Roma, 26 gennaio 2024 – La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, investita dal Sudafrica di una accusa di genocidio nei confronti di Israele per l'assedio in corso a Gaza, ha ordinato al governo israeliano di prendere ogni misura necessaria "per evitare azioni volte uccisioni di gruppo, a infliggere volontariamente azioni di annientamento fisico o materiale di gruppo, alla sottomissione intenzionale, totale o parziale, di gruppi volti alla loro eliminazione”, dimostrando “entro un mese che sta impedendo il genocidio”. Inoltre, Israele è chiamato ad “adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi base e dell’assistenza umanitaria” a Gaza. La risposta di Netanyahu ha risposto: “Il 7 ottobre Hamas si è macchiato delle peggiori atrocità contro il popolo ebraico dall'Olocausto e minaccia di ripeterle. La nostra guerra va contro i terroristi di Hamas, e non contro il popolo palestinese”. Si lavora per un’intesa che fermi il conflitto: secondo l’Afp nei prossimi giorni è previsto un incontro a Parigi tra fuzionari di Tel Aviv, Egitto e Qatar.
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Gli Houthi rivendicano un attacco contro una "petroliera britannica" nel Golfo di Aden. Lo ha riferito il movimento yemenita in un comunicato.
Il capo della Cia incontrerà "nei prossimi giorni a Parigi" alti funzionari egiziani, israeliani e del Qatar per cercare di concludere un accordo tra Israele e Hamas su Gaza. Lo ha detto all'Afp una fonte della sicurezza di uno Stato coinvolto nei negoziati. Questa fonte ha così confermato le informazioni del quotidiano americano Washington Post secondo cui il presidente Joe Biden intende inviare molto presto William Burns in Europa per cercare di negoziare la liberazione degli ostaggi ancora tenuti nella Striscia di Gaza in cambio di una tregua dai combattimenti
Il capo della Cia incontrerà "nei prossimi giorni a Parigi" alti funzionari egiziani, israeliani e del Qatar per cercare di concludere un accordo tra Israele e Hamas su Gaza. Lo ha detto all'Afp una fonte della sicurezza di uno Stato coinvolto nei negoziati. Questa fonte ha così confermato le informazioni del quotidiano americano Washington Post secondo cui il presidente Joe Biden intende inviare molto presto William Burns in Europa per cercare di negoziare la liberazione degli ostaggi ancora tenuti nella Striscia di Gaza in cambio di una tregua dai combattimenti
Una nave mercantile in transito nel Golfo di Aden è stata colpita da un "missile", secondo la società britannica di sicurezza marittima Ambrey citata da Sky News. L'impatto ha provocato un incendio ma l'equipaggio è stato tratto in salvo, in quello che con ogni probabilità rappresenta l'ultimo incidente legato agli Houthi yemeniti, che hanno attaccato le navi internazionali nel Mar Rosso e nelle aree circostanti.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con l'emiro del Qatar, Tamim Bin Hamad Al-Thani, "per discutere degli ultimi sviluppi in Israele e a Gaza, compresi gi sforzi per il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas. Lo fa sapere la Casa Bianca.
"Alla vigilia della Giornata internazionale della memoria dell'Olocausto mi impegno da premier di Israele: 'Mai Più'. Israele continua a difendersi contro Hamas, un'organizzazione terroristica genocida": lo ha affermato Benyamin Netanyahu dopo aver appreso le decisioni della Corte di giustizia dell'Aja. "Il 7 ottobre Hamas si è macchiato delle peggiori atrocità contro il popolo ebraico dall'Olocausto e minaccia di ripetere altre atrocità una volta dopo l'altra". "La nostra guerra - ha ribadito, rivolto ai giudici dell'Aja - va contro i terroristi di Hamas, e non contro il popolo palestinese".
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha risposto alla decisione della Corte internazionale di giustizia dell'Aja, affermando che Israele sta combattendo una "guerra giusta come nessun'altra" e che l'impegno di Israele nei confronti del diritto internazionale è "incrollabile", come ha affermato. Ha aggiunto, in discorso televisivo, che la volontà della Corte internazionale di giustizia di discutere le accuse di genocidio contro Israele è "una vergogna che non sarà cancellata, generazione dopo generazione". Ha detto inoltre il premier che Israele "continuerà a facilitare gli aiuti umanitari e farà del suo meglio per tenere i civili lontani dal pericolo". Ha sottolineato che Israele continuerà la guerra fino alla "vittoria completa" e al ritorno di tutti i detenuti, in modo che Gaza non diventi una fonte di minaccia per Israele in futuro. Ha concluso affermando che Israele ha il diritto di difendersi e che la Corte internazionale glielo ha privato.
Quello dell'Aja è un passo importante che contribuisce ad isolare Israele ed "esporre i suoi crimini a Gaza". Lo ha detto un esponente di Hamas, citato dai media internazionali e ripreso da quelli israeliani, facendo appello che "l'occupazione applichi le decisioni" della Corte internazionale di giustizia.
"La giornata di oggi segna una vittoria decisiva per lo Stato di diritto internazionale e una pietra miliare significativa nella ricerca di giustizia per il popolo palestinese. Con una sentenza storica, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che le azioni di Israele a Gaza sono plausibilmente genocidio e ha indicato misure provvisorie su questa base. Per l'attuazione dello Stato di diritto internazionale, la decisione è epocale. Il Sudafrica ringrazia la Corte per la sua rapida decisione". È il commento del ministero degli esteri del Sudafrica pochi minuti dopo la fine della lettura del pronunciamento della ICj.
La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha preso nota delle parole pronunciate da diversi membri del governo Netanyahu e funzionari israeliani sulla Striscia di Gaza e i palestinesi. Lo ha affermato la giudice Joan Donoghue, riferendosi in particolare ai commenti fatti dal ministro della Difesa Yoav Gallant, dal presidente Isaac Herzog e dal ministro degli Esteri Israel Katz. Donoghue ha ricordato le affermazioni di Gallant quando disse che "non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante" nella Striscia, e che le forze israeliane stavano "combattendo animali umani".
Il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir, secondo la Radio di Israele, ha definito la Corte dell'Aja "antisemita" affermando che le sue decisioni "dimostrano ciò che era noto da tempo: il tribunale non cerca la giustizia ma solo di perseguitare il popolo ebraico". Su X ha scritto: "Aja del cavolo". Il commento del ministro non ha tenuto conto dell'ordine del premier Benyamin Netanyahu di non commentare le decisioni "in attesa di una posizione ufficiale di Israele".
La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani a Gaza nelle sue dichiarazioni in merito alla richiesta di misure urgenti presentata dal Sudafrica.
La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ritiene che vi sia sufficiente urgenza per ordinare misure provvisorie contro Israele. Lo ha affermato la giudice Joan Donoghue ordinando a Israele di "prendere tutte le misure per prevenire qualunque atto di genocidio a Gaza". "I palestinesi sembrano essere un gruppo protetto dalla convenzione sul genocidio".
È cominciata all'Aja l'udienza della Corte di Giustizia internazionale che deciderà sulle nove misure di emergenza chieste dal Sudafrica che accusa di genocidio Israele. La Corte non prenderà una decisione sulle accuse di genocidio, che Israele nega fermamente. Tra le misure che può chiedere c'è la sospensione immediata delle operazioni militari da parte di Israele a Gaza. Nell'assoluto silenzio dell'aula, il presidente del tribunale, la giudice americana Joan Donoghue, ha iniziato descrivendo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre e la risposta di Israele. Donoghue ha parlato anche di "distruzione estesa" a Gaza. La Corte internazionale di giustizia dell'Aia "è consapevole e preoccupata per la continua perdita di vite" in corso nella Striscia di Gaza a partire dal 7 ottobre 2023 "quando" Hamas ha attaccato Israele uccidendo 1.200 persone e Israele, per tutta risposta, ha lanciato "una operazione di larga scala a Gaza che ha prodotto molte vittime e distruzioni". Lo ha detto la giudice Joan Donoghue, aprendo la sessione del procedimento in cui il Sud Africa accusa Israele di genocidio.
Migliaia di palestinesi hanno letteralmente preso d'assalto a un camion che consegna aiuti nel distretto di Zeitoun a Gaza City. Le agenzie delle Nazioni Unite e i gruppi umanitari hanno lanciato l'allarme sulla crescente minaccia di malattie e carestia a Gaza, dove si stima che siano sradicate 1,7 milioni di persone. La popolazione è allo stremo, mancano tutti i generi di prima necessità.
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha rifiutato un colloquio telefonico chiesto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo riporta ‘Channel 13’ citando un funzionario dell'ufficio di Netanyahu a condizione di anonimato. Il quotidiano israeliano 'Maariv' ha descritto il rifiuto di Sisi di ricevere una telefonata da Netanyahu come ''un segno dell'aggravarsi della crisi tra Egitto e Israele''. Si tratta di ''una grave escalation'' nel peggioramento dei rapporti tra i due Paesi dopo la guerra a Gaza seguita all'attacco sferrato il 7 ottobre da Hamas contro Israele.
L'ultimo colloquio tra i due risale a giugno dopo uno scontro a fuoco a un posto di blocco nel deserto del Negev, a ridosso del confine tra Israele ed Egitto, costato la vita a tre militari israeliani e a un agente della polizia egiziana.
È attesa per oggi la decisione della Corte di giustizia dell'Onu contro Israele per presunto genocidio a Gaza, una sentenza storica seguita da vicino in Medio Oriente e in tutto il mondo. La Corte internazionale di giustizia (ICJ) potrebbe ordinare a Israele di fermare la sua campagna militare a Gaza, innescata dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre, o di facilitare gli aiuti umanitari. Tuttavia, la Corte non giudicherà se Israele stia effettivamente commettendo o meno un genocidio a Gaza in questa fase, ma emetterà ordini di emergenza. L’Icj considera l'accusa più ampia di atti di genocidio a Gaza un processo che probabilmente richiederà anni.
“Non c'è differenza fra uomini, donne, anziani e bambini. Tutti sono obiettivi legittimi per essere colpiti o prigionieri di guerra”. Sarebbe questa l'indicazione impartita ai miliziani di Hamas dal suo Consiglio della Shura, la guida politico-religiosa del movimento. Lo ha riferito la televisione pubblica israeliana Kan, citando un documento recuperato dall'esercito in una base di Hamas a Gaza. “L'intera società sionista – si legge nel documento – è un collettivo di coloni, responsabili del furto di terre, di stragi e di profanazioni di luoghi santi islamici”. Secondo l'emittente, “la crudeltà di Hamas aveva un avallo religioso ed era progettata fin dall'inizio”.
“Hamas sono le nuove SS, è la Gestapo'” di oggi e quello sferrato il 7 ottobre è “un attacco inimmaginabile che ha scosso il cuore di tutto il popolo” israeliano. Ma “Israele deve fare attenzione alla popolazione civile”. È questo il messaggio che il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rivolto ieri a “Israele, di cui siamo amici” e, in particolare, al presidente israeliano Isaac Herzog e al primo ministro Benjamin Netanyahu.
“Stiamo collaborando con Israele per portare in Italia da Gaza 100 bambini palestinesi feriti per poterli curare'', ha detto Tajani ospite a 'Mattino Cinque News'. ''Ho chiesto a Netanyahu di favorire queste azioni umanitarie e ho avuto risposte positive'', perché ''ci sono troppe vittime civili''.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dal ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, sono almeno 26.083 i palestinesi uccisi e 64.487 i feriti dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra. Lo riporta Al Jazeera. Nelle ultime 24 ore almeno 183 persone sono state uccise e 377 ferite, secondo la stessa fonte.
“Sono estremamente preoccupata per la situazione disperata della popolazione di Khan Yunis. Anche il diritto all'autodifesa ha delle regole e nella lotta contro il terrorismo si applica il diritto umanitario internazionale. Il governo di Israele deve rispettarlo come tutti gli altri Stati del mondo, anche in un contesto difficile in cui Hamas sta violando tutte le regole e abusa delle persone come scudi”. Lo dichiara in una nota Annalena Baerbock, ministra tedesca degli Esteri.
Baerbock ha aggiunto che “molte centinaia di migliaia di persone hanno cercato rifugio nel sud di Gaza” su indicazione di Israele e ora “i civili non possono semplicemente sparire nel nulla, per questo non basta l'invito a lasciare questi luoghi, ma è necessaria una pausa umanitaria”. Questo è utile anche perché vengano “liberati finalmente tutti gli ostaggi” israeliani di Hamas, sottolinea Baerbock.
Almeno 14 palestinesi sono morti la scorsa notte dopo una serie di bombardamenti dell'esercito israeliano nella parte centrale della Striscia di Gaza, anche se le operazioni israeliane sono rimaste concentrate soprattutto nella città di Khan Younis, nel sud dell'enclave. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, l'Idf ha ucciso undici persone nel campo profughi di Nuseirat in seguito ad un attacco ad una casa.
Secondo fonti sanitarie citate dall'agenzia, altre tre persone, tra cui una ragazza, sarebbero morte in un altro raid contro una casa nella cittadina di Zawaida. I dintorni del complesso medico Nasser a Khan Yunis hanno continuato a essere colpiti da un intenso fuoco di artiglieria e attacchi di droni. Pochi giorni fa, anche la Mezzaluna Rossa palestinese ha denunciato attacchi israeliani contro la sua sede, l'ospedale Al Amal, nella stessa città.
A Khan Younis i combattimenti continuano, hanno affermato le Forze di difesa israeliane aggiungendo che i militari stanno eliminando decine di militanti di Hamas e nella notte, aerei da combattimento dell'Iaf hanno colpito diversi siti dell'organizzazione estremista nell'area. Tra gli obiettivi colpiti, anche appartamenti utilizzati dagli agenti operativi di Hamas, depositi di armi, posti di osservazione e luoghi di sosta.
Intanto nel nord di Gaza, l'esercito israeliano ha affermato che aerei da combattimento dell'aeronautica militare hanno colpito diversi siti di Hamas, tra cui un edificio che conteneva trappole esplosive, una postazione di lancio anticarro e un pozzo di un tunnel. Altri attacchi sono stati effettuati dalla Marina lungo la costa di Gaza, come parte del sostegno alle truppe della Brigata Nahal che stanno manovrando nella Striscia.
I direttori del Mossad e della Cia incontreranno nei prossimi giorni il primo ministro del Qatar in Europa per discutere di un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia di Gaza e del rilascio degli ostaggi. Lo riportano i media israeliani citando due funzionari informati dell'incontro.
Il direttore della Cia, William Burns, e il capo del Mossad. David Barnea, incontreranno il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, per discutere del rilascio dei rimanenti 132 ostaggi presi il 7 ottobre. All'incontro parteciperà anche il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel, ha detto una fonte. Il canale israeliano 'Channel 12' ha riferito che sarà presente anche il capo dello Shin Bet, Ronen Bar.
“Il Qatar è stato un partner regionale fondamentale, integrale e insostituibile” per gli Stati Uniti da quando è scoppiato il conflitto tra Israele e Hamas. Lo ha affermato il vice portavoce del Dipartimento di Stato americano, Vedant Patel. Il commento di Patel è arrivato ieri sera in conferenza stampa in risposta a una domanda sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che avrebbe etichettato come “problematico” il ruolo del Qatar negli sforzi di mediazione nel tentativo di garantire il ritorno degli ostaggi israeliani dalla Striscia di Gaza.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha parlato con il segretario della Difesa americano Lloyd Austin degli sforzi in corso per liberare gli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza e ha ringraziato gli Stati Uniti per gli sforzi in queste trattative. Lo scrive il ‘Times of Israel’, citando l'ufficio del ministro. I due ministri della difesa hanno anche discusso degli scontri al confine tra Israele e il Libano.
Accordo quasi raggiunto tra Israele e Hamas. Ci sarebbe intesa sulla maggior parte dei termini dell'accordo che riguarda il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Lo scrive Haaretz citando una fonte che ha familiarità con i negoziati. In cambio, Israele rilascerà i prigionieri palestinesi e fornirà aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Secondo la fonte, l'unica questione irrisolta è se nell'accordo verrà dichiarato un cessate il fuoco completo, una richiesta di Hamas che Israele rifiuta.
L'accordo dovrebbe durare 35 giorni, durante i quali verranno rilasciati tutti gli ostaggi israeliani. La fonte di Haaretz ha aggiunto che i criteri per la liberazione dei prigionieri palestinesi sono già stati determinati, ma la loro identità è ancora in discussione. Ha poi aggiunto che “potrebbero esserci altri piccoli cambiamenti nello schema, ma il problema principale da risolvere riguarda il cessate il fuoco assoluto su cui Hamas insiste”.
L'emittente araba Al Jazeera afferma che almeno undici persone sono morte in un attacco aereo israeliano che ieri sera ha colpito una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Tra le vittime ci sarebbe un giornalista e alcuni membri della sua famiglia.
Hamas si dice pronto a rispettare qualsiasi decisione della Corte Internazionale di Giustizia che richieda il cessate il fuoco a Gaza se lo farà anche Israele. In una dichiarazione diffusa su Telegram, e rilanciata dal sito di Aljazeera, alla vigilia dell'udienza in cui la Corte dovrà annunciare se concederà misure di emergenza, Hamas afferma che rilascerà tutti gli ostaggi israeliani se Israele scarcererà tutti i prigionieri palestinesi.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al presidente della Colombia, Gustavo Petro, di intercedere per la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas nella Striscia di Gaza, tra cui figura la cittadina colombiana Elkana Bohbot. "In quanto Paese che ha connazionali tra i 136 ostaggi nelle mani dei terroristi di Hamas a Gaza, la Colombia ha una causa comune con Israele per impegnarsi per la immediata e incondizionata liberazione di coloro che sono tenuti prigionieri sin dalle tremende circostanze dal 7 ottobre scorso", ha scritto il premier israeliano in una lettera dell'11 gennaio scorso, ma appena resa nota dai media colombiani, al presidente colombiano. Petro è un difensore dichiarato della causa palestinese. Non si conosce ancora la risposta del presidente colombiano e nemmeno dei membri del governo all'appello di Netanyahu.