Venerdì 29 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Il regime di Assad reagisce: "Sradicheremo i ribelli". Il soccorso di Iran e Russia

Jihadisti verso Hama. Mosca bombarda Aleppo, colpito il collegio francescano. Centinaia di morti da inizio offensiva. Civili in fuga, rischio collasso migratorio.

Il regime di Assad reagisce: "Sradicheremo i ribelli". Il soccorso di Iran e Russia

Jihadisti verso Hama. Mosca bombarda Aleppo, colpito il collegio francescano. Centinaia di morti da inizio offensiva. Civili in fuga, rischio collasso migratorio.

di Roberto Brunelli

ROMA

La Siria è in fiamme. Aleppo – la seconda città del Paese – è in mano ai ribelli, il dittatore Bashar Al-Assad, dopo le voci di golpe di sabato, promette di "sradicare il terrorismo con la forza", gli osservatori parlano di centinaia di morti solo negli ultimi giorni, le grandi potenze dell’area stanno tutte posizionandosi nell’ennesimo, sanguinoso, fronte che si è aperto in Medio Oriente, con la Russia che a fianco del regime di Damasco con i suoi caccia lancia nuovi raid contro le posizioni delle forze jihadiste. In attesa di conferme o smentite sull’uccisione, in un raid aereo russo su Idlib, del leader Abu Muhammad Jolani, gli insorti appoggiati dalla Turchia hanno interrotto la loro cavalcata attestandosi alla periferia di Hama.

Dall’altra parte, come previsto, l’Iran non ha atteso troppo per schierarsi con decisione al fianco di Assad. "Appoggeremo con forza il governo e l’esercito siriani contro i gruppi terroristici", ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Aragchi. Il capo della diplomazia di Teheran ha fatto sapere di essersi recato subito a Damasco per portare di persona "il messaggio" di sostegno della Repubblica islamica all’alleato Assad, che sabato ha visto Putin a Mosca. "È ovvio che gli Usa e il regime israeliano sono in combutta con i gruppi terroristici attivi in Siria", ha aggiunto Aragchi.

Intanto nella giornata di fuoco quelli lanciati dalla Russia sono stati cinque attacchi aerei consecutivi: a quanto rende noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani – la Ong con sede in Gran Bretagna – per ultimo è stato colpito un campo profughi nel quartiere di Idlib. Precedentemente sono state colpite anche le zone rurali sempre di Idlib e di Hama, a sud di Aleppo.

In realtà, così gli osservatori, "vaste aree della Siria" sarebbero ormai controllate dai ribelli, che a detta dell’agenzia di stampa di Stato russa Tass conterebbero dopo i raid circa 300 perdite tra i propri combattenti. È la prima volta dal 2012, così l’Ong siriana, che "la città di Aleppo non è più sotto il controllo delle forze del regime siriano, eccetto i quartieri controllati dalle forze curde".

Come anche dodici anni fa, la Siria ancora una volta è il crocevia di alleanze e di contro-alleanze dello scacchiere internazionale. Così, mentre la Casa Bianca imputa la conquista di Aleppo alla "dipendenza" del regime siriano da Russia e Iran e parla del "persistente rifiuto di Assad di impegnarsi nel processo politico" di stabilizzazione dell’area, l’Iran chiama a raccolta tutti gli "Stati islamici". È lo stesso presidente Pezeshkian a dettare la linea: "I Paesi islamici dovrebbero intervenire per fermare la crisi in Siria e impedire agli Usa e a Israele di sfruttare i conflitti interni di altri Stati".

Ma l’autocrate siriano Assad, intanto, dove si trova? Nessuno lo sa con precisione. Le sue dichiarazioni sull’uso della "forza per sradicare il terrorismo" sono arrivate via agenzia Irna in una conversazione telefonica con un dirigente della repubblica filorussa separatista dell’Abkhazia. "Il terrorismo comprende solo il linguaggio della forza", avrebbe detto Assad, "e noi lo schiacceremo e lo elimineremo", minaccia che si estende a "chiunque lo appoggi e lo sponsorizzi". Al suo fianco, oltre al regime degli ayatollah, c’è anche la Giordania: il re Abdullah ha dichiarato che il suo Paese "è accanto ai fratelli in Siria e alla sua integrità territoriale".

È il nostro ministro degli esteri Antonio Tajani a mettere con preoccupazione l’accento sul rischio di un nuovo "collasso migratorio". Dice il capo della Farnesina: "Se scoppia una guerra civile ci saranno delle ricadute anche migratorie. Ed è sempre Tajani a rendere noto che anche il Collegio francescano Terra Sancta di Aleppo è stato colpito da uno degli attacchi russi. "Faccio appello a tutte le parti in conflitto in Siria perché sia tutelata la popolazione civile. Continuiamo ad assicurare ogni possibile assistenza agli italiani in Siria".