Roma, 17 luglio 2019 - Scacco al baro. Tutte le volte che tornava dalla toilette, il 58enne Igor Rausis – natali ucraini, nazionalità lettone, nazionalità scacchistica ceca (dopo aver difeso anche i colori del Bangladesh) – dava una svolta impressionante alle sue partite. E sempre più spesso vinceva. Scalando la classifica mondiale sino al numero 53. Questa insolita ascesa – per età, modalità e complicità vescicale – aveva insospettito gli avversari. E così la scorsa settimana, al torneo di Strasburgo, i giudici sono andati a colpo sicuro. Con una telecamera nascosta nel bagno del Pavillon Josephine del Parc de l’Orangerie, hanno inchiodato il Gran Maestro cosmopolita al suo doping cerebrale: seduto sulla tazza del water chiedeva lumi e simulazioni al suo smartphone. Eliminazione immediata e prospettiva di lunga squalifica se non di radiazione.
"Ho semplicemente perso la testa", si è contrito il Gran Maestro (dal 1992), che con una dichiarazione scritta ha riconosciuto la sua totale responsabilità. E annunciato l’addio alle competizioni. "Cosa posso dire di più? Almeno quello che è successo servirà da lezione: non per me, dato che ho già giocato la mia ultima partita". Carriera finita, insomma, per la vergogna di aver truffato gli avversari, con l’aggravante di essere il giocatore più anziano tra i primi cento delle graduatorie mondiali. Il progresso di quasi 150 posizioni in pochi mesi aveva fatto scattare molte spie. In particolare quel miglioramento così improvviso appariva incompatibile con i modelli matematici elaborati dal professor Kenneth Regan per la World Chess Federation (la Federazione internazionale degli scacchi). Difficile stabilire se la tardiva maturazione agonistica sia stata integralmente propiziata via smartphone, o se invece abbia essa stessa generato – in una patologica ansia da prestazione – la crescente necessità di aiuti digitali.
"Esistono molti programmi che fanno calcoli e strategie molto più rapidamente del cervello umano", spiega Daniel Roos, patron di Strasburgo, a Les Dermières Nouvelles d’Alsace. Imbarazzo per tutti e torneo rovinato.
A Rausis, che pure ha sorvolato sui precedenti exploit, gli organizzatori hanno concesso l’onore delle armi: "Ha ammesso l’errore. Tra noi e lui non sappiamo chi fosse più triste. Ma non ha ammazzato nessuno". Anzi, il Gran Maestro in odore di squalifica ora potrebbe diventare l’involontario testimonial della guerra ai bari avviata a livello internazionale. Al tempo dell’Intelligenza artificiale (Alphazero di Google è già in grado di stracciare i migliori motori open source) due uomini di fronte a una scacchiera sono due Re solo se giocano davvero pulito.