Mercoledì 17 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Il mistero di Navalny: "Doveva essere liberato. Scambio tra prigionieri bloccato da Putin"

Il team del dissidente: due anni di trattative, l’intesa era nella fase finale "Stiamo cercando una sala per un funerale pubblico nel fine settimana" .

Nella caleidoscopica vicenda Navalny ogni giorno una nuova verità, ed è presto per dire se tale o presunta. Il 19 febbraio la vedova di Alexei Navalny, Yulia Navalnaya, ha detto che "sapeva esattamente perché Putin ha ucciso Alexei tre giorni fa". E ieri, Maria Pevchikh, presidente della Fondazione anticorruzione di Navalny, ha rivelato a cosa si riferiva Navalnaya.

Secondo la denucia contenuta in un video pubblicato nel suo canale YouTube, il dissidente russo sarebbe morto "pochi giorni prima di venire liberato sulla base di uno scambio di prigionieri che era nella fase finale di negoziazione" ma che si era bloccato per il netto rifiuto di Vladimir Putin.

Secondo la sua ricostruzione, l’accordo prevedeva, in cambio della scarcerazione di Navalny e di due cittadini americani, il rilascio di Vadim Krasikov, ufficiale dei servizi di sicurezza russi FSB, che Putin definì "un patriota", detenuto in Germania per l’omicidio dell’ex comandante di campo ceceno Zelimkhan Khangoshvili avvenuto a Berlino nell’agosto del 2019. "Mancava solo l’assenso finale di Putin – dice Pevchikh nel video – per concludere l’accordo a cui si stava lavorando da due anni perchè dall’inizio del conflitto in Ucraina avevamo raddoppiato gli sforzi per far uscire Navalny dal carcere nel timore, poi rilevatosi fondato, di un peggioramento della sua situazione detentiva", con il trasferimento in una remota colonia penale nell’Artico.

Pevchikh ha sostenuto che a svolgere la mediazione e "a presentare la proposta per scambiare Navalny" sarebbe stato Roman Abramovich, l’oligarca russo ed ex proprietario del club calcistico britannico Chelsea, che avrebbe agito come "informale negoziatore per la comunicazione con autorità americane ed europee". Secondo Pevchikh, l’accordo poteva essere chiuso già nella primavera del 2023, ma poi soltanto lo scorso dicembre si è tornati a lavorarci in modo attivo, fino alla possibile conclusione, in questo mese di febbraio. "Si supponeva che Navalny venisse liberato – ha sostenuto Pevchikh – dopo che all’inizio di febbraio era stata presentata un’offerta dettagliata a Putin. La sera del 15 febbraio tutto appariva in una fase finale. Invece il giorno dopo Putin ha ucciso Navalny comportandosi da pazzo mafioso". A suo avviso Putin avrebbe deciso di uccidere Navalny, "perché lo riteneva troppo pericoloso".

Ma gli americani frenano. "Erano in corso discussioni iniziali riguardo uno scambio di prigionieri, che avrebbe coinvolto Alexey Navalny e cittadini americani, ma non era stata fatta nessuna offerta formale" prima della morte, il 16 febbraio scorso, dell’oppositore russo. È quanto ha riferito una fonte occidentale alla Cnn. Le fonti citate dall’emittente americane non hanno confermato se queste discussioni iniziali coinvolgessero effettivamente Krasikov né hanno indicato chi fossero i cittadini Usa coinvolti, anche se è probabile che si trattasse del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich e di Paul Whelan. Un portavoce del governo tedesco non ha voluto commentare le dichiarazioni che arrivano dallo staff di Navalny mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, è stato categorico: "Non so nulla di un tale accordo".