Venerdì 22 Novembre 2024
BEPPE BONI
Esteri

Il piano segreto di Zelensky: "Crimea in ostaggio per trattare. Cessate il fuoco entro fine anno"

Secondo il Washington Post, il presidente ucraino avrebbe rivelato la strategia al capo della Cia. Il generale Battisti: "Teoricamente Kiev ha i mezzi militari per portare a termine l’operazione"

Il piano segreto di Zelensky  "Crimea in ostaggio per trattare  Cessate il fuoco entro fine anno"

Il piano segreto di Zelensky "Crimea in ostaggio per trattare Cessate il fuoco entro fine anno"

La buona notizia sul fronte di guerra ucraino sono le grandi manovre di sponda che si registrano intorno all’ipotesi di un ancora lontano negoziato di pace, pur nella fermezza dell’Occidente di assistere direttamente Kiev sul teatro del conflitto. Manovra la Cina sottobanco, tende una mano alla Russia il Vaticano con la visita del mediatore cardinal Matteo Zuppi, capo della Cei, e gli Stati Uniti mettono in campo direttamente il capo della Cia, William Burns. Il numero uno della Central intelligence agency, nelle settimane scorse ha compiuto una visita segreta a Kiev, svelata solo ora dal Washington Post.

L’Ucraina gli avrebbe rivelato un possibile per quanto ambizioso piano per riconquistare parte dei territori occupati incuneandosi verso la Crimea prendendo in ostaggio la penisola. E solo a quel punto aprire trattative verso un cessate il fuoco alla boa di fine anno. Un’ interpretazione più maliziosa vuole che il piano al contrario sia stato in realtà suggerito dagli Usa. E dopo il caso Wagner, William Burns avrebbe anche telefonato, sempre segretamente, al suo omologo russo Sergei Naryshkin, direttore del servizio estero dell’Fsb rassicurandolo sull’estraneità degli Usa nell’ammutinamento delle milizie di Evgeny Prigozhin. Come dire, noi non gettiamo benzina sul fuoco. Si sono detti altro su un possibilei negoziato? Secondo alcuni analisti vicini alla Nato, Burns ha lanciato segnali se non altro per rassicurare Mosca che gli Stati Uniti non hanno l’intenzione di aizzare gli ucraini.

Certo che in questo scenario, come succede nelle guerre, l’America gioca su due tavoli e continua ad assistere con l’Occidente, l’esercito di Volodymyr Zelensky. Infatti potrebbe fornire a breve missili a lunga gittata Atacms (fino a 300 chilometri) e munizioni a grappolo. L’attenzione internazionale, comunque, è fissata sulle mosse del capo della Cia, la cui discesa in campo non è casuale. William Burns è uno degli uomini chiave dell’amministrazione di Joe Biden. È la prima volta infatti, che un diplomatico di lungo corso con 32 anni di carriera in parte trascorsi a Mosca, diventa il numero uno dell’intelligence. Un uomo di raccordo abituato ad agire sul campo. Nel novembre 2021 Burns era corso a Mosca per dissuadere Putin ad attaccare l’Ucraina. Però è andata come sappiamo. Due mesi dopo volò a Kiev fornendo a Zelensky il piano dei russi, consentendo così agli ucraini di bloccare l’avanzata delle truppe scelte dello zar.

Il piano strategico–diplomatico di Kiev, inserito nel contesto della controffensiva, esiste e il dossier è nelle mani della Cia. È fattibile? "Al di là di futuri risvolti legati ai negoziati è teoricamente realizzabile – spiega il generale Giorgio Battisti, analista e primo comandante italiano della missione Nato in Afghanistan – attraverso un’offensiva che taglierebbe il fronte russo a Mariupol per arrivare al Mar d’Azov, interrompendo così le vie di rifornimento delle truppe in Crimea. E con i nuovi sistemi missilistici potrebbero colpire le navi della flotta russa, ma anche basi e snodi logistici. I mezzi ora non mancano all’Ucraina: hanno avuto recenti forniture di carrarmati tedeschi e sistemi di artiglieria di ultima generazione, lanciamissili. La distruzione della diga ha messo in difficoltà la stessa Crimea per i rifornimenti di acqua dolce".

Va però calcolato che i russi hanno realizzato una solida barriera difensiva lungo un fronte di mille chilometri. Quindi la partita è tutta da giocare. L’idea di Kiev è che la Crimea potrebbe diventare una merce di scambio. Solo a quel punto sotto una spada di Damocle davvero minacciosa Vladimir Putin potrebbe accettare una trattativa. L’ammutinamento della Wagner e le nuove purghe contro i generali al fronte sono evidenti crepe nella struttura dell’Orso russo.