Colpevole di tutti e trentaquattro i capi d’imputazione per aver commesso una frode nel tentativo di nascondere uno scandalo sessuale. Donald Trump è il primo ex Presidente della storia americana e attuale candidato alla Casa Bianca condannato in un processo penale. Il suo avvocato, Todd Blanche, ha chiesto al giudice Juan Merchan di fissare l’udienza in cui verrà quantificata la condanna nella seconda metà di luglio. Blanche ha chiesto inutilmente al giudice di annullare il verdetto, dichiarando che era impostato sulla testimonianza di Michael Cohen, ex avvocato di Trump e tuttofare, un uomo condannato per aver detto il falso e bugiardo dichiarato. Merchan ha respinto la mozione.
I giurati hanno raggiunto il verdetto dopo oltre undici ore di camera di deliberazione sui 34 capi d’accusa contestati a Trump per il pagamento nel 2016 della pornostar Stormy Daniels che aveva minacciato di rivelare di aver fatto sesso con lui. Il verdetto è arrivato in anticipo rispetto alle previsioni di alcuni analisti giudiziari e questo è parso subito un cattivo segnale per Trump. Quando sono entrati in aula e si sono sistemati al loro posto, un giurato ha rivolto uno sguardo a
Trump, gli altri non lo hanno fatto. Ma il verdetto è stato più duro del previsto e delle attese. La pressione che i Repubblicani hanno fatto nelle settimane scorse sembrava un modo di influenzare almeno un membro dei giurati. Bastava un solo no per non far scattare il verdetto di colpevolezza.
Pochi minuti prima che i giurati rientrassero nell’aula al quindicesimo piano del grattacielo della Corte Suprema dello Stato di New York, era entrato il procuratore di Manhattan Alvin Bragg. Eric Trump si era seduto dietro il padre. Alla lettura del verdetto Trump è rimasto fermo, impassibile. Quando i giurati hanno lasciato l’aula, il tycoon è rimasto da solo. I legali si erano allontanati. Ora Trump è ufficialmente un “felon”, un criminale.
"È stato un processo farsa, è una vergogna. Sono un uomo innocente", ha detto Trump fuori dall’aula annunciando che "continuerà a combattere". "Il vero verdetto sarà il 5 novembre", ha aggiunto. "Questo paese è finito all’inferno. Tutti sanno cosa è successo qui", ha proseguito Trump, che si è scagliato contro il procuratore distrettuale di Manhattan e l’amministrazione Biden, che secondo lui hanno influenzato il caso.
Trump potrà comunque impugnare la sentenza al Tribunale d’appello di Manhattan, magari sostenendo di non essere stato sottoposto a un procedimento equo o di non essere stato assistito in modo efficace sul piano legale. Trenta i giorni di tempo per notificare le proprie intenzioni e sei mesi, eventualmente, per il ricorso in secondo grado.
"Il verdetto di colpevolezzo contro Donald Trump dimostra che nessuno è al di sopra della legge", ha fatto sapere la campagna del presidente Joe Biden nella prima reazione ufficiale dei democratici sulla sentenza.
Marco Principini