È successo tutto in poche ore. Dopo la rinuncia di Joe Biden domenica e l’endorsement del presidente a Kamala Harris pochi minuti dopo, i democratici, da litigiosi sono diventati improvvisamente compatti, solidali e in preda a una straordinaria eccitazione. Anche i sondaggi si sono ribaltati e adesso è la Harris a condurre su Donald Trump con due punti di vantaggio, 44% a 42%, ma sempre nel margine di errore secondo Reuters/Ipsos. È già iniziata così, in pochi giorni, la campagna elettorale della Harris verso le presidenziali di novembre. George Clooney e Melinda Gates hanno ringraziato il vecchio presidente per il nobile passo indietro e hanno subito trasferito il loro sostegno economico a una Kamala pigliatutto che ha ricevuto l’appoggio unanime di migliaia di delegati decisivi per arrivare al primo agosto, alla conta virtuale, con quasi tre settimane di anticipo rispetto alla convention di Chicago, fissata dal 19 al 22. Beyoncé le ha concesso l’utilizzo dei diritti della sua canzone ’Freedom’ come colonna sonora della sua campagna.
L’euforia e l’entusiasmo fra i dem per aver cambiato candidato, anche se è costato il sacrificio di Biden, è palpabile. Sarebbero 2.688 i delegati a suo favore, sopra al quorum di 1.976 necessario alla prima votazione. Adesso salgono sul palco anche i giovani. Quasi sessantamila volontari hanno chiesto di partecipare alle operazioni sul territorio soprattutto negli stati in bilico. "Io conosco Donald, i truffatori, i predatori sessuali e gli imbroglioni. Conosciamo chi calpesta le regole. La nostra sarà una presidenza che mette la gente davanti a tutti. Non guardiamo indietro, ma guardiamo avanti, per un futuro di libertà. Ci batteremo per i diritti delle donne ad avere il controllo sul proprio corpo- Lotteremo fino alla fine e quando combattiamo vinciamo".
I ragazzi della generazione Z, dopo le sue parole, stanno riscoprendo l’attivismo degli anni di Barack Obama. E tutto questo avviene mentre la Harris è già diventata bersaglio di Trump e del vice James David Vance che l’hanno subito bollata come "liberal pericolosa", "amica dei cinesi". "È una incompetente – aggiunge Trump – che ci ha regalato il confine più pericoloso del mondo. I dem hanno imbrogliato facendoci spendere un sacco di soldi inutili". Nel partito dell’asinello però l’adrenalina è al massimo. I leader del Senato Chuck Schumer e della Camera Hakeem Jeffries hanno ufficialmente dato l’endorsement alla Harris rendendo rapidissimo il processo.
Per il debutto come candidata presidente, la Harris è volata a Milwaukee, nel Wisconsin, dove Trump aveva fatto la sua sfarzosa convention. E dalle prime parole come candidata Kamala è stata rapida nel citare il suo passato di procuratore generale della California dimostrando di non avere alcun timore riverenziale e di essere molto combattiva nei confronti del tycoon. Trump rimane comunque un avversario molto difficile da battere: "Sono assolutamente pronto a un dibattito con Harris. Sarà più facile da battere di Joe Biden".
Ma alla Harris per iniziare la corsa a tutta velocità manca un ultimo tassello: la scelta di un vice presidente. Da una rosa di otto nomi ne sarebbero rimasti solo tre: Josh Shapiro, il governatore della Pennsylvania, Mark Kelly, il senatore astronauta dell’Arizona, e Andy Beshear, il garbatissimo governatore del Kentucky. Sono figure tutte molto moderate per bilanciare la parte molto liberal di Kamala.