Giovedì 21 Novembre 2024
BEPPE BONI
Esteri

Hezbollah e il fronte del Nord. Politica, armi, odio per Israele. Il Libano ostaggio del partito-Stato

Ancora scontri con l’esercito di Tel Aviv al confine. Se la tensione sale la guerra potrebbe allargarsi

Roma, 21 ottobre 2023 – La mano presentabile muove i fili della politica e partecipa ai lavori del Parlamento, l’altra aziona le batterie di razzi o tira il grilletto del kalashnikov. La conformazione di Hezbollah, il Partito di Dio, è incomprensibile per noi europei, ma perfettamente logica nell’inferno mediorientale dove spesso è difficile distinguere le milizie paramilitari dai movimenti riconosciuti anche dalla comunità occidentale. Hezbollah in Libano è uno Stato dentro lo Stato, finanziato e sostenuto dall’Iran con una doppia anima, politica e guerrigliera, che ha un unico obiettivo dichiarato dai vertici: "Non accetteremo mai che Israele possa esistere". Più chiaro di così.

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Il partito armato anche ieri è stato impegnato in una guerra a bassa intensità nel sud del Libano in scambi di artiglieria con Israele. In mezzo ci sono 10mila militari Unifil dell’Onu che poco o nulla possono fare mentre i missili passano sulle loro teste e qualche miliziano Hezbollah si infiltra attraverso la Linea blu e viola il confine di Israele. Le forze israeliane hanno dichiarato di aver ucciso un terrorista e di aver bombardato l’area di Kfar Shuba e le fattorie di Bastra e Shanou, Hezbollah sostiene di aver attaccato cinque postazioni a Shebaa. È il bollettino quotidiano. Ma il rischio che mezzo mondo teme è che le scaramucce si trasformino in un secondo fronte di guerra con le milizie libanesi a fianco di Hamas.

Hezbollah dispone di 14 seggi in Parlamento, ma nello stesso tempo ha armato un esercito di 100mila uomini ben addestrati, con un arsenale di 150mila razzi e missili, sistemi antiaerei Sa-6, razzi Katyusha, missili Fair, micidiali, droni iraniani già visti all’opera in Ucraina, tank. Hanno unità speciali, un servizio di controspionaggio, kamikaze pronti a immolarsi. E il Partito di Dio dispone pure di un sistema di welfare nei villaggi del sud del Libano che gli porta consenso popolare. L’Iran è pronto a sostenere un attacco contro Israele, ma non si comprende per ora fino a dove vuole spingersi Hezbollah. I vertici iraniani nei giorni scorsi in Libano e hanno incontrato quelli del Partito armato. Top secret i colloqui, ma certo non hanno discusso di sostenibilità.

Questo scenario spiega perchè l’ala paramilitare del partito è molto più potente di Hamas. Per il Mossad, il controspionaggio israeliano, è il più forte movimento terroristico del mondo. E non si sbaglia. Gli Stati Uniti intanto hanno avvicinato le portaerei nel Mediterraneo con l’intento di Show the flag , mostrare la bandiera, ma nello stesso tempo insistono sul leader Netanyahau affinchè eviti l’incendio libanese.

Hezbollah nasce nel 1982 durante la prima guerra in Libano come reazione all’invasione israeliana. Pur essendosi istituzionalizzata rimane un’organizzazione politica paramilitare musulmana sciiita che predica odio contro Tel Aviv e gli Usa. Il suo leader indiscusso è Hassan Nasrallah che odia gli israeliani anche perché anni fa uccisero suo figlio Hadi. Pianse a lungo e in un luogo solitario, ma si dichiarò felice di essere diventato padre di un martire. L’organizzazione nacque anche su spinta del Corpo delle guardie della rivoluzione dell’Iran, il grande burattinaio del terrore, con lo scopo di unire le forze dei gruppi sciiti libanesi mentre era in corso la guerra civile fra forze cristiano-maronite e musulmane. Fanatismo religioso, terrorismo, attentati suicidi, antisemitismo radicale. Il Partito di Dio è un ordigno innescato. Il leader Hassan Nasrallah nel 2008 è sceso in campo con le armi in Libano quando l’allora premier Fouad Siniora provò a smantellare l’organizzazione. Si sfiorò una seconda guerra civile, evitata grazie alla mediazione della Lega Araba, con la formazione di un governo di unità nazionale. Così il Partito di Dio è entrato a far parte dei governi costituiti nel 2009, nel 2011, nel 2014 e nel 2018. Ma l’Occidente ha ben chiaro chi sta dall’altra parte della canna del fucile. Gli Usa hanno inserito il movimento di Nasrallah nella lista delle organizzazioni terroristiche mentre l’Europa, più tiepida, considera tale solo l’ala militare del partito, facendo finta di non vedere che il confine non esiste. Il cielo sopra il Libano è sempre più cupo.

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