Roma, 6 settembre 2023 – Dopo 558 giorni la morte incombe su chi combatte per la libertà del suo Paese, e, di contro, su chi sostiene una invasione che il suo zar ritene giusta. Secondo una analisti fatta dal New York Times su fonti del Pentagono, dall’inizio della guerra i russi avrebbero avuto 120mila morti e tra 170mila e 180mila feriti; gli ucraini 70mila morti e tra 100mila e 120mila feriti.
Il Ministero della Difesa ucraino, che si guarda bene da fornire dati sulle proprie vittime, parla di 260.580 perdite russe mentre ieri il ministro della Difesa russo Shoigu ha sostenuto che "l’Ucraina ha perso 66.000 soldati dall’inizio della controffensiva, tre mesi fa, e le forze di Kiev non hanno raggiunto i loro obiettivi in nessun settore del fronte". A parte il fatto che da qualche giorno il fronte si sta lentamente muovendo, a danno dei russi, attorno alla città di Robotyne-Verbove, dove gli ucraini, avanzati di una decina di chilometri, hanno faticosamente raggiunto e superato la prima e più potente linea di difesa russa, gli addetti ai lavori sono cauti sui numeri nel frullatore.
«Sia da parte della Russia che da parte dell’Ucraina – osserva Alessandro Marrone, responsabile del programma difesa dell’Istituto Affari Internazionali – c’è una comunicazione strategica, entrambi danno numeri esagerati sulle vittime del nemico. Numeri da prendere cum granu salis . La cifra di 66mila morti in tre mesi, in particolare, mi pare non credibile, anche se fosse riferita non ai morti ma ai morti più i feriti, anche perché le tattiche ucraine dì non prevedono di mandare gli uomini al massacro come hanno fatto i russi a Bakhmut per otto mesi. Le stime citate dal New York Times sono più attendibili. Questa è una guerra di attrito su larga scala che va avanti da un anno e mezzo. Nessuna delle due parti ha quella superiorità aerea che consentirebbe di spazzare via le forze avversarie e così si va avanti con combattimenti terrestri che portano più morti e più feriti".
«La cifra di 66mila morti – osserva lo storico militare dell’università di Pavia, Gastone Breccia – è assolutamente fuori scala, ma potrebbe essere vicina alla verità, diciamo con una aumento da parte russa di un 10-20%, se si parlasse di perdite, cioè di morti e feriti e di militari catturati e quindi non più operativi. Ma anche i russi hanno avuto forti perdite. Credo anche io che le cifre del Pentagono non siano lontane dalla realtà". "L’offensiva ucraina – prosegue Breccia – guadagnerà probabilmente altro terreno, da alcuni giorni sta facendo buoni progressi nella zona Robotyne-Verbove, ma non sarà ragionevolmente sufficiente a raggiungere gli obiettivi. E si cristallizzerà in autunno, non sappiamo guadagnando quanto altro territorio. Poi, magari a gennaio, quando i terreni saranno ghiacciati, seguirà una controffensiva russa e in primavera una nuova offensiva ucraina. La realtà è che la guerra continuerà nel 2024 perché nessuno dà segni di cedimento e non ha intenzione di mollare".
«Gli ultimi sviluppi sul campo attorno a Robotyne-Verbove - osserva Marrone – sono interessanti perché possono portare ad avanzamenti di alcuni chilometri e forse alcune decine di chilometri, ma non direi che è una svolta. La svolta sarebbe penetrare abbastanza nelle linee russe da puntare alle coste del mar d’Azov e separare la Crimea dal Donbass. Questo era l’obiettivo, secondo me è ancora possibile che ci possano arrivare nei prossimi tre mesi, ma più passa il tempo più diventa difficile. Certo, la controffensiva di per sé non può proseguire all’infinito, diciamo che tra ottobre e novembre dovrà esaurirsi. Dove arriverà, vedremo. Ma di sicuro con molte, ma molte altre migliaia di morti".