
La scena di un attacco con droni sulla città ucraina di Zaporizhia, dove è stata uccisa una famiglia
La Cina scende letteralmente in campo, mentre gli Stati Uniti e la Russia continuano un dialogo a due come se l’Ucraina non esistesse. Pechino, secondo il Welt Am Sonntag, il supplemento domenicale del quotidiano tedesco Die Welt, starebbe valutando di unirsi alla cosiddetta coalizione dei volonterosi europei. Lo hanno rivelato fonti diplomatiche di Bruxelles, secondo le quali il coinvolgimento del Dragone – che avrebbe fatto qualche sondaggio in questo senso – potrebbe potenzialmente mantenere più sicura l’Ucraina e portare la Russia a rispettare le condizioni di pace.
Intanto, però, si continua a sparare. Ancora l’atra notte, le zone di Le regioni di Zaporizhzhia, Kharkiv, Sumy e Kiev sono state colpite da 179 droni di cui 100 intercettati dagli ucraini. Non abbastanza, però da evitare una carneficina. A Zaporizhzhia una famiglia è stata uccisa. La vittima più giovane aveva appena 14 anni. "Ancora una volta la Russia ha violato il cessate il fuoco e ucciso una ragazzina di 14 anni con uno Shahed" ha commentato il capo di gabinetto del presidente ucraino Volodymry Zelensky, Andriy Yermak. Il numero uno di Kiev, ieri, è stato in visita alla città di di Pokrovsk, nel Donetsk, che da mesi si trova sulla linea del fronte ed è stata oggetto di molteplici attacchi.
Domani si riprende a trattare. La delegazione americana sarà nuovamente in Arabia Saudita, dove incontrerà prima il gruppo di negoziatori ucraino e poi quello russo. Le due fazioni, però, non si incontreranno direttamente, particolare che la dice lunga su quanto, anche se costrette a un accordo, il terreno comune sia quasi inesistente. Proprio per questo, le operazioni saranno piuttosto complesse. I colloqui si terranno in stanze separate, con intermediari che trasmetteranno messaggi da un luogo all’altro. "Si seguirà il modello della shuttle diplomacy in un hotel" ha dichiarato Keith Kellogg, l’inviato speciale della Casa Bianca per la Russia e l’Ucraina.
A Washington però c’è aria di grande ottimismo e anche Mosca si aspetta ‘grandi passi’. Più che altro, sono sicuri che l’Ucraina cederà a tutte le richieste. Fra quelli che vogliono chiudere l’accordo al più presto, c’è sicuramente Steve Witkoff, l’inviato speciale della Casa Bianca, che ieri ha concesso una lunga intervista all’ex di Fox news Tucker Carlson, accusato di essere simpatizzante del presidente Vladimir Putin. "Credo che Zelensky stia tentando il suo meglio – ha spiegato Witkoff, che la settimana scorsa ha incontrato il presidente Putin per oltre tre ore -, credo che sia in una posizione molto, molto difficile ma sta fronteggiando una nazione nucleare, nonché una nazione che ha quattro volte la sua popolazione. Per lui è arrivato il momento di concludere un accordo. Il presidente Trump può fargli ottenere il miglior accordo possibile".
Witkoff non ha escluso che in Ucraina, dopo la fine della guerra si vada al voto, con Zelensky che, secondo l’inviato speciale, non ha possibilità di essere rieletto e ha incoraggiato gli alleati europei a non dissuadere il numero uno di Kiev dall’accettare il compromesso. Gli Usa, insomma, guardano già avanti.