Venerdì 22 Novembre 2024
LUCA BOLOGNINI
Esteri

Himalaya, due terzi dei ghiacciai rischiano di scomparire entro 80 anni

Lo studio choc: "Fenomeno irreversibile, se la temperatura si alzerà di 4,4 gradi entro il 2100". I primi effetti già visibili sull'Everest

Himalaya, ghiacciai (Afp)

Himalaya, ghiacciai (Afp)

Kathmandu, 4 febbraio 2019 - Anche l'Everest piange. Due terzi dei ghiacciai dell'Himalaya rischiano di vaporizzarsi entro il 2100. A lanciare l'allarme è un pool di oltre 210 esperti, i 'dottori delle montagne', che per cinque anni ha eseguito un check-up completo alle vette più alte del mondo. “Se il riscaldamento globale e le emissioni di gas serra non verranno ridotte, la temperatura sulla catena montuosa più famosa del pianeta – si legge nell'Hindu Kush Himalaya Assesment – si alzerà in circa 80 anni di 4,4 gradi”. Una previsione fosca, che tradotta in conseguenze materiali, significa minor accesso alle risorse idriche, distruzione dell'attuale catena alimentare e migrazioni di massa nella regione. “I ghiacciai dell'Himalaya, che si estendono per oltre 3.200 chilometri, infatti, garantiscono acqua e risorse - scrive il New York Times - a un quarto della popolazione mondiale”.

Ma le conseguenze del cambiamento climatico cominciano già a farsi sentire. Per arrivare sulla vetta dell'Everest fino a pochi anni fa quasi tutti gli scalatori sfidavano la seraccata del Khumbu, una vera e propria cascata di ghiaccio. Per i suoi imprevedibili movimenti - velocissimi e in grado di aprire crepacci mortali sotto gli scarponi degli alpinisti – è da sempre considerata la più pericolosa del mondo. Secondo l'International Center for Integrated Mountain Development, il Khumbu, a causa delle temperature sempre più alte, si sta ritirando di 20 metri ogni anno. Affrontare la seraccata che si affaccia sul Nepal è diventato sempre più rischioso. Nel 2014 ben 16 sherpa hanno perso la vita a causa di una valanga che ha devastato la cascata di ghiaccio. "E così molte compagnie che promettono di portare i turisti sulla vetta dell'Everest – scrive il Washington Post – hanno preferito spostare il loro campo base in Tibet".

I dottori delle montagne sono preoccupati. "Invertire il trend è un qualcosa che a livello industriale – si legge nel Hindu Kush Himalaya Assesment - non ha precedenti nella storia dell'uomo. Come se non bastasse, le vette sono particolarmente sensibili al cambiamento climatico. Si sa che alle alti latitudini, come ad esempio nelle regioni artiche, gli effetti dei gas serra sono più forti. Ma ormai appare sempre con più chiarezza che si registra un effetto simile anche per quanto riguarda l'altitudine". E così se non avverrà quello che molti esperti considerano un miracolo, l'Everest smetterà di piangere solo quando non avrà più lacrime.