Los Angeles, 12 ottobre 2017 - Harvey Weinstein rompe il silenzio dopo essere stato travolto dallo scandalo sulle molestie sessuali e parla al magazine Page Six: "Sono profondamente devastato. Ho perso mia moglie e i miei figli, coloro che amo più di ogni altra cosa". Il produttore hollywoodiano, accusato di abusi sessuali e molestie da diverse donne, potrebbe rischiare una condanna da 5 a 25 anni di carcere per il solo caso di violenza ai danni dell'aspirante attrice Lucia Evans, accaduto nel 2004. In quell'occasione, secondo quotidiano The Guardian, Weinstein costrinse la Evans a praticargli del sesso orale nonostante lei avesse negato il suo consenso.
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La polizia di New York ha annunciato di aver riaperto l'indagine: qualora il caso dovesse finire nei tribunali di New York, il produttore rischierebbe la condanna, perché in questo Stato non esiste un termine di tempo per adire le vie legali e che quindi anche dopo 13 anni il crimine potrebbe essere perseguito. Ma vi è anche la possibilità che i pubblici ministeri rinuncino a portare il caso in tribunale, perché dimostrare il crimine potrebbe essere troppo difficile. Intanto l'ex uomo più potente di Hollywood, 65 anni, che accetta la scelta della moglie Georgina Chapman di lasciarlo, spera un giorno di riconciliarsi, nei giorni scorsi ha chiesto scusa a tutte le donne molestate.
La figlia di Harvey Weinstein ora teme per la sua "salute mentale". Mercoledì Remy, che ha 22 anni, ha chiamato i servizi di emergenza, temendo che il padre non regga alla pressione. In un video del sito Tmz, sempre molto ben informato sul gossip di Hollywood, si vede l'uomo, con l'aria disorientata, che esce dalla casa della figlia. Harvey le avrebbe gridato: "Stai peggiorando tutto". Poi Remy ha convinto l'uomo a rientrare in casa e poco dopo si sono presentati gli agenti, che però al loro arrivo non l'hanno più trovato. Quando ha telefonato per chiedere aiuto, Remy aveva detto che il padre ha "tendenze suicide ed è depresso". Poi invece, di fronte agli agenti, avrebbe parlato di una lite a carattere familiare.
La moglie, che lo ha lasciato mercoledì, Georgina Chapman, però è nella bufera anche lei. Infatti la 41enne alla guida del brand Marchesa, viene sfiorata dal sospetto che la sua linea di abiti avesse successo solo per il legame col potente produttore di Hollywood. Anche l'attrice Sienna Miller, che indossava Marchesa ai Golden Globe del 2007, ha acccusato di molestie Weinstein, e ha lasciato intendere di esser stata incoraggiata a scegliere il brand della moglie.
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E dalla solidarietà a colleghe e figlie, anche Ben Affleck è finito nel mirino. L'attore, che aveva twittatto contro Wenstein, è stato travolto dalle risposte di fan che gli ricordavano quanto successo nel 2006 a MTV quando toccò il seno alla presentatrice Hilarie Burton. Affleck ha subito twittato le scuse, tardive, ma accettate dall'attrice.
L'eco dello scandalo hollywoodiano è arrivato anche in Europa. Un comportamento "imperdonabile" è stato il commento del presidente del Festival di Cannes, Pierre Lescure e il delegato generale, Thierry Fremaux, condannano le azioni del produttore Usa. "Questi fatti equivalgono ad un comportamento imperdonabile che può soltanto suscitare una condanna netta e senza appello".
Allo stesso tempo l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che organizza i premi Oscar, ha annunciato un meeting straordinario per sabato 14 ottobre nel quale discuterà della vicenda di Harvey Weinstein. L'Academy, si legge in una nota "trova il comportamento descritto nelle accuse" controWeinstein "ripugnante, abominevole e contrario agli alti standard dell'Academy e di tutta la comunità creativa che rappresenta". Il produttore è stato sospeso anche dalla prestigiosa British academy of film and television arts (Bafta).
Anche Hillary Clinton, che ha usufruito in campagna elettorale dei cospicui finanziamenti di Harvey Weinstein, si è detta "colpita", "scioccata", "sconvolta" dallo scandalo che ha investito il produttore hollywoodiano. E adesso l'ex candidata democratica alle presidenziali promette di dare via i contributi ricevuti da Weinstein: "Ogni anno dono il 10 per cento delle mie entrate in beneficenza, ne farà parte anche questo. Non c'e' alcun dubbio". Weinstein e la sua famiglia hanno donato più di 1,4 milioni di dollari in contribuiti politici al Partito democratico a partire dal 1992: tra questi anche 10.000 dollari a Barack Obama e 46.350 ai Clinton e alla loro Hillpac, il comitato di azione politico che Hillary Clinton ha usato per sostenere altri democratici quando era senatrice.