Lunedì 22 Luglio 2024
GIOVANNI SERAFINI
Esteri

I Giochi hanno già paralizzato Parigi. Transenne, controlli e qr-code. Per la baguette serve il documento

Strade chiuse e posti auto spariti: 30mila agenti presidiano il centro. Ci si muove solo con i lasciapassare. La rabbia dei francesi: "Palchi e costruzioni provvisorie hanno reso la Ville Lumière irriconoscibile". .

I Giochi hanno già paralizzato Parigi. Transenne, controlli e qr-code. Per la baguette serve il documento

I Giochi hanno già paralizzato Parigi. Transenne, controlli e qr-code. Per la baguette serve il documento

Parigi, 22 luglio 2024 – Vista dal ponte di Bir-Hakeim, il più vicino alla Tour Eiffel, la Senna è bellissima. Silenzio, pace assoluta, non una chiatta, non una peniche, l’unico segno di vita è un gommone della Gendarmerie che sfreccia in direzione dell’Alma. Bella e sinistra in questo silenzio surreale, la Senna si prepara al tumulto delle competizioni che fra quattro giorni daranno il via ai giochi olimpici di Parigi, trentatreesimi della serie. Un appuntamento al quale la città arriva stremata, dopo anni di cantieri e di lavori che hanno sconvolto il traffico e la vita quotidiana della gente.

Parigi sull’orlo di una crisi di nervi, con gli abitanti che hanno la sensazione di essere messi da parte, spogliati della loro città. Parigi blindata da transenne, giganteschi palchi metallici, gradinate, pensiline che la rendono irriconoscibile. Place de La Concorde, il Trocadero, la spianata degli Invalidi completamente sommersi da costruzioni provvisorie (speriamo!) riservate agli spettatori che hanno il biglietto per assistere a presentazioni e premiazioni. Non si era mai vista un’Olimpiade così, nel pieno centro di una città. L’intenzione era ovviamente far affluire da tutto il mondo migliaia di turisti pronti a pagare per godersi lo charme dello sport e al tempo stesso scoprire le bellezze della Ville Lumière: peccato che della città non vedranno un bel niente, visto che muoversi liberamente nelle zone toccate dai giochi (cioè dappertutto) è davvero impossibile.

I disagi sono enormi per i cittadini, in particolare per chi abita nei quartieri che si affacciano sulla Senna, teatro degli eventi. È il mio caso. Per comprare una baguette debbo esibire un QR, un lasciapassare come ai tempi del Covid. La mia strada, che conduce alla Tour Eiffel, è sbarrata, chiusa al traffico.

I poliziotti (una ventina, a turno) stazionano qui giorno e notte. Le uniche auto parcheggiate sono le loro. Hanno lasciato aperto solo un varco fra due transenne davanti alle quali si raggruppa una folla di anziani, mamme coi passeggini, turisti sperduti. I controlli sono rigidi. Gli agenti (30mila a Parigi, mandati qui da ogni angolo della Francia) puntano un lettore laser sul Qr-code.

Se la risposta è un “bip” con luce verde, lasciano passare, altrimenti niente. Ho visto un’anziana, sprovvista di pass, che indicava disperatamente il portone di casa sua, a tre metri di distanza: ci sono volute infinite discussioni, esibizione del documento d’identità a tre successivi agenti e infine l’intervento diretto di un superiore per risolvere la situazione. "Hanno sequestrato la nostra città, siamo tutti degli ostaggi", ha commentato con rabbia appena superato il pericolo.

Rabbiosi sono anche i commercianti, che sognavano incassi fantastici grazie ai Jeux e si ritrovano invece con bilanci ridotti della metà rispetto all’anno scorso. Le scansie dei negozi restano piene e i clienti latitano: moltissimi parigini sono andati in vacanza in anticipo per evitare seccature, altri rinunciano a uscire perché numerose stazioni del metrò sono chiuse e circolare è sempre più difficile, anche in bicicletta o a piedi. Sono migliaia le prenotazioni alberghiere annullate all’ultimo momento per il timore di attentati, nonostante le dichiarazioni rassicuranti del ministro dell’Interno ad interim Gérald Darmanin: "Non esistono minacce concrete", ha detto.

Altro pericolo, il Covid: ci sono casi in aumento da alcune settimane e l’arrivo massiccio di visitatori – 15 milioni di persone fra il 26 luglio e l’8 settembre, secondo le stime globali – non promette niente di buono. Si respira aria di stress nella Ville Lumière. Il clima plumbeo che grava sull’economia e sulla politica sta contaminando purtroppo anche la festa dei JO.