Martedì 19 Novembre 2024
MARTA
Esteri

Il sì di Biden ai missili a lungo raggio. Mosca minaccia: "Risponderemo". Poi la strage dei civili a Odessa

Il Cremlino: "Dagli Stati Uniti benzina sul fuoco". Almeno 10 morti nel bombardamento di ieri. Borrell (Ue) cerca l’appoggio di tutti i Paesi europei sull’utilizzo delle nuove armi. Lo stop di Tajani.

Il sì di Biden ai missili a lungo raggio. Mosca minaccia: "Risponderemo". Poi la  strage dei civili a Odessa

Il Cremlino: "Dagli Stati Uniti benzina sul fuoco". Almeno 10 morti nel bombardamento di ieri. Borrell (Ue) cerca l’appoggio di tutti i Paesi europei sull’utilizzo delle nuove armi. Lo stop di Tajani.

Ottaviani

Non si è fatta attendere la reazione di Mosca all’autorizzazione del presidente americano, Joe Biden all’Ucraina, di utilizzare i missili Atacms su determinati obiettivi in territorio russo, limitati alla regione di Kursk. Un’ipotesi avanzata anche dall’Alto Commissario per la politica estera Ue, Josep Borell e con la Francia che sarebbe già pronta a consentire l’uso i suoi missili Scalp. "Vladimir Putin non è pronto a negoziare ma vuole l’escalation per raggiungere i suoi obiettivi, che sono conquistare e soggiogare l’Ucraina – ha spiegato Borrell –. È tempo per l’Ue di assumersi le sue responsabilità strategiche e rafforzare il sostegno all’Ucraina. Oggi dico: la storia ci giudicherà quando dovevamo prendere decisione chiave". Ma fra il dire e il fare, c’è di mezzo il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che ieri è ritornato a ribadire il sostegno di Roma all’Ucraina, sottolineando nello stesso tempo che la posizione sull’utilizzo di missili in territorio russo ‘non cambia’ e auspicando la convocazione di una conferenza di pace alla quale partecipino anche Cina (tornata in pressing per "una soluzione politica del conflitto"), India e Brasile per favorire la pace. Da Mosca, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, tuona contro la decisione americana, dichiarando all’agenzia stampa di stato, la Tass, che "avrà risposte appropriate", e ricordando come, per il presidente Putin, un impiego di questo genere significa che i Paesi della Nato sono in guerra con la Russia, con il relativo aumento delle tensioni. "Biden – ha aggiunto Mosca – gettato benzina sul fuoco".

Peskov ne ha anche approfittato per bocciare senza appello il piano di pace che il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, intende presentare al vertice del G20 in corso a Rio de Janeiro e che proponeva di congelare le ostilità lungo la linea di contatto. La proposta, infatti, arriva proprio quando le truppe di Mosca stanno penetrando in Donbas e hanno metà del territorio conquistato dagli ucraini nella regione di Kursk. Anche per questo, il possibile utilizzo degli Atacms è un duro colpo. La decisione di Biden è stata motivata come reazione alla presenza sul campo di battaglia di migliaia soldati nordcoreani, che Mosca ha maldestramente fatto passare come cittadini russi, appartenenti alle minoranze con i tratti asiatici, negando il coinvolgimento di Pyongyang.

Il premier ucraino, Volodymyr Zelensky fa la voce grossa e, dopo una domenica in cui il Paese è stato letteralmente martoriato da missili e droni ha ricordato come l’utilizzo dei razzi americani sia fondamentale per l’esito della guerra. Intanto, però, l’Ucraina brucia. Ieri ci sono stati altri due attacchi da parte delle forze aeree di Mosca. Il primo ha colpito nella notte fra domenica e lunedì la città di Sumy, posta vicino al confine con la regione di Kursk. Il bilancio è di almeno 11 morti, fra cui due bambini e 89 feriti. Il secondo ha preso di mira la città di Odessa, il più importante centro ucraino sul Mar Nero e, secondo molti analisti, il prossimo obiettivo importante del presidente Putin, che vuole togliere all’Ucraina lo sbocco sulla costa. Il bilancio è di almeno 10 morti e 43 feriti. Stando a quanto riportato dalle forze armate di Kiev, sono stati presi di mira soprattutto edifici residenziali. E una zona commerciale.

L’Europa continua a muoversi a macchia di leopardo. La Germania (che continua però a negare a Kiev i missili Taurus) sta consegnando 4.000 droni che operano con l’intelligenza artificiale e che, secondo il ministro degli Esteri di Berlino, Boris Pistorius, possono disattivare le difese elettroniche russe. A Bruxelles, invece, stanno lavorando per stanziare la seconda tranche di finanziamenti provenienti dagli extraprofitti degli asset russi, congelati in Ue ormai da quasi tre anni e che ammontano a circa 1,9 miliardi di euro. Saranno disponibili non prima della primavera del prossimo anno e aiuteranno l’Ucraina a riparare le infrastrutture danneggiate dai russi. La prima tranche era stata di 1,4 miliardi di euro.