Roma, 2 settembre 2024 – Raid israeliano contro una scuola di sfollati a Gaza City: almeno 11 morti. Altri 17 palestinesi uccisi a Jenin: l’Idf ha fatto fuoco alla distribuzione dei viveri. É iniziato stamattina lo sciopero generale in Israele, indetto dopo il ritrovamento dei sei ostaggi morti: una trentina di feriti e 29 arresti tra i manifestanti. Voli sospesi e strade chiuse per spingere Netanyahu a chiudere l’accordo per la tregua.
Intanto gli Stati Uniti stanno definendo con Egitto e Qatar l'ultima versione di un accordo “prendere o lasciare” che intendono presentare a Israele e Hamas nelle prossime settimane. “Non si può continuare a negoziare”, ha detto una fonte della Casa Bianca al Washington Post. Sul cessate il fuoco, l’Iran: "Sosteniamo qualsiasi accordo sia accettato da Hamas".
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"È da tempo che è necessario un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi" a Gaza. Lo ha scritto su X la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris. "Dobbiamo riportare a casa gli ostaggi e porre fine alle sofferenze di Gaza", ha aggiunto la candidata alla Casa Bianca del Partito Democratico. Harris ha ribadito la sua posizione dopo che lei e il presidente Joe Biden hanno incontrato i rappresentanti dell'amministrazione nei negoziati in corso sugli ostaggi tra Israele e Hamas.
"Il conseguimento degli obiettivi della guerra passano per il Corridoio Filadelfia. Venti anni fa mi sono dimesso dal governo Sharon proprio su questo punto: dobbiamo controllare l'asse al confine tra Gaza e l'Egitto, è una questione politica fondamentale". Lo ha dichiarato il premier Benyamin Netanyahu, annunciando che non ci sarà nessun ritiro dell'esercito israeliano da quel corridoio. "Tutti vogliono che mettiamo fine alla guerra, questo è quello che conta per loro. Tutti premono per farci uscire da Gaza. Ma la conquista di Rafah e del Corridoio Filadelfia ha cambiato il corso del conflitto e se ci ritiriamo non potremo tornare. La tattica di Sinwar è creare divisioni in Israele, usa la pressione psicologica: le foto degli ostaggi servono a questo".
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"Chiedo scusa alle famiglie degli ostaggi per il fatto che non siamo riusciti a riportarli a casa vivi. Hamas pagherà per questo un duro prezzo. Siamo nel pieno di una guerra esistenziale contro l'Iran, la nostra vittoria dipende dalla nostra unione". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in conferenza stampa a Gerusalemme per la prima uscita pubblica dopo il ritrovamento dei sei giovani ostaggi uccisi a Gaza.
Il ministero della Difesa israeliano si dice "profondamente amareggiato" dai tagli alle esportazioni di armi da parte del Regno Unito a Israele.
Il governo laburista britannico ha annunciato la sospensione parziale delle esportazioni di armi a Israele. La decisione è stata comunicata dal ministro degli Esteri David Lammy alla Camera dei Comuni.
L'ufficio di Netanyahu respinge le affermazioni di Biden secondo cui il premier israeliano non sta facendo abbastanza per un accordo sugli ostaggi: "È sconcertante che Biden stia facendo pressioni su Netanyahu, che ha accettato la proposta Usa già il 31 maggio e la proposta ponte il 16 agosto, e non sul leader di Hamas Sinwar che continua a rifiutare con veemenza qualsiasi intesa", afferma un alto funzionario che defibnisce la dichiarazione del presidente Usa "particolarmente pericolosa tanto più che giunge solo pochi giorni dopo che Hamas ha giustiziato sei ostaggi israeliani, tra cui un cittadino americano".
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu terrà una conferenza stampa a Gerusalemme alle 20.15 ora locale (le 19.15 in Italia). La conferenza stampa si svolgerà nel pieno delle manifestazioni pubbliche contro il suo governo per non aver fatto abbastanza per garantire un accordo sugli ostaggi dopo l'uccisione di sei persone sequestrate dopo gli attacchi del 7 ottobre e dopo le critiche del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, secondo cui Netanyahu non sta facendo abbastanza per finalizzare il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza.
"Siamo molto vicini" a raggiungere un accordo per il cessate-il-fuoco e il rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza ha affermato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Ma ha anche aggiunto, a domanda dei giornalisti, che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non sta facendo abbastanza per garantire un accordo, eloquente il suo "No".
Hamas ha pubblicato il filmato dei sei ostaggi uccisi poco prima dell'arrivo dell'Idf a Rafah, nel sud di Gaza. Non è chiaro quando sia stato girato il video, ma Hamas afferma che si tratta di un promo per un video più lungo che verrà pubblicato a breve in cui saranno mostrati Hersh Goldberg-Polin, Eden Yerushalmi, Ori Danino, Alex Lobanov, Carmel Gat e Almog Sarusi. La maggior parte dei media israeliani non sta pubblicando la clip. Nel video si vedono i sei giovani presentarsi e dire dove abitano. Scritte finali in ebraico, inglese e arabo preannunciano poi "i loro ultimi messaggi".
Due persone sono state uccise stamani in un attacco israeliano contro un veicolo nel sud del Libano, secondo quanto riportato dal ministero della salute di Beirut. L'attacco è avvenuto nei pressi di Naqura, città libanese frontaliera dove si trova il quartiere generale di Unifil, la missione Onu schierata nel sud del Libano e di cui fanno parte un migliaio di soldati italiani. Le due vittime sono Hussein Mahdi e Ali Mahdi, cugini. Il primo, secondo i media locali era impiegato per una ditta di pulizie locali che lavora anche per Unifil. Hussein Mahdi era inoltre fratello di Abbas Mahdi, un combattente di Hezbollah ucciso il 21 maggio scorso in un attacco sempre nei pressi di Naqura. L'altra vittima, Ali Mahdi, era invece tornato per le vacanze estive dall'estero ed era in visita alla famiglia nel luogo natale Naqura.
"Lo sciopero è una vergogna. State dicendo a Sinwar: avete ucciso sei persone, qui noi vi sosteniamo", ha sbottato durante la riunione di governo il premier Benyamin Netanyahu nella sua prima dichiarazione dopo la proclamazione dello sciopero generale. Il primo ministro ha attaccato duramente i dimostranti scesi in strada e si è opposto alla richiesta del ministrod ella Difesa Yoav Gallant di annullare la decisione del governo di restare nell'asse di Filadelfia. Lo sciopero, nel frattempo è finito.
Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan ha detto domenica alle famiglie degli ostaggi americani a Gaza che Joe Biden sta valutando la possibilità di presentare a Israele e Hamas una proposta definitiva per un accordo sul rilascio degli ostaggi e sul cessate il fuoco a Gaza entro la fine della settimana. Ma sia Sullivan che l'inviato Usa per il Medio Oriente, Brett McGurk, hanno inoltre detto ai familiari che non sanno se l'accordo verrà concluso ma che c'è una chance e che sperano possa concretizzarsi entro due settimane.
Sono state registrate lunghe file all'aeroporto Ben Gurion in seguito all'annuncio dello sciopero generale. Centinaia di passeggeri sono in attesa ai banchi del check-in. I sindacati sostengono che lo sciopero continuerà fino a sera, quando solo pochi voli potranno partire.
Migliaia di manifestanti stanno bloccando diverse strade a Tel Aviv, dove è in corso lo sciopero genrale indetto dopo il ritrovamento a Gaza di sei giovani ostaggi giustiziati in un tunnel. Dimostranti si sono riuniti in Begin Street e chiedono al governo di fare l'accordo per il rilascio dei rapiti che sono ancora in vita prigionieri di Hamas.
Lo sciopero generale dovrà finire alle 14.30, ora locale, lo ha deciso il presidente del tribunale del lavoro "dopo avere ascoltato le posizioni delle parti", rende noto Ynet. L'ingiunzione arriva dopo le forti pressioni del governo sul sindacato per non bloccare le attività del Paese, come invece sta avvenendo.
Dall'inizio della guerra a Gaza, ci sono stati 40.786 morti e 94.224 feriti. Lo ha riferito il ministero della Salute nella Striscia, gestito da Hamas, precisando che nelle ultime 48 ore hanno perso la vita 48 palestinesi.
Il leader dell'Histadrut, il più grande sindacato israeliano, Arnon Bar-David, ha comunicato al Tribunale del lavoro di Bat Yam che lo sciopero generale terminerà questa sera alle 18 (le 17 in Italia). Lo hanno riferito i media in lingua ebraica, ricordando come inizialmente la conclusione dello sciopero - convocato per premere sul governo affinché accetti un accordo con Hamas - fosse prevista alle 6 di domani mattina (le 5 in Italia).
Dall'inizio dell'anno il produttore di armi di proprietà statale serbo, Yugoimport-Sdpr, ha esportato armi in Israele per un valore di 23 milioni di euro. È quanto riporta oggi il quotidiano israeliano Haaretz. Solo a luglio, Yugoimport-SDPR ha esportato armi e munizioni per oltre 7,3 milioni di euro. Consegne effettuate con cinque voli militari israeliani dall'aeroporto Nikola Tesla di Belgrado alla base aerea di Nevatim in Israele. In precedenza, Haaretz aveva già identificato altri sei voli militari israeliani tra le due città, tramite siti web di tracciamento dei voli open source.
L'estrema destra israeliana sta lavorando all'interno del governo "per impedire un accordo sconsiderato" con Hamas per un cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo ha assicurato Itamar Ben-Gvir, ministro per la Sicurezza nazionale, sottolineando che "con Hamas si deve parlare solo tra mirini" di fucile. Il leader dell'estrema destra ha incontrato a Gerusalemme gli attivisti del Gvura Forum che hanno inscenato una ristretta contro-manifestazione a favore del governo, mentre il Paese si e' fermato con uno sciopero generale per fare pressioni sull'esecutivo affinche' raggiunga immediatamente un'intesa con Hamas che riporti a casa i rapiti.
Le forze israeliane hanno ucciso un uomo palestinese e un bambino che distribuivano cibo a Jenin nel corso dei raid che hanno ucciso 17 persone. Lo riferisce l'agenzia di stampa Wafa. I due sono stati uccisi ieri all'ingresso del villaggio di Kafr Dan, alla periferia della città di Jenin, ha precisato l'agenzia palestinese.
Contro-manifestazione pro-governo a Gerusalemme: nel giorno in cui Israele si ferma per lo sciopero generale indetto a sostegno delle pressioni dei familiari degli ostaggi sul premier Benjamin Netanyahu per raggiungere un accordo, un centinaio di persone del Tikva Forum ha marciato dalla Corte Suprema alla Knesset, a Gerusalemme. Lo riferisce Yedioth Ahronoth. "Non ci fermeremo finché non vinceremo", è lo slogan risuonato nel corteo guidato da Yehoshua Shani, padre di Uri Shani, ucciso nella battaglia contro i miliziani di Hamas nell'avamposto di Kissuf il 7 ottobre.
Il Tikva Forum riunisce una parte minoritaria dei familiari degli ostaggi, è filogovernativa e sostiene la validità della pressione militare sulla soluzione diplomatica per riportare a casa i rapiti. Shimon Or, zio di Avinatan Or, tenuto prigioniero da Hamas e membro del Tikva Forum, ha presentato una petizione contro lo sciopero generale. Arnon Bar David, "il presidente dell'Histadrut, è responsabile del benessere dei lavoratori, non è un personaggio politico e strategico. Sinwar (il leader di Hamas a Gaza, ndr) vede che c'è un'organizzazione nello Stato di Israele che aiuta a promuovere i suoi obiettivi. È scioccante".
L'esercito israeliano ha riferito che è stata neutralizzata un autobomba prima che entrasse nell'insediamento di Ateret, nella Cisgiordania centrale. Le forze di sicurezza hanno bloccato le strade e hanno smantellato l'ordigno posto nel veicolo.
Le dure richieste del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per un accordo di ‘cessate il fuoco’ sono la ragione della morte degli ostaggi detenuti dal gruppo armato palestinese a Gaza. Lo ha detto l'alto funzionario di Hamas Khalil al Hayya ad al Jazeera. "La risposta di Netanyahu alla nostra accettazione del documento presentato da Biden è stata evasiva, seguita dall'imposizione di diverse nuove condizioni. Netanyahu ha insistito per restare nei corridoi di Filadelfia e Netzarim e si è rifiutato di rilasciare i nostri prigionieri anziani che scontavano l'ergastolo", ha detto al Hayya all'emittente del Qayar. "Non siamo interessati a negoziare le nuove condizioni di Netanyahu. Il movimento ha deciso di non scendere a compromessi sulla proposta del 2 luglio", ha aggiunto.
Mohammed bin Salman, primo ministro di Riad, ha tenuto nella notte una telefonata con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Lo riferisce l'agenzia di stampa saudita Spa. Durante il colloquio, il principe ereditario ha sottolineato la volontà dell'Arabia Saudita di unire gli sforzi arabi e islamici per sostenere il fraterno popolo palestinese di fronte alla brutale aggressione a cui è sottoposto da parte delle forze israeliane. Si è parlato anche della necessità di intensificare gli sforzi per fermare l'aggressione e i continui attacchi e violazioni israeliani contro il popolo palestinese. L'Arabia Saudita afferma sempre che la sua posizione è stata e rimane ferma riguardo alla questione palestinese e alla necessità che il fraterno popolo palestinese ottenga i suoi diritti legittimi. Il Regno ha anche comunicato all'amministrazione statunitense la sua ferma posizione secondo cui non ci saranno relazioni diplomatiche con Israele a meno che lo Stato palestinese indipendente non venga riconosciuto sui confini del 1967 con la sua capitale Gerusalemme Est, fermando l'aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza e ritirando tutti i membri delle forze di occupazione israeliane dalla Striscia di Gaza.
Inoltre, il Ministero degli Affari Esteri saudita rinnova la sua condanna e il rifiuto di tutte le forme di crimini contro il popolo palestinese da parte delle forze di occupazione israeliane. Bin Salman ha affermato che "le forze di occupazione israeliane non si preoccupano delle risoluzioni e delle leggi internazionali, cosa che ha causato la morte di di decine di migliaia di palestinesi, la maggior parte dei quali donne, bambini e civili innocenti, in mezzo all'assenza di standard internazionali di responsabilità e all'incapacità del Consiglio di Sicurezza di adottare misure deterrenti".
Decine di manifestanti hanno bloccato la via Ibn Gvirol a Tel Aviv, chiedendo al governo di raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza, in mezzo alla rabbia pubblica per la gestione della guerra da parte del governo. I manifestanti si sono radunati anche allo svincolo di Shilat, vicino a Modi'in, e hanno bloccato una strada nella città settentrionale di Rosh Pina, riporta il Times of Israel. Histadrut, uno dei sindacati più potenti del Paese, ha annunciato uno sciopero di un giorno, iniziato alle 6 (ora locale) di questa mattina. Non è chiaro quante persone aderiranno. Gli uffici governativi e comunali dovrebbero chiudere, così come le scuole e molte aziende private, così come l'aeroporto internazionale Ben Gurion.
L'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv ha sospeso le operazioni a partire dalle 8 di questa mattina nell'ambito dello sciopero generale indetto ieri dal principale sindacato israeliano, Histadrout, per fare pressioni sul governo perchè arrivi a un accordo per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas. Secondo quanto riportato da Haaretz, nell'ambito della protesta gli ospedali stanno operando con un orario ridotto e molte università e banche stanno partecipando allo sciopero.
Lo sciopero si tiene all'indomani delle manifestazioni di piazza tenute dopo il ritrovamento nella Striscia di Gaza dei corpi di sei ostaggi israeliani. Stando alle stime degli organizzatori, circa 300.000 persone sono scese in piazza ieri sera a Tel Aviv e altre 200.000 nel resto del Paese per chiedere al governo di adoperarsi per il rilascio degli altri ostaggi ancora in mano ad Hamas.
“L'Iran sostiene qualunque accordo, che sia accettato dai palestinesi e da Hamas per stabilire un cessate il fuoco a Gaza e aprire la strada per l'invio di aiuti”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, durante una telefonata con l'omologo bulgaro, Ivan Kondov, dove entrambi hanno dichiarato che i loro governi sono interessati a sviluppare reciprocamente le relazioni, riferisce Irna.
È iniziato in Israele lo sciopero generale, annunciato ieri dalla Federazione del lavoro dell'Histadrut, per fare pressione sul governo affinché faccia di più per raggiungere un accordo dopo che i corpi di sei ostaggi assassinati sono stati recuperati da un tunnel a Rafah. Decine di manifestanti, secondo quanto riporta Times of Israel, hanno bloccato Ibn Gvirol Street a Tel Aviv chiedendo al governo di raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi. tenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. Altri dimostranti si sono radunati a Shilat Junction vicino a Modi'in e hanno bloccato una strada nella città settentrionale di Rosh Pina. Nella notte, secondo quanto riporta il Jerusalem Post, nel corso di una grande manifestazione indetta dalle famiglie delle persone rapite, la polizia ha arrestato 29 dimostranti in seguito a una protesta illegale sulla Ayalon Highway, ha reso noto la polizia.
Almeno 11 persone sono rimaste uccise in un attacco aereo israeliano contro una scuola che ospitava sfollati palestinesi. Lo riferiscono i funzionari sanitari, scrive il Guardian. “Undici persone sono rimaste uccise quando un raid israeliano ha colpito la scuola Safad, a Gaza City, che ospitava sfollati”, ha dichiarato il portavoce dell'agenzia di difesa civile Mahmud Bassal, aggiungendo che diverse persone sono rimaste ferite. Secondo un funzionario medico di Gaza, l'attacco ha preso di mira “una stanza usata dalla polizia”. Da parte sua, l'esercito israeliano afferma di aver preso di mira “terroristi di Hamas che operavano da un centro di controllo in un'area che era la scuola di Safad”.
Hamas afferma che i sei prigionieri i cui corpi sono stati ritrovati a Gaza "sarebbero ancora vivi se Israele avesse accettato un accordo di cessate il fuoco". In un'intervista ad Al Jazeera, un leader del movimento islamista Khalil al-Hayya ha sostenuto che Hamas da parte sua ha mostrato flessibilità nei negoziati, anche riducendo il numero di prigionieri palestinesi di cui chiedeva il rilascio e accettando la proposta presentata da Biden e sostenuta dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Gli Stati Uniti stanno definendo con Egitto e Qatar l'ultima versione di un accordo "prendere o lasciare" che intendono presentare a Israele e Hamas nelle prossime settimane. Lo riporta oggi il Washington Post, citando un alto funzionario dell'amministrazione Usa secondo cui un eventuale rifiuto potrebbe segnare la fine dei negoziati guidati dagli americani. "Non si può continuare a negoziare. Questo processo deve essere
interrotto a un certo punto", ha rimarcato la fonte, precisando che Stati Uniti, Egitto e Qatar stavano già lavorando all'ultima versione dell'accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas quando sono stati ritrovati a Rafah i corpi di sei cittadini israeliani rapiti il 7 ottobre scorso. "Farà deragliare l'accordo? No. Se non altro, dovrebbe mettere ulteriore urgenza a questa fase conclusiva, dove già eravamo", ha aggiunto il funzionario.