Roma, 4 dicembre 2024 – "Le persone hanno paura, alcuni generi alimentari cominciano a scarseggiare e i punti di distribuzione nella città si stanno svuotando velocemente". Dopo il terrore, ad Aleppo, è scoppiato il panico. A raccontarlo è padre Bahjat Karakach, responsabile dei francescani in Siria. La situazione resta caotica: Aleppo è ormai preda dei gruppi jihadisti antigovernativi e nei giorni scorsi proprio il Terra Santa College gestito dai religiosi è finito al centro degli scontri, poiché si trova proprio nella zona nord-occidentale della città. "È stato colpito da un attacco aereo – racconta ancora –, un missile ha distrutto una delle sezioni del monastero. I nostri due confratelli che erano presenti fortunatamente stanno bene".
I ribelli, che attualmente hanno preso il controllo della città, hanno cercato di rassicurare la comunità cristiana, ma "diverse persone sono impaurite, non si sentono al sicuro riguardo il futuro e pensano sia meglio abbandonare la città", continua Karakach. I francescani, intanto, si sono rimboccati le maniche e hanno già riaperto alcune sezioni della struttura, tra cui il panificio e la mensa (che dà mille pasti al giorno). "La sera dopo la messa continuiamo a distribuire il pane – dice il responsabile locale –, e raddoppieremo l’aiuto mensile che diamo alle famiglie della nostra parrocchia che sono rimaste".
Le famiglie sono alle prese anche con continui sbalzi di connessione telefonica, che rende difficile comunicare con i parenti e informarsi sulle sorte della guerra: "Le linee – spiega ancora via WhatsApp padre Bahjiat – delle compagnie siriane che abbiamo finora usato sono interrotte, resta internet, ma non sappiamo ancora per quanto". La recrudescenza delle violenze ad Aleppo ha provocato intanto lo sfollamento di circa 10mila persone, che si aggiungono alle centinaia di migliaia arrivate in Siria nelle ultime settimane. Questo, insieme a "una situazione di vuoto delle istituzioni pubbliche", comincia a far diffondere il timore di "un caos imminente", e in molti hanno già "denunciato di avere subito dei furti".
Pur nella complicatissima situazione di questi giorni, padre Karakach e la sua comunità hanno da subito cercato di mantenere la calma tra i fedeli, guardano anche al prossimo Natale: "Per un attimo i nostri giovani avevano dubitato che potessero fare il presepe, che quest’anno ha come tema il Giubileo della speranza. Ma proprio questo tema li ha spinti a riprendere le forze per continuare la loro opera". E ieri mattina, "decine di persone si sono offerte per pulire la chiesa e così prepararla alle prossime feste, questo aumenta il senso dell’appartenenza alla comunità, perché la vita non si ferma ma va avanti".