un personaggio anti-sistema come unabomber. Il suo gesto è stato accolto però dalla rete scontato della sua brutalità omicida e molti lo hanno considerato una sorta di giustiziere. Stupisce, invece, la reazione sul web al suo arresto. Felpe, magliette, berretti, tazze e altri oggetti con su scritte le parole “defend”, “deny”, “depose” incise sulle pallottole trovate sul luogo dell’assassinio del ceo di United Healthcare, hanno spopolato per varie ore su negozi online come Amazon, Ebay, Etsy e Temu. Amazon ha rimosso gli oggetti (tra questi una “Deny Defend Depose T-Shirt” da 24,55 dollari e ) dopo esser stata raggiunta dal Washington Post che per primo aveva notato il proliferare dei gadget legati all’assassinio. Dopo l’assassinio di Thompson i grandi colossi assiurativi si sono attrezzati per rafforzare la sicurezza personale dei loro leader.