Roma, 13 novembre 2024 – Brutti tempi per i moscoviti, più o meno giovani. Nella Russia di Vladimir Putin nessuno può sfuggire al servizio per la Patria. E quindi, se ieri la Duma ha approvato una legge che punisce con multe salate dal ‘childless propaganda’, oggi è arrivata la notizia che i coscritti che abitano nella capitale e che non si sono ancora presentati negli uffici di arruolamento non possono lasciare il Paese.
A rivelarlo è stata un’associazione di avvocati che si occupa dell’obiezione di coscienza, che ha ricevuto centinaia di segnalazione da parte dei coscritti che hanno ricevuto la comunicazione dal ministero della Difesa dove, oltre a tutte le limitazioni, hanno anche trovato un invito a presentarsi al più presto nei centri di arruolamento. Le persone interessate dal provvedimento, avranno tutta una serie di altri divieti, come acquistare beni immobili, contrarre prestiti, registrarsi come lavoratori autonomi o imprenditori. Tutte clausole contenute nella legge sul servizio militare, approvata quest’anno e con la quale, secondo molti, Putin sta cercando di camuffare un’altra mobilitazione parziale.
La patria chiama, insomma, e chi si rifiuta andrà incontro a serie conseguenze penali. Per alcune organizzazioni umanitarie, le comunicazioni inviate ai coscritti sarebbero ‘nient’altro che intimidazioni’. Le convocazioni sono arrivate in forma elettronica e quindi, sempre secondo gli avvocati, non avrebbe valore legale. “Queste notifiche – ha spiegato uno di loro ai media russi indipendenti – per ora non sono altro che intimidazioni. L’obiettivo è spaventare la gente e fare in modo che corrano ad arruolarsi per evitare ritorsioni. Al momento sono state inviate molte convocazioni, ma non ci risulta che ci siano state applicazioni concrete nelle restrizioni”.
C’è poco da stare tranquilli, però. Il prossimo 1° gennaio entrerà in vigore il nuovo registro di convocazione militare. A quel punto le comunicazioni inviate avranno pieno valore legale.
A sovrintendere tutto, c’è Andrei Kartapolov, ex generale in congedo, ora deputato della Duma e mente delle operazioni militari russe in Siria. Fedelissimo del presidente Putin, è anche noto per essere un ‘falco’ della guerra in Ucraina e fiero avversario della Nato.
L’ultima campagna (in ordine temporale) di arruolamenti è iniziata lo scorso primo ottobre e, ufficialmente, si concluderà il 31 dicembre. Altro segnale che il presidente Putin non è intenzionato a fare finire questa guerra presto. In questa finestra temporale verranno chiamati tutti gli uomini di età compresa tra i 18 e i 30 anni che non sono riservisti e sono soggetti al servizio militare. Il loro servizio alla patria durerà 12 mesi. I nuovi coscritti saranno sottoposti a uno o due mesi di addestramento di base, seguiti da tre o sei mesi di addestramento avanzato prima di arrivare alle unità loro assegnate. Secondo la legge russa, infatti, non possono essere impiegati in operazioni belliche se non hanno completato almeno quattro mesi di addestramento. Una regola che però da quando è iniziata la guerra in Ucraina, in Russia chiamata ‘operazione militare speciale’, è stata ampiamente disattesa. Molti media indipendenti hanno denunciato l’invio in prima linea di uomini, giovani e meno giovani inesperti, spesso male armati.