Mercoledì 12 Marzo 2025
ANTONELLA COPPARI
Esteri

Il riarmo europeo: "Deterrente anti-Putin". E Ursula cita De Gasperi

Il discorso di von der Leyen al Parlamento Ue: "È l’ora del coraggio". Giorgetti propone d’impiegare i fondi InvestEu. La posizione divide l’Ecofin.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, rilancia il piano per il riarmo europeo

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, rilancia il piano per il riarmo europeo

Ursula von der Leyen procede come un panzer sul suo piano. Di fronte alla Plenaria dell’Europarlamento non concede nulla a sfumature diplomatiche. Si appiglia a una citazione dello statista democristiano Alcide De Gasperi sulla "difesa comune come deterrenza contro attacchi esterni", per esaltare la strategia della nuova Europa. "È finito il tempo delle illusioni", ed è arrivato "il momento della pace attraverso la forza". Nell’aula di Strasburgo, ribatte su un concetto noto: con l’America di Donald Trump e un vicino "ostile di cui non ci si può fidare", come Vladimir Putin non c’è alternativa. "È l’ora del coraggio, è l’ora del riarmo". Del resto il piglio della presidente della Commissione Ue era già evidente dal rifiuto di rivedere il nome del piano, ReArm Europe, come chiedeva il governo italiano e buona parte dei S&D. La posizione così rocciosa mette ancor più nei guai il nostro esecutivo.

Come se non bastasse il dissenso tra FdI-FI da una parte e Lega dall’altra sul tema, ci si mettono anche i ministri Ecofin su un capitolo non certo secondario: come finanziare uno sforzo bellico da 800 miliardi (tanti ne prevede Ursula tra deroghe ai limiti di spesa nazionale per 650 miliardi e prestiti Ue per 150). Giancarlo Giorgetti si presenta ai colleghi con un progetto: utilizzare l’InvestEU, il programma europeo per stimolare gli investimenti. "Una garanzia pubblica di 16,7 miliardi – spiega – attirerebbe fino a 200 miliardi di investimenti industriali aggiunti". Per l’Italia è fondamentale perché qualsiasi altra soluzione, inclusi gli eurobond, provocherebbe un’ impennata del debito. Sottolinea il ministro dell’Economia leghista: "Non possiamo concepire finanziamenti per la difesa a scapito della spesa sanitaria e dei servizi pubblici". L’idea di una difesa basata sugli investimenti privati garantiti dall’Europa e non dai singoli Stati, pur raccogliendo consensi e gli applausi a scena aperta della Francia, per ora non convince del tutto: il dibattito resta aperto. Ma se il governo non riuscirà a far passare la sua formula per limitare l’esborso è evidente che il dissenso della Lega diventerà ancor più radicale.

Il problema è che il dissenso si tradurrà presto in voti: oggi nell’Eurocamera, la settimana prossima nel Parlamento italiano sulle comunicazioni della premier. La risoluzione ad hoc preparata dalla maggioranza che ha votato per von der Leyen è già stata bocciata dal Carroccio. Sembra impossibile che il "no" venga recuperato in nottata. Altrettanto certo il sì di FI. FdI invece qualche dubbio ce l’ha: il testo così com’è, per Giorgia suona un po’ troppo polemico nei confronti di Trump. Ecco perché FdI ha presentato un emendamento in cui sottolinea che per una "pace duratura" serve l’ombrello atlantico e un vertice Ue-Usa-Ucraina e Russia.

Se non passasse, la tentazione di astenersi c’è, ma pure la spinta a votare a favore, per non indebolire il rapporto con Ursula. Passi per l’Europa: divisioni del genere nel centrodestra ce ne sono già state. Il problema grosso si potrebbe presentare nel Parlamento italiano, dove finora la maggioranza sul tema ha sempre votato unita. Due gli argomenti che la premier userà per convincere Salvini: l’allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità, anche se ieri i ministri Ecofin hanno escluso che possa essere allargato ad ulteriori settori oltre la difesa. E il no della maggioranza alla missione sulla quale Macron spinge sempre di più: ieri, alla riunione con i vertici militari di oltre trenta Paesi della coalizione dei volenterosi (per l’Italia era presente in veste di osservatore il capo di stato maggiore della Difesa Luciano Portolano) il Presidente francese ha detto che "di fronte all’accelerazione dei negoziati di pace", è necessario "passare dal concetto al piano, per definire garanzia di sicurezza credibili, non separate dalla Nato".

E se non bastasse, per evitare una spaccatura dolorosa la via d’uscita è partorire un capolavoro di ambiguità, una di quelle mozioni in cui il dire e non dire è tutto. A Palazzo Chigi ci stanno lavorando alacremente.