Roma, 3 febbraio 2024 – C’è un nuovo fronte di guerra in Medio Oriente. Cinque giorni dopo l'attacco di droni in Giordania che ha ucciso tre soldati americani, gli Stati Uniti hanno sferrato l'offensiva di rappresaglia contro le milizie filo-iraniane in Iraq e Siria. Una pioggia di missili, lanciati da caccia e bombardieri alcuni arrivati dagli Usa, su decine di obiettivi. "Oggi è cominciata la nostra risposta”, ha detto il presidente americano Joe Biden, mentre il portavoce del Consiglio di sicurezza John Kirby, assicura che il conflitto non sarà allargato all’Iran. Contro Teheran però gli Stati Uniti hanno adottato nuove sanzioni economiche e giudiziarie. L’Alto rappresentate dell’Unione Europea Joseph Borrell lancia un appello ad evitare l’escalation: “La situazione rischia di esplodere”. E arrivano le prime reazioni contro Washington da parte di Damasco a Baghdad che denunciano vittime militari e civili. Mosca condanna: “Vogliono alimentare il conflitto”.
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Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno condotto attacchi su obiettivi Houthi nello Yemen da piattaforme aeree e di superficie, compresi aerei da combattimento. Secondo due funzionari statunitensi, almeno 30 obiettivi sono stati colpiti in almeno 10 località. Lo riporta la Cnn. Gli attacchi hanno colpito "36 obiettivi Houthi in 13 località dello Yemen in risposta ai continui attacchi dei ribelli contro le navi commerciali e internazionali, nonché le navi militari in transito nel Mar Rosso", si legge nel comunicato congiunto.
I media affiliati ai ribelli Houthi affermano che la capitale yemenita "Sanaa è stata bersagliata da raid americani-britannici". Lo riferisce Al Jazeera. In precedenza il Comando Centrale degli Stati Uniti aveva annunciato di aver preso di mira 6 missili anti-nave nelle aree sotto il controllo degli Houthi nello Yemen.
"Il 3 febbraio, intorno alle 19,20. (ora di Sanaa), le forze del Comando centrale degli Stati Uniti hanno condotto attacchi per autodifesa contro sei missili da crociera antinave Houthi pronti a essere lanciati contro navi nel Mar Rosso. Le forze statunitensi hanno identificato i missili da crociera nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno stabilito che rappresentavano una minaccia imminente per le navi della marina americana e le navi mercantili nella regione. Questa azione proteggerà la libertà di navigazione e renderà le acque internazionali più sicure per la Marina americana e le navi mercantili". Così su X il Comando centrale degli Stati Uniti.
Israele ha attaccato più di 3.400 obiettivi di Hezbollah in Libano da quando la guerra contro Hamas a Gaza è iniziata lo scorso ottobre: lo ha detto il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari. "Dall'inizio della guerra, abbiamo attaccato oltre 3.400 obiettivi di Hezbollah in tutto il sud del Libano", ha detto Hagari ai giornalisti, aggiungendo che più di 200 "terroristi e comandanti" sono stati uccisi.
Gli Usa hanno annunciato di aver distrutti ieri otto droni al largo dello Yemen e quattro a terra. Lo riferisce il Comando Centrale, Centcom, in un post su X. Nello specifico i raid hanno colpito un drone sul Golfo di Aden, sette nel Mar Rosso e altri quattro a terra, situati nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi.
La Russia ha accusato gli Stati Uniti di "seminare caos e distruzione" in Medio Oriente dopo che Washington ha lanciato attacchi aerei di ritorsione contro i gruppi sostenuti dall'Iran in Iraq e Siria. "Washington, fiduciosa nella sua impunità, continua a seminare caos e distruzione in Medio Oriente", ha detto il ministero degli Esteri di Mosca, come riporta la Tass. Gli attacchi americani sono "deliberatamente mirati ad alimentare ulteriormente il conflitto", si aggiunge, chiedendo al Consiglio di sicurezza dell'Onu di "occuparsi urgentemente della situazione in Medio Oriente" dopo questi nuovi raid.
L'Iraq convocherà l'incaricato d'affari americano a Baghdad in seguito agli attacchi nella notte. Lo riferisce il ministero degli Esteri iracheno.
Il governo iracheno ha smentito che gli Stati Uniti si siano coordinati con le autorità di Baghdad per bombardare le postazioni delle milizie filo-iraniane in Iraq occidentale e ha accusato Washington di "ingannare l'opinione pubblica internazionale". "La parte americana ha deliberatamente ingannato e falsificato i fatti annunciando un coordinamento preventivo per commettere questa aggressione, che e' una falsa affermazione intesa a ingannare l'opinione pubblica internazionale", ha sostenuto in una nota il portavoce del governo iracheno Bassam al Awadi con riferimento alle dichiarazioni del portavoce del Consiglio di sicurezza americano, John Kirby.
Attacchi sono stati segnalati nelle ultime ore a Rafah, al confine con Gaza - definita dalle Nazioni Unite una "pentola a pressione della disperazione". Qui infatti si concentrano centinaia di migliaia di sfollati. Potenti esplosioni si sono udite in città poco dopo la mezzanotte, e il ministero della sanità gestito da Hamas ha riferito che 14 persone sono state uccise in due attacchi e che più di 100 persone in totale sono state uccise in tutto il territorio durante la notte.
I bombardamenti di ritorsione degli Stati Uniti contro diverse posizioni delle milizie filo-iraniane nell'Iraq occidentale hanno causato 16 morti, tra cui civili, oltre a 25 feriti, secondo quanto annunciato dal governo iracheno. "Questa flagrante aggressione ha causato 16 morti, compresi civili, nonché 25 feriti, e ha causato perdite e danni a edifici residenziali e proprietà dei cittadini", ha detto in una nota il portavoce dell'esecutivo iracheno Bassam al Awadi.
Un portavoce del primo ministro iracheno ha detto che gli attacchi statunitensi sono una "violazione" della sovranità irachena. Il generale Yehia Rasool ha aggiunto che gli attacchi porteranno "conseguenze disastrose per la sicurezza e la stabilita' dell'Iraq e della regione".
Un portavoce del governo britannico ha ricordato che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono "alleati saldi" e, pur non volendo commentare i bombardamenti statunitensi sul territorio di Iraq e Siria, ha ribadito che Londra "sostiene il diritto statunitense di rispondere agli attacchi". Il portavoce del governo britannico ha anche ribadito la condanna delle attività dell'Iran "che stanno causando instabilita' in tutta la regione".
Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri dell'Unione europea, Josep Borrell, ha invitato tutte le parti a evitare un'ulteriore escalation in Medio Oriente dopo gli attacchi statunitensi contro gruppi legati all'Iran in Siria e Iraq. "Tutti dovrebbero cercare di evitare che la situazione diventi esplosiva", ha detto Borrell in un incontro dei ministri degli Esteri dell'Ue a Bruxelles.
Borrell non ha fatto direttamente riferimento agli attacchi americani, ma ha ripetuto l'avvertimento che il Medio Oriente "è una bomba a orologeria". Il capo della diplomazia Ue ha ricordato non solo la guerra a Gaza, ma anche la violenza lungo il confine libanese, i bombardamenti in Iraq e Siria e gli attacchi alle navi nel Mar Rosso. "ci appelliamo a tutti per cercare di evitare un'escalation".
La resistenza islamica in Iraq ha dichiarato di aver colpito la base aerea di al-Harir, che ospita le forze statunitensi nel nord del Paese. Lo riporta l'agenzia di stampa Reuters.
L'occupazione statunitense del territorio siriano "non può continuare": lo ha dichiarato oggi Damasco all'indomani dei raid Usa in rappresaglia per un attacco di droni che aveva ucciso tre soldati americani in Giordania. Gli attacchi della notte scorsa hanno ucciso "un certo numero di civili e soldati, ne hanno feriti altri e hanno causato danni significativi a proprietà pubbliche e private", hanno affermato in un comunicato le forze armate siriane.
Gli Stati Uniti non cercano la guerra con l'Iran. Lo ha detto la Casa Bianca, dopo che le forze americane hanno colpito dozzine di obiettivi collegati a Teheran in Iraq e Siria. "Non stiamo cercando una guerra con l'Iran", ha affermato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby.
"Almeno 85 obiettivi" collegati ad attività dei Corpi delle Guardie della rivoluzione islamica iraniana sono stati colpiti in raid aerei condotti dagli Stati Uniti in Iraq e in Siria: lo ha riferito lo US Central Command, il Comando centrale delle forze americane. In una sua comunicazione si riferisce che l'operazione è partita ieri a seguito dell'uccisione di tre soldati durante un bombardamento con drone su una base statunitense in Giordania. "La nostra risposta è cominciata" ha detto ieri sera il presidente americano, Joe Biden. "Continuerà quando e dove vorremo". Secondo il Central Command, a compiere i raid sono stati "molti aerei, compresi bombardieri strategici a lungo raggio partiti dagli Stati Uniti". Colpiti, stando a questa versione, centri di comando e controllo, basi di intelligence, magazzini di armi e altre strutture legate a milizie o unità della Forza Quads, un corpo di elite delle Guardie rivoluzionarie di Teheran. Il bombardamento in Giordania era stato rivendicato da un gruppo denominato Resistenza islamica in Iraq.
Ennesimo tour di emergenza del segretario di Stato americano Anthony Blinken in Medio Oriente a partire da domani, domenica. Sarà la sua quinta visita nella regione da quando Israele ha lanciato la sua operazione a Gaza. Il capo del Dipartimento di Stato statunitense visiterà l'Arabia Saudita, l'Egitto, il Qatar, Israele e la Cisgiordania occupata. Nel confermare una notizia che era già circolata nei giorni scorsi, il Dipartimento di Stato ha reso noto che Blinken si concentrerà sul rilascio degli ostaggi rimasti a Gaza e su ulteriori aiuti umanitari per gli abitanti dell'enclave palestinese.
''L'Unicef stima che almeno 17.000 bambini nella Striscia di Gaza siano non accompagnati o separati dai genitori. Ognuno rappresenta una storia straziante di perdita e dolore. Questo dato corrisponde all'1% della popolazione sfollata complessiva, 1,7 milioni di persone''. Lo ha detto il responsabile della Comunicazione dell'Unicef per la Palestina, Jonathan Crick, durante la conferenza stampa al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. ''Naturalmente si tratta di una stima, poiché è quasi impossibile raccogliere e verificare le informazioni nelle attuali condizioni di sicurezza e umanitarie''.
Il governo americano ha annunciato di aver adottato nuove sanzioni economiche e giudiziarie contro l`Iran, prendendo di mira le guardie rivoluzionarie di Teheran e i gruppi filo-iraniani. Il ministro della Giustizia Merrick Garland e il procuratore federale per la giurisdizione di Manhattan a New York, Damian Williams, hanno sollevato accuse di "terrorismo, evasione delle sanzioni, frode e riciclaggio di denaro" nei confronti di appartenenti a una rete di riciclaggio di denaro petrolifero e orchestrata dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica - l`esercito ideologico del regime di Teheran - un'organizzazione terroristica straniera, e la sua Forza Quds, la sua unità d'élite. In particolare, la giustizia americana accusa funzionari iraniani e dirigenti turchi di un gruppo energetico di Ankara di "riciclare e vendere petrolio iraniano ad acquirenti legati a Cina, Russia e Siria per finanziare la Forza Quds, di sostegno al terrorismo iraniano". La procura federale di Manhattan ha anche annunciato il "sequestro di 108 milioni di dollari che le società della Guardia rivoluzionaria stavano cercando di riciclare attraverso i conti delle istituzioni finanziarie americane".