
Gli altari per il Papa davanti al Gemelli
Per tutto il giorno al policlinico Agostino Gemelli era sembrata una giornata tutto sommato tranquilla, con il Papa che si presumeva stazionario, la routine dell’ospedale scandita dalle messe, dalle preghiere, dai rosari che ormai tutti i giorni animano la realtà del policlinico ma senza particolari avvisaglie. In serata, invece la doccia fredda. Le condizioni cliniche di Papa Francesco peggiorano. "Nella giornata odierna – si legge nel bollettino diramato dalla sala stampa vaticana poco prima delle 19 –, il Santo Padre ha presentato due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati da importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo. Sono pertanto state eseguite due broncoscopie con necessità di aspirazione di abbondanti secrezioni. Nel pomeriggio è stata ripresa la ventilazione meccanica non invasiva". La chiusa della nota è molto secca: "Il Santo Padre è sempre rimasto vigile, orientato e collaborante. La prognosi rimane riservata". Un bollettino medico dunque, "non molto positivo" commenta l’urologo dell’Ospedale del Mare, Francesco Maria Fabrizio, colpito da una severa polmonite durante la pandemia di Covid. "Da una fase di ripresa si è passati a una fase di alternanza e clinicamente non è un buon segno", spiega. Francesco dopo la crisi di broncospasmo di venerdì scorso da cui si era sostanzialmente ripreso, non sembra rispondere bene alle terapie ed è così costretto ora a rimettere la maschera per l’ossigenazione accudito ancor più premurosamente dai due infermieri di fiducia, Massimiliano Strappetti ed Andrea Rinaldi. "È stato un pomeriggio un po’ più difficile", spiegano poi in serata fonti vaticane, il Papa ha sperimentato "la sofferenza di una persona cui manca il respiro". Per quanto riguarda l’accumulo di muco, "è una conseguenza della polmonite bilaterale, una reazione da parte dei bronchi e dei polmoni che accumulano muco per eliminare i batteri. Si genera così uno spasmo, una costrizione e si respira con maggiore fatica nel tentativo di espellere quello che c’è dentro".
A rassicurare appena, trapela anche che quanto avvenuto "non è un elemento nuovo, è una conseguenza di quello che c’è" e a riprova di ciò si fa sapere che "i valori del sangue restano invariati senza crescita della leucocitosi, cioè l’aumento dei globuli bianchi". Insomma, per il Papa "non si tratta di un’infezione che sta crescendo ma sono le conseguenze dell’infezione in corso". Le notizie non positive gettano comunque sconforto tra i fedeli che pregano incessantemente per la sua guarigione, tanti anche in San Pietro dove il flusso di pellegrini arrivati per il Giubileo non si è interrotto in questi giorni. Proprio ieri, anche se ormai nella consueta forma scritta, il Papa aveva fatto arrivare la sua voce di denuncia, affermando, in un messaggio inviato all’Assemblea generale della Pontificia accademia per la Vita, con la data del 26 febbraio e vergato "dal Policlinico Gemelli", che non sarà "la tecnocrazia a salvarci". "Assecondare una deregulation utilitarista e neoliberista planetaria significa imporre come unica regola la legge del più forte – ha scritto Francesco –, una legge che disumanizza". Una riflessione che indica come anche nella degenza il Papa rimanga aggiornato sugli sviluppi dell’attualità mondiale. La sua lotta per tornare lui stesso a parlare ed agire in prima persona sulla scena globale, si è fatta però in queste ore più dura.