Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Guerra in Ucraina, Mosca: dialogo aperto e riservato con il Vaticano

Amnesty: la Russia usa armi proibite. Strage di civili nella regione di Kharkiv. "Distrutte armi donate da Europa e Usa"

Kiev, 13 giugno 2022 - Guerra in Ucraina, nel giorno 110 le ultime notizie ci riportano all’offensiva del Donbass e a Severodonetsk. Ecco la cronaca live.

Ore 12.30, Mosca: distrutte armi donate da Europa e Usa

Le forze russe hanno annunciato di aver distrutto nel Donbass, nell’Ucraina orientale, “una grande quantità” di armi e attrezzature militari, parte delle quali sarebbero state donate al governo di Kiev da Usa e Europa. Secondo quanto riferito dal portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, citato dall’agenzia Tass, missili ad alta precisione hanno colpito le forniture militari nei pressi della stazione ferroviaria di Udachne, nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.

Ore 10, Putin rimuove Natalya Poklonskaya 

Il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che solleva Natalya Poklonskaya dall’incarico di vicedirettore dell’Agenzia federale per gli affari della Comunità degli Stati Indipendenti, i connazionali all’estero e la cooperazione umanitaria internazionale. Lo riferisce Interfax. Il decreto presidenziale, pubblicato sul portale Internet ufficiale per le informazioni legali, ordina che "Natalya Vladimirovna Poklonskaya sia sollevata dall’incarico di vicedirettore dell’Agenzia federale per gli Affari della Comunità degli Stati Indipendenti, i Compatrioti all’estero e la Cooperazione umanitaria internazionale". Poklonskaya, ucraina naturalizzata russa, è stata procuratrice generale della Crimea ed è stata eletta nel 2016 con Russia Unita alla Duma di Stato. Ad aprile aveva criticato l’invasione russa in Ucraina sostenendo che "la lettera ‘Z’ simboleggia la tragedia e il dolore sia per la Russia che per l’Ucraina". 

Ore 9, Mosca: dialogo aperto e riservato con il Vaticano

Mosca accoglie con favore gli sforzi di mediazione del Vaticano e di papa Francesco e mantiene con la Santa Sede un dialogo “aperto, riservato” e fiducioso su una serie di argomenti: lo ha detto all’agenzia russa Ria Novosti Alexei Paramonov, direttore del Primo Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo. “La dirigenza vaticana ha ripetutamente dichiarato la propria disponibilità a fornire ogni possibile assistenza per raggiungere la pace e porre fine alle ostilità in Ucraina. Queste affermazioni sono confermate nella pratica. Manteniamo un dialogo aperto e riservato su una serie di questioni, principalmente legate alla situazione umanitaria in Ucraina”, ha aggiunto il diplomatico.

Ricordando come la Santa Sede goda di grande autorità in tutto il mondo, il diplomatico russo sottolinea che “tutte le iniziative della Santa Sede e di Papa Francesco che possono portare alla pace in Europa sono percepite con grande rispetto e, naturalmente, possono essere accolte se si presentano i relativi prerequisiti”. 

Ore 6.26, Lega araba: no alle pressioni dell'Occidente

“I paesi arabi subiscono forti pressioni da parte dell’Occidente affinché prendano posizione sulla crisi in Ucraina e condannino le azioni militari della Russia, ma non cedono a questi dettami”: lo afferma il segretario generale della Lega araba Ahmed Aboul Gheit, in un’intervista alla tv di Stato egiziana ripresa dall’agenzia russa Tass. “La situazione internazionale oggi è molto delicata - afferma Gheit -, così come la situazione nella regione. Il mondo occidentale sta esercitando una pressione palese sugli stati arabi affinché partecipino all’isolamento della Russia. Noi arabi abbiamo un’azione collettiva nel contesto della crisi russo-ucraina”. 

Ore 4.24, Kiev teme l'attacco finale a Severodonetsk

 “La Russia vuole isolare completamente Severodonetsk” e l’Ucraina teme un massiccio attacco “per prendere la città” entro 48 ore, con l'assalto finale all'impianto Azot. Lo afferma il governatore ucraino della regione di Lugansk, Serguii Gaidai. “La situazione a Severodonetsk è estremamente difficile”. “Il nemico ha concentrato la maggior parte dei suoi sforzi nella regione settentrionale di Lugansk”, dove “usa l’artiglieria su larga scala e, sfortunatamente, ha un vantaggio di 10 a uno”, ha spiegato su Facebook Valeri Zalouzhny, il comandante capo dell’esercito ucraino. “Continuiamo a mantenere le nostre posizioni”, ha comunque assicurato, affermando che “ogni metro di terra  ucraina è coperto di sangue - ma non solo il nostro, ma anche quello dell’occupante”. Mosca afferma di avere “distrutto ieri un grande magazzino” di armi fornite dagli occidentali.

Guerra in Ucraina, nel giorno 110 Kiev teme l'attacco finale a Severodonetsk
Guerra in Ucraina, nel giorno 110 Kiev teme l'attacco finale a Severodonetsk

Ore 2.30, Amnesty: la Russia usa armi proibite

L’uso indiscriminato da parte della Russia di armi proibite come le bombe a grappolo ha ucciso centinaia di civili nella città ucraina di Kharkiv. La denuncia scaturisce da un’indagine di Amnesty International. L’organizzazione accusa le truppe russe di bombardare indiscriminatamente i quartieri residenziali di Kharkiv con razzi che per loro natura hanno poca precisione per raggiungere determinati obiettivi.

Gli investigatori di Amnesty International hanno trovato prove dell’uso ripetuto di munizioni a grappolo 9N210 e 9N235, tutte vietate dai trattati internazionali. “La popolazione di Kharkiv ha dovuto affrontare incessanti bombardamenti indiscriminati negli ultimi mesi, uccisi e feriti centinaia di civili”, ha affermato in una nota Donatella Rovera, consulente per Amnesty International. Rovera ha considerato l’uso di tali armi “scandaloso” e ha aggiunto che mostra “l’assoluto disprezzo” della Russia per la vita dei civili. Secondo il capo del dipartimento medico dell’amministrazione militare regionale di Kharkov, dall’inizio del conflitto nella regione di Kharkiv, 606 civili sono stati uccisi e altri 1.248 feriti.