Martedì 16 Luglio 2024
Beppe Boni
Esteri

Hezbollah, chi sono i miliziani libanesi che vogliono cancellare lo Stato di Israele

In questi giorni di orrore e sangue fra Israele e Gaza, l’organizzazione paramilitare ha ripreso a tirare cannonate sul confine nord pur senza scendere formalmente in campo a fianco di Hamas

Roma, 16 ottobre 2023 – Seggi in parlamento e terrorismo, politica e armi sempre pronte a colpire insieme ai fratelli di Hamas sotto la regia storica dell'Iran. Hezbollah ha un unico obiettivo, combattere, e se possibile cancellare, lo Stato di Israele e un doppio volto, partito con 14 seggi nel Parlamento del Libano e un apparato militare di 100mila uomini che oltre a fucili mitragliatori e artiglieria dispone di 150 mila razzi. In questi giorni di orrore e sangue fra Israele e Gaza Hezbollah ha ripreso a tirare cannonate e razzi sul confine nord di Israele, che risponde duramente con la stessa moneta, pur senza scendere formalmente in campo a fianco di Hamas. Non è ancora guerra, ma ci siamo vicini. Eventualità che potrebbe verificarsi da un momento all'altro. Ieri uno dei razzi di Hezbollah è anche finito per errore in un'area logistica di Naqoura, una delle basi del 1100 caschi blu italiani in missione Onu. Molta paura, tutti nei bunker, nessun ferito. Ma la tensione da queste parti aumenta e i rischi di un escalation pure.

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Hezbollah nasce nel 1982 durante la prima guerra in Libano come reazione all'invasione israeliana. Pur essendosi istituzionalizzata rimane un'organizzazione politica paramilitare di religione musulmana sciiita che predica odio contro Tel Aviv e gli americani.

Bandiera palestinese ed Hezbollah
Bandiera palestinese ed Hezbollah

"Siamo i figli della umma, il partito di Dio, la cui avanguardia è stata resa vittoriosa da Dio stesso in Iran", così si autodefinisce la milizia libanese che oggi rappresenta una mina innescata e pronta ad esplodere. Hassan Nasrallah, uno dei fondatori dell'organizzazione, è il segretario generale fin dal 1992 mentre il numero due è quel Naim Qassem che nei giorni scorsi ha garantito pieno appoggio alle milizie palestinesi con queste parole: "Parteciperemo all'operazione secondo i nostri piani e la nostra visione". Poi ha lodato l'attacco terroristico di Hamas definendolo "un successo a tutti i livelli e una pietra miliare storica unica". Negli anni Ottanta l'organizzazione nacque su spinta del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica dell'Iran con lo scopo di unire le forze dei gruppi sciiti libanesi mentre proprio in Libano era in corso la guerra civile tra forze cristiano - maronite e musulmane, presentandosi nello stesso tempo come baluardo contro il Satana - Occidente. Fanatismo religioso, terrorismo, attentati suicidi, antisemitismo radicale.

Nella storia del Partito di Dio ci sono tutti gli ingredienti che ne hanno fatto un pericolo stabile soprattutto nel sud del Libano dove sono schierati dagli anni Ottanta i Caschi blu delle Nazioni Unite proprio come forza di stabilizzazione e interposizione per mantenere una fragile pace che regge a strappi. La guida del partito, Hassan Nasrallah è salito in cattedra nel 1992 quando un missile di Tel Aviv uccise Abbas al Musawi, cofondatore del partito e da allora non è più sceso. Nel mondo arabo è venerato come come il regista della liberazione del sud del Paese dei cedri dall'occupazione israeliana. Fu sempre lui nel 2004 a guidare un'operazione di scambio di prigionieri che consentì la liberazione di centinaia di palestinesi e libanesi sciiti. Sotto la sua regia il partito di Dio ha continuato a radicalizzare la società con un manifesto ideologico che vede "l'America e i suoi alleati del Patto atlantico e l'entità sionista in terra di Palestina come coloro che portano avanti una lotta fatta di ingiustizia e aggressione". E l'unico riscatto secondo Hezbollah è la resistenza armata. Qualsiasi persona di buonsenso si chiede come mai un'organizzazione del genere possa avere diritto di cittadinanza in un parlamento come quello del Libano che intrattiene rapporti politici ed economici con mezzo mondo. La logica del Medioriente non ha nulla a che fare con quella dell'Occidente e dell'Europa. E la forza di Hezbollah sta nelle armi fornite senza risparmio dall'Iran. Nel 2008 è sceso in campo con le armi in Libano quando l'allora premier libanese Fouad Siniora provò a smantellare le linee di comunicazione dell'organizzazione. E lì si sfiorò una seconda guerra civile, evitata in extremis grazie alla mediazione della Lega Araba, con la formazione di un governo di unità nazionale e la concessione, a Hezbollah, del potere di veto. Così il Partito di Dio è entrato a far parte dei governi costituiti nel 2009, nel 2011 e ancora nel 2014. Ma se le logiche arabo musulmane sono quelle che sono l'Occidente ha ben chiaro chi sta dall'altra parte delle rampe di missili. Già nel 1997 gli Stati Uniti hanno inserito il movimento di Nasrallah nella lista delle organizzazioni terroristiche straniere mentre l'Europa, più tiepida, considera tale sono l'ala militare del partito, facendo finta di non vedere che il confine di fatto non esiste. In Libano comunque questo movimento rimane forte e ben radicato. Nel 2018 ha ottenuto ancora una massiccia ondata di consensi politici. L'altro volto, quello militare, intanto si dava da fare. Infatti nello stesso anno vennero scoperti tunnel e infrastrutture sotterranee che conducevano direttamente nell'area controllata da Israele.

Ci furono anche allora scontri con lancio di razzi e raid aerei da parte dell'aviazione di Tel Aviv. I colpi di avvertimento e qualche scaramuccia sono continuati negli anni, ma oggi con la guerra in corso a Gaza il rischio che si infiammi anche il confine col Libano è altissimo mentre l'Iran soffia sul fuoco avvertendo che se Israele invade Gaza "la situazione diventa incontrollabile".Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, ribadisce che Israele non è interessato ad aprire un secondo fronte al nord. "Non vogliamo un'escalation della situazione - ha spiegato - ma se gli Hezbollah "scelgono la via della guerra, pagheranno un pesante prezzo".