Giovani, falchi, fedelissimi e pronti alla lotta. Donald Trump li ha scelti anche belli e tatuati per cambiare il volto dell’America. Competenti per guidare il ministero della Giustizia, della Difesa e dell’Intelligence però è tutta un’altra cosa. Senza parlare della Sanità affidata a Robert Kennedy jr che non crede nei vaccini. Il presidente eletto con una stragrande maggioranza potrebbe però scoprire presto di non essere del tutto onnipotente. E rischia di dover fare i conti con un ammutinamento inaspettato dei senatori repubblicani e di altri leader come l’ex vice presidente Usa, Mike Pence, tutti pronti a mettersi di traverso per non far passare alcune di queste nomine chiave. Che dovranno ricevere il voto del Senato.
Si tratta di Matt Gaetz, 42 anni, ex deputato della Florida indicato a guidare la Giustizia: si è appena dimesso dalla Camera per far decadere un’indagine per violenza sessuale nei confronti di una minorenne e per aver fatto uso di droghe. Pete Hegseth 44 annI, invece, è un commentatore di Fox News con un passato nei marines e un presente pieno di tattoo: sullo stesso pende una denuncia per violenza sessuale. Ma sarà dura anche per Tulsi Gabbard, 43 anni, ex deputata delle Hawaii accusata di essere una spia dei russi alla quale Trump ha affidato il compito di coordinare tutte le 18 agenzie di intelligence del Paese, Cia inclusa.
Donald ha già fatto circolare un messaggio ultimativo nel quale sostiene che, se fosse necessario, lui "ordinerebbe" al Senato di non riunirsi e deciderebbe tutte le nomine controverse da solo. Ma il nuovo leader repubblicano, John Thune, ha detto che non rinuncerà al ruolo di selezionatore. E potrebbero essere addirittura quasi 30 i repubblicani della fronda.
Qualcuno vede in queste scelte controverse, se non un atteggiamento provocatorio e di disprezzo per i due rami del Parlamento Usa, quantomeno il tentativo di rivincita di Trump e la punizione dei nemici politici. Al Pentagono è già scattata una sorta di autodifesa dei generali che non ci stanno ad essere licenziati, perché giudicati troppo ’liberal’ per di più indicati in una lista nera da una commissione misteriosa che Trump vuol mettere in piedi, esterna all’immensa struttura militare. L’agenda aggressiva e punitiva del presidente eletto che scatterà il 20 gennaio e non può prescindere dalla nomina di questi giovani falchi se vuole risultati subito. Per raccontare le sue riforme il tycon si affida a Karoline Leavitt, la nuova portavoce della Casa Bianca di sempre. Con i suoi 27 anni sarà la più giovane di sempre. Cattolica e da poco mamma – ha un bimbo di tre mesi –, Leavitt ha avuto un ruolo chiave nella comunicazione durante la campagna elettorale del 2024 del presidente-eletto, proponendosi come la voce di riferimento per i giovani conservatori e non.