Venerdì 14 Febbraio 2025
GIOVANNI ROSSI
Esteri

Ucraina, la Ue alza la voce. Kallas: accordi rapidi non funzionano. Scholz attacca: “No a imposizioni”

L’America: più spese militari. Crosetto: nella Nato pronti ad arrivare al 3% del Pil. Zelensky non accetterà trattative bilaterali senza di lui. E Trump apre a Kiev

Roma, 14 febbraio 2025 – L’Europa reagisce al “tagliafuori”. Con difficoltà, ma reagisce. Sulla pace in Ucraina a spese di Kiev, prefigurata dalla telefonata Trump-Putin, la Ue alza la voce e offre sponda totale al presidente Volodymyr Zelensky, atteso oggi a Monaco all’annuale Conferenza per la sicurezza. L’edizione numero 61 battezza la prima volta del vicepresidente americano J.D. Vance. Vance e Zelensky non si daranno semplicemente la mano. Vance proverà a non rimescolare le carte. Zelensky, pur piegandosi al tentativo di Trump, farà presente quali sono le linee irrinunciabili: “Non accetteremo nessun negoziato bilaterale sull’Ucraina senza di noi”, ammesso che Putin sia davvero “pronto a mettere fine alla guerra”. Trump rassicura: “Credo a Putin quando si tratta della pace in Ucraina. Mi piacerebbe riaverlo al G7”: un “errore” l’espulsione. E aggiunge la proposta a “Xi Jinping e Putin” di “dimezzare il budget militare”. Di certo vuole l’Ucraina al tavolo. Serve la garanzia “che non ci sia una pace imposta”, tiene il punto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Anche il vicepremier Antonio Tajani punta i piedi: “L’Ue va coinvolta”.

Kaja Kallas, alto rappresentanti Esteri della Ue e Rustem Umjerov, ministro della Difesa ucraino (ImagoE)
Kaja Kallas, alto rappresentanti Esteri della Ue e Rustem Umjerov, ministro della Difesa ucraino (ImagoE)

“Il nostro obiettivo comune deve essere porre l’Ucraina in posizione di forza. L’Ucraina e l’Europa devono partecipare a qualsiasi negoziato. L’Ucraina deve beneficiare di solide garanzie di sicurezza. Una pace giusta e duratura in Ucraina è una condizione necessaria ad una sicurezza transatlantica forte”, riporta la nota dei ministri degli Esteri dei Paesi del gruppo Weimar Plus allargato (Germania, Francia, Polonia, Spagna, Italia, Gran Bretagna, Ucraina, Alto rappresentante e Commissione Ue). Ancora più dura Kaja Kallas, Alto rappresentante agli Esteri: “Qualsiasi soluzione rapida sull’Ucraina è un affare sporco, e semplicemente non funzionerà. Non fermerà le uccisioni, la guerra continuerà”. Dà lezioni di storia a Trump: “Se facciamo un paragone, possiamo fare un parallelo con il 1938: non è una buona tattica di negoziazione se si dà via tutto prima ancora che le discussioni siano iniziate”. “Siamo grati a tutte le nazioni per l’assistenza – si fa coraggio il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov –. Siamo forti e capaci. Produrremo risultati”.

Il segretario della Nato Mark Rutte soppesa effetti e prospettive del dialogo Mosca-Washington: “Sapevamo da un paio di giorni che i colloqui erano imminenti. Ora dobbiamo assicurarci, collettivamente, di arrivare a un risultato duraturo”. Chiama in causa Putin: “Non so cosa abbia in mente. È un negoziatore forte, imprevedibile. Ma alla fine, se vogliamo arrivare a una pace, abbiamo bisogno di lui, perché è stato lui a iniziare questa guerra di aggressione”. Fondamentale sarà “rendere chiaro a tutto il mondo che c’è un accordo forte”. Irrinunciabile è che tutti, alla fine, inclusi “i paesi dell’Indo-Pacifico come la Cina, ma anche i paesi del Medio Oriente, sappiano che è l’Occidente a prevalere”.

E la richiesta americana di forze di pace europee fuori dall’articolo 5 Nato? Il ministro della Difesa Guido Crosetto boccia il diktat del capo del Pentagono Pete Hegseth: “Sarebbe un suicidio. Tu non puoi pensare di avere, dopo una guerra come quella che c’è stata, un impegno che sia solo europeo. Deve essere un impegno sotto l’egida delle Nazioni Unite o comunque extraeuropeo”. Rutte glissa: “Possiamo trovare dieci modi di garantire la sicurezza dell’Ucraina, anche fuori dalla Nato. Ma di certo non lo diciamo qui in modo che lo ascolti Putin”.

Ecco, Putin. Rilanciatissimo dalla conversazione con Trump. Sergei Lavrov, ministro degli Esteri di Mosca, imbraccia il violino: “Due persone ben educate e istruite”, dichiara alla Cnn, mentre il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov tenta di di rassicurare i perplessi per “il dialogo bilaterale” avviato: “In un modo o nell’altro l’Ucraina parteciperà ai negoziati”. “Qualsiasi negoziato sarà con entrambi – alleggerisce la tensione Hegseth –. Trump è il miglior negoziatore”. Ma poi il capo del Pentagono intima ufficialmente agli alleati Nato di aumentare le spese militari in rapporto al Pil: “Il 2% è un inizio ma non è sufficiente”. Non basta “neanche il 3% né il 4%”. L’impegno desiderato è “più vicino al 5%”. “Impossibile” fa sapere Crosetto: l’Italia oggi sta “all’1,57%”, ma quota “3%” a giugno 2026 vede ormai “concordi quasi tutti”.