Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Chi sono gli Houthi, il terzo fronte della guerra. Minaccia sul Mar Rosso: “Attaccheremo ogni nave diretta in Israele”

Solo nell’ultimo mese la flotta navale Usa è intervenuta una decina di volte per proteggere le navi cargo israeliane ed occidentali dagli assalti dei ribelli yemeniti

Gli Houthi a bordo del cargo Galaxy Leader

Gli Houthi a bordo del cargo Galaxy Leader

Roma, 10 dicembre 2023 - Di fatto per Israele si è aperto un terzo fronte, quello del Mar Rosso con il movimento yemenita Houthi, molto vicino all'Iran perché sciita, e deciso ad intercettare ogni nave diretta verso Israele. Ma se Tel Aviv è intervenuta direttamente a Gaza, e in Libano ha usato razzi e bombardamenti per rispondere agli attacchi di Hezbollah, nel corridoio strategico tra il Mediterraneo e l'Oceano Indiano si è affidata agli Stati Uniti, e ad altre forze occidentali, messe in campo proprio per contrastare gli atti di pirateria dei ribelli yemeniti. Gli Houthi hanno minacciato di attaccare tutte le navi dirette in Israele indipendentemente dalla bandiera battuta o dalla nazionalità dei loro proprietari o operatori, tutte “diventeranno un obiettivo legittimo per le nostre forze armate”.

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Gli Houthi sono miliziani yemeniti sostenuti dall'Iran e addestrati dagli Hezbollah libanesi. Sono nati nel 1992 dal movimento "Gioventù credente", sorto nel governatorato di Ṣaʿda, nel Nord del paese, e fondato da Muḥammad al-Ḥuthi e da suo fratello Ḥusayn, membri della famiglia Ḥouthi, da cui il nome al gruppo. La "Gioventù credente" ebbe una forte presa sulla popolazione, anche grazie ai circoli scolastici e campi estivi d'istruzione per "promuovere la rinascita del ramo sciita zaydita" a Ṣa'da.

Profondamente anti-statunitensi e anti-israeliani, parteciparono alla rivolta yemenita del 2011 e alla seguente Conferenza Nazionale del Dialogo, ma respinsero le offerte del Consiglio di cooperazione del Golfo che proponevano l'immunità per il vecchio presidente Ṣaleḥ, accusato di corruzione. Quindi con in mano i Governatorati di Ṣaʿda e di al-Jawf, e quasi quello di Ḥajja, gli Houthi lanciarono un attacco diretto sulla capitale yemenita di Ṣanʿaʾ. Nel 2012 gli Ḥouthi controllavano la maggior parte dei Governatorati di Ṣaʿda, al-Jawf e Ḥajja, aprendosi la strada al mar Rosso.

Tra il il 2004 e il 2010, gli Houthi hanno condotto sei guerre contro l'acerrimo nemico Ali Abdallah Saleh, che per oltre trent'anni ha controllato lo Yemen. Nel 2015 era scesa in campo anche l'Arabia Saudita che in una coalizione di 9 Paesi in sostegno al presidente, fuggito nel frattempo a Riad. Lo stesso Saleh però chiederà a Riad di smettere di bombardare il suo Paese, in ginocchio per un'epidemia di colera. Ma per questa vicinanza ai sauditi fu accusato dagli Houthi di essere un traditore e fu ucciso nel 2017.

Gli Houthi, appartenenti al ramo sciita degli Zayditi, una setta vicina ai sunniti, possono contare su stretti legami ideologici con il gruppo dei Duodecimani, la maggioranza in Iran, Iraq e Libano. Durante la guerra civile accusarono il governo yemenita, sunnita, di essere di supporto a movimenti di terrorismo come al Qaeda e Isis. A sua volta il goverrno di San'a li accusava di essere filo-iraniani, Paese a maggioranza sciita.

Negli anni si sono distinti per gli attacchi alle navi occidentali che passavano per il Mar Rosso, diventando un problema a livello internazionale. Infatti la posizione dello Yemen è strategica, dalle sue coste si controlla il passaggio per lo stretto di Bab al-Mandab, tra Mar Rosso e Oceano Indiano. E nonostante più di 10 anni di guerra, che ha visto contrapposti lo schieramento filo-iraniano e quelli sostenuti dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, alleati di Washington e vicini a Israele, dalla scorsa primavera Teheran e Ryad hanno ripreso i rapporti diplomatici bilaterali grazie alla mediazione della Cina.

E lo stesso governo di Sana'a fa parte dell'Asse della Resistenza anti-israeliana guidato dall'Iran e composto anche da Hamas, dagli Hezbollah e dalle forze irachene anti-americane. Alla fine è stato l'odio per Israele a mettere d'accordo le diverse facce dell’Islam.

Le forze yemenite ribelli quindi si sono subito messe in azione con periodici attacchi missilistici contro il porto israeliano di Eilat, distante circa duemila chilometri, e prendendo di mira navi commerciali di proprietà di armatori israeliani.

La flotta navale Usa nel Mar Rosso è intervenuta un decina di volte nell'ultimo mese a difesa delle navi cargo entrate nel mirino di Sana'a. Solo domenica scorsa il cacciatorpediniere USS Carney ha abbattuto missili e droni lanciati dalle forze yemenite contro 4 navi cargo. Mentre oggi una fregata della Marina francese ha intercettato e abbattuto droni lanciati dallo Yemen.