Roma, 25 luglio 2023 – "Il fuoco si propaga a velocità impressionante: lo domano e dopo poco riparte". Paolo Tirinnanzi è psicologo clinico, vive ad Olmo, sul ramo aretino che guarda la Valdichiana. Ma ora è a Rodi, l’isola che va a fuoco.
Dove si trova?
"Sono a Salakos, un villaggio dell’entroterra. Circa 400 abitanti, a qualche chilometro dalla costa".
Com’è la situazione dell’incendio?
"Ci stiamo combattendo da mercoledì. Quella sera hanno fatto evacuare l’intero paese".
Lei è in albergo?
"No, nella casa dei nonni materni insieme alla mia famiglia".
Ci racconti...
"Le fiamme si sono propagate con rapidità, da qui l’evacuazione. C’è stata la mobilitazione dei volontari".
Anche lei?
"Sì, conosco il greco e come gli altri ho dato una mano a portare acqua, ghiaccio, secchi".
Finché...
"Non sapevamo dove avremmo dormito: ma dopo le 22 ci hanno fatto rientrare nelle case".
Tutto finito?
"No, era solo l’inizio. Sia giovedì che venerdì le fiamme sono ripartite. Veloci verso la costa, fino a Gennadi".
Momenti di angoscia...
"Domenica dalle 22 a mezzanotte sono stati evacuati otto paesi, 19mila persone, la gente scappava dagli alberghi e dai negozi. Duemila verso il mare, fin sulla spiaggia".
Qual è la zona più critica?
"Ci sono borghi interni in difficoltà come Laerma. Ma il peggio è per la costa orientale, le lingue di fuoco prendono alle spalle i paesi".
E la montagna dei suoi nonni?
"Al momento pare al sicuro, ma da lì altri borghi sono stati aggrediti fino alla costa. Il fuoco entra nelle case, fai fatica a domarlo".
Bastano le squadre di emergenza?
"Il fronte è enorme, il resto lo fanno i volontari, le famiglie che hanno nella coltivazione la prima o la seconda attività".
Fino a quando rimarrete a Rodi?
"Domani (oggi, ndr) una nave ci riporterà in Italia".
Una fuga?
"No, è prenotata da febbraio".
E forse se potesse resterebbe ancora. Senza lasciarsi alle spalle, le fiamme di un incendio che divora l’isola. E minaccia i suoi ricordi.