Sabato 2 Novembre 2024

Hvaldimir, il beluga da guerra avrà una riserva marina. La storia della "balena di Putin"

Una fondazione è nata per creare un santuario per i cetacei addestrati e scaricati dall'uomo, come il beluga 'spia' trovato nel 2019 in un fiordo norvegese con la scritta 'attrezzatura di San Pietroburgo'

Hvaldimir, il beluga ribattezzato la balena di Putin

Hvaldimir, il beluga ribattezzato la balena di Putin

Roma, 7 novembre 2022 - Hvaldimir, la balena di Putin, presto troverà rifugio in una riserva marina creata appositamente per lei e per altri cetacei che come lei sono stati addestrati, o sono reduci da una cattività, che li ha resi incapaci di vivere in mare aperto. Hvaldimir è una balena beluga e la sua storia è particolare, da film di 007. Il bianchissimo cetaceo fu avvistato per la prima volta nel 2019 nei pressi del villaggio di pescatori di Inga in Norvegia. Fu subito chiaro che non si trattava di un beluga come altri: era socievole, interagiva con i pescatori e soprattutto aveva indosso una imbracatura con la scritta 'attrezzatura di San Pietroburgo'. 

Lo scalpore fu tanto, e il beluga fu ribattezzata Hvaldimir, nome nato dall'unione del norvegese hval (balena) e Vladimir (Putin). Si parlò di mammiferi addestrati alla Marina russa per un programma top secret, sia per difende le navi nei porti (Come poi si è verificato nella guerra in Ucraina dove le corrazzate russe attraccate in Crimea sono difese da delfini addestrati, ndr), ma si sospetta anche per azioni di attacco o di sabotaggio. Del resto la Nato aveva e ha un programma simile con i cetacei addestrati. 

Hvaldimir da allora è diventato sempre più famoso, complici i video postati su YouTube da turisti incuriositi, e dal documentario a lei dedicato sul National Geographic. Il punto è che la beluga di Putin è troppo abituata a stare con gli uomini, e non sa cavarsela in mare aperto: si avvicina troppo alle reti e agli allevamenti di salmoni norvegesi, rischiando una reazione dei pescatori locali. Ora questo splendido e intelligente animale, scrive il Guardian, ha conquistato il cuore dell'imprenditore britannico, Adam Thorpe, che ha creato la fondazione OneWhale per per raccogliere fondi per creare un santuario delle balene in un fiordo norvegese per aiutare Hvaldimir e altri cetacei come lei. Intanto la balena di Putin è seguita da vicino, in attesa che sia pronta la riserva naturale i cui lavori dovrebbero iniziare all'inizio del 2023 vicino alla città di Hammersfest. 

Thorpe ha spiegato alla stampa: "È stata chiaramente addomesticata e ha una personalità meravigliosa ho pensato, se potessimo creare un santuario o una riserva, che protegga la balena dal traffico delle barche, potrebbe pescare da sola e vivere una vita il più naturale possibile".

In Crimea i delfini proteggono le corrazzate

Sono intelligenti, veloci e imbattibili in acqua, quindi i delfini, già addestrati dai sovietici e poi da Putin, ma anche dagli americani (e molti altri), sono considerati un'arma difensiva insuperabile contro attacchi da parte di sommozzatori guastatori. In Ucraina la Russia li ha schierati in difesa della flotta del Mar Nero all'ingresso del porto di Sebastopoli. Gli analisti Usa hanno individuato 5 delfini, di cui due furono addestrati dagli ucraini in Crimea, ma finirono nel 2014 nelle mani dei russi. I delfini si aggirano nel porto e nelle immediate vicinanze e vengono monitorati attraverso segnali eco convertiti che permettono agli oparatori di ricevere informazioni in tempo reale su mine o qualsiasi oggetto in movimento sott'acqua.