Giovedì 5 Settembre 2024

Il maxi rimpasto di Zelensky: "La guerra logora anche il governo". L’ambasciatore: segno di debolezza

Tre ministri si sono dimessi, due vice verso l’uscita. Giallo sul futuro di Kuleba, che lascia gli Esteri. Stefanini: "Al leader ucraino servono forze fresche, ma non vedo un intento punitivo a priori".

Il maxi rimpasto di Zelensky: "La guerra logora anche il governo". L’ambasciatore: segno di debolezza

L’abbraccio tra due uomini dopo l’attacco missilistico. russo che ha ucciso sette persone a. Leopoli

di Marta

Ottaviani

Governo di Kiev, si cambia. Il presidente Volodymyr Zelensky si prepara al più grande rimpasto dall’inizio della guerra e intanto fa i conti con il bilancio della strage di Poltava, dove due missili russi hanno provocato la morte di oltre 51 persone e il ferimento di 270; e il nuovo bombardamento russo a Leopoli, in una zona protetta dall’Unesco, e a Kryvyi Rih. Anche qui sono coinvolti diversi civili, fra cui bambini. Le indiscrezioni si rincorrevano da giorni. Ieri il presidente Zelensky ha fatto sapere che potrebbe esserci a breve un cambio di oltre metà dell’esecutivo. L’analisi più profonda la si potrà fare solo con la lista definitiva dei ministri in uscita. Ma già da adesso, si può valutare il rimpasto come un’epurazione o una dimostrazione di debolezza da parte dell’esecutivo.

A pensarla così è l’ambasciatore Stefano Stefanini, con una lunga carriera da diplomatico alle spalle e attualmente consigliere dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi). "Per avere un termine di paragone – spiega l’ambasciatore – quella che l’Ucraina sta combattendo da oltre due anni è una guerra per molti versi simile alla Prima Guerra Mondiale. Si tratta di una guerra di attrito, di trincea, dove anche a livello politico sicuramente si sente la stanchezza. Per dare una lettura completa della situazione dovremmo essere all’interno dei corridoi del potere a Kiev. Ma, per usare una metafora calcistica, possiamo dire che forse Zelensky sta tirando fuori i ministri che vede più stanchi per sostituirli con forze più fresche. Non ci vedo un intento punitivo a priori". E, in effetti, lo stesso presidente ha parlato di "sforzo necessario" per dare un nuovo vigore all’esecutivo. "L’autunno – ha dichiarato – sarà estremamente importante per l’Ucraina e le nostre istituzioni statali devono essere impostate in modo tale da consentirci di ottenere tutti i risultati di cui abbiamo bisogno, per tutti noi".

Non è la prima volta che il leader prende decisioni energiche. A settembre 2023 aveva licenziato Oleksii Reznikov, all’epoca ministro della Difesa, a seguito di una serie di scandali per corruzione. Diverse anche le sostituzioni negli apparati di sicurezza e nelle forze armate. In questa tornata, al momento, a presentare la lettera di dimissioni sono stati il ministro per l’Ambiente, Ruslan Strilets, il ministro per le Industrie strategiche, Oleksandr Kamyshin e il ministro della Giustizia, Denys Maliuska. Vicine all’uscita anche la vice prima ministra per l’Integrazione europea ed euroatlantica dell’Ucraina Olha Stefanishyna e la vice prima ministra per la reintegrazione dei territori occupati ucraini Iryna Vereshchuk.

C’è poi il giallo Kuleba. Ieri mattina si era diffusa la voce che il ministro degli Esteri, uno degli uomini chiave dell’esecutivo e sicuramente uno di quelli con la maggiore visibilità internazionale, avesse presentato la sua lettera di dimissioni. Per lui si parlava già di un possibile incarico come ambasciatore a Bruxelles. Ma il parlamento ucraino ha fatto sapere di averle posticipate. Non è dato di sapere a quando. Il partito Servitore del Popolo, al governo del Paese, ha spiegato che non ci sono motivi per accettare le dimissioni. "In linea di massima – conclude l’ambasciatore Stefanini – quando una persona si dimette o viene sostituita, è sempre bene aspettare a vedere che altro incarico andrà a ricoprire. Questo dice molto di un rimpasto di governo. Nei prossimi giorni, dunque, sapremo se si sia trattato di una misura punitiva. Se Kuleba dovesse davvero essere rimosso dal suo incarico e appuntato come ambasciatore a Bruxelles, per esempio, questa non sarebbe certo una punizione. Al contrario significherebbe che Zelensky ha bisogno di un diplomatico con esperienza e fedele in un posto chiave".