Da Gaza all’Iran passando per il Mar Rosso: la guerra si allarga, il Medio Oriente brucia. Ieri è stato il giorno della vendetta del Pakistan contro Teheran dopo l’attacco iraniano che martedì aveva fatto sei morti. E si è consumato un duplice attacco aereo americano in Yemen per distruggere 16 piattaforme missilistiche Houthi appena caricate e pronte al lancio. In mattinata aerei pachistani hanno colpito nella zona di Saravan, città nella provincia sudorientale iraniana di Sistan e Balucistan. Il bilancio è, secondo fonti iraniane, di 9 morti. Islamabad ha rivendicato i raid, sostenendo di aver colpito "nascondigli usati da due organizzazioni terroristiche: l’Esercito di Liberazione del Balucistan e il Fronte di Liberazione del Balucistan". Da anni il Pakistan – dotato di armi nucleari – e l’Iran – sotto osservazione internazionale per il suo programma atomico – si accusano a vicenda di ospitare gruppi di separatisti baluci al confine.
L’Iran ha definito "sproporzionato e inaccettabile" l’attacco, e ha convocato l’incaricato d’affari pachistano, specularmente alla convocazione dell’ambasciatore di Teheran dopo l’attacco di mercoledì in Pakistan. La Cina si è offerta di mediare; inviti alla calma pure da Turchia, Russia, Unione Europea. Anche la Casa Bianca "non vuole un’escalation" tra i due Paesi, ma secondo il presidente Joe Biden gli attacchi pachistani contro l’Iran "dimostrano che il regime degli ayatollah non è molto amato nella regione".
In Yemen gli americani ieri hanno effettuato altri due round di attacchi – il quarto e il quinto – contro postazione Houthi. Il primo, attorno all’ 1 di notte, è stato effettuato con il lancio di missili Tomahawk da navi e un sottomarino contro 14 postazioni missilistiche. Successivamente, è stato effettuato anche un quinto strike, stavolta con aerei, contro altri due piattaforme missilistiche che un aereo spia aveva visto in posizione di lancio.
"I raid contro gli Houthi continueranno fino a quando questi non fermeranno gli attacchi contro le navi nel Mar Rosso" ha detto il presidente Joe Biden. Immediata la replica degli Houti: "Continueremo a vietare alle navi israeliane e loro associate e a quelle statunitensi, militari o commerciali, di entrare nel Mar Rosso e Mar Arabico".
In Israele intanto il premier Netanyahu ha ribadito il suo “no“ a qualsiasi ipotesi di creazione di uno Stato palestinese e di averlo detto "ai nostri amici americani". Secca la replica Usa: "Washington continuerà a lavorare in Medio Oriente per una soluzione a due Stati".
Alessandro Farruggia