Il dolore e le beffe per la famiglia di Alexei Navalny (foto) sembrano proprio non voler finire. Dopo una morte spacciata per naturale dalle autorità russe, adesso la madre, se vuole tornare in possesso del corpo del figlio deve accettare la formula del funerale segreto, ossia senza camera ardente e senza cerimonia pubblica. L’alternativa è che venga tumulato nel cortile della prigione di massima sicurezza oltre il Circolo Polare Artico, dov’è morto una settimana fa. Un ricatto in piena regola, proveniente da autorità che temono un funerale a ridosso delle elezioni presidenziali. L’ultimatum scadeva ieri sera. Intanto, la madre del dissidente ha denunciato gli inquirenti per ‘profanazione di salma’.
Un muro contro muro a cui hanno deciso di aderire 25 intellettuali russi – fra cui il Premio Nobel, Dmitry Muratov – che hanno chiesto ufficialmente la restituzione delle spoglie mortali del dissidente alla madre e alla moglie. "È imbarazzante parlare di questo in un Paese che si considera ancora cristiano, devono restituire il corpo alla famiglia subito" ha dichiarato Muratov. Le autorità, al momento, rispondono con il silenzio, ma non sui social. La macchina delle fake news contro la famiglia Navalny va avanti inesorabile. Ieri ha iniziato a circolare un audio falsificato in cui la madre del dissidente se la prendeva con la vedova, dicendo di disprezzarla e di non permettersi di nominare il figlio.
Marta Ottaviani